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Domenica, 14 Aprile 2024 09:49

A PRIMALUNA MARTEDI' 16 APRILE SI PARLA DEL CASTAGNO DA FRUTTO

"La biodiversità del castagno da frutto. Come salvare le nostre varietà autoctone": martedì 16 aprile alle 20.30 nella sala consiliare del Comune di Primaluna si terrà un incontro a cura di Mauro Gerosa, Presidente dell'Associazione Castanicoltori del Lario Orientale, per sensibilizzare sulla necessità di salvare quel poco di cultura immateriale del castagno che ancora ci rimane e che una volta costituiva patrimonio collettivo di tutte le popolazioni di montagna.
"Per fare questo - affermano i promotori dell'iniziativa - abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, per poter identificare le persone che ancora hanno memoria del nome delle varietà di castagne una volta presenti e poterne anche identificare con sicurezza qualche pianta ancora viva".
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Domenica, 14 Aprile 2024 09:45

DON STEFANO COMMENTA LE LETTURE DELLA TERZA DOMENICA DI PASQUA

in Cultura

Ai discepoli smarriti, confusi e spaventati per l’annuncio che aveva dato dei giorni di dolore e di passione che lo attendevano, Gesù propone di affrontarli credendo nel Padre e in lui. Perché lui farà così. Affronterà i terribili giorni di passione riponendo tutta la sua fiducia nel Padre, Dio dei viventi. La fede fiducia nel Padre gli consente di pensare alla morte come a un ritorno da dove è venuto per amore nostro.

Invita i suoi discepoli a imparare a guardare alla morte cosi, come un ritorno a casa. Nel cuore del Padre c’è un posto per ciascuno di noi. Pensato e preparato con amore che sarà la nostra dimora per l’eternità.

Gesù vuole preparare i suoi discepoli a quello che accadrà a breve a lui e a loro. Li guarda con amore…chissà quante domande bruciavano nel loro cuore cui non riuscivano a dare risposta. Perché? Perché condannare a morte chi ha solo amato e donato vita? Perché lui non faceva nulla per evitarla? Può essere davvero l’amore il senso della vita? E che sarà di noi? Cosa ci succederà? Come potremo vivere la sua morte? Gesù offre a loro le certezze che lui stesso custodisce nel cuore e che lo guideranno nelle ore della passione aiutandolo a rimanere fedele al suo profondo desiderio di fare della sua vita un grande dono d’amore al Padre e a tutti gli uomini.

Gesù ha sempre cercato di compiere la volontà del Padre perché sempre l’ha amato con tutto se stesso, sempre ha accolto la vita come suo dono e sempre si è impegnato a viverla con gratitudine consegnandola alla sua volontà. Così lo ha annunciato anche agli uomini come Padre provvidente e misericordioso, affidabile, come un padre che non si dà pace finché tutti gli uomini si comprendessero figli suoi e fratelli tra di loro.

A poche ore dalla sua morte cerca di far capire ai discepoli che la sua Pasqua sarà veramente un passaggio, da questo mondo al cuore del Padre per la vita eterna e che quello che accadrà a lui accadrà anche a loro.

I discepoli non devono aver paura, devono credere nel Padre e in lui. Dovranno soprattutto credere come lui. Gesù è la via da percorrere imitandolo, è la verità da accogliere con libertà ed amore, è la vita che si dona perché per tutti fiorisca la vita. Con lui, così, si giungerà nella dimora che lui stesso ci ha preparato nella casa del Padre. Mi piace pensare che il nostro posto è preparato da Gesù con cura particolare, con tutte quelle attenzioni che ci sorprenderanno e ci renderanno veramente felici. Il teologo Bruno Forte diceva che in fondo l’uomo è in esilio su questa terra e che la sua vera patria è il cuore di Dio. Grazie all’amore di Gesù accolto, gustato e vissuto possiamo essere certi che alla fine del nostro esilio entreremo con grandissima gioia nella nostra vera patria, il cuore di Dio.

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Domenica, 14 Aprile 2024 07:01

PEQUENO HOTEL, UN ALBERGO DIMENTICATO

All'inizio dello sviluppo turistico di Barzio, dove arrivava la seggiovia per Bobbio, era stato costruito negli anni Cinquanta un grand Hotel, chiamato Pequeno,
"Caratteristico modernissimo, di tipo alpino svizzero, con 30 camere, ad un'ora e mezzo di strada (km 65) sempre sgombra di neve, incantevole panorama sui laghi e sulla valle".

"Trattenimenti danzanti", "riscaldamento centrale ad alta temperatura", "nel periodo estivo escursioni ed arrampicate di tipo dolomitico fino al 5* o 6* grado alla Punta Ongania o Zuccone Campelli".

Nella stagione invernale magnifici campi di sci idonei per tutti: discese a declivio dolcissimo oltre a "campi di pattinaggio e maestri di sci": costo delle camere "da 2500 lire a 3000 lire al giorno".

Fa un po' sorridere la pubblicità, forse un po' ingenua, che l'amico Giancarlo Valera, collaboratore della Università della Terza Età Valsassina, ha ritrovato da un vecchio archivio.

Di quelle speranze e di quegli investimenti oggi rimane ben poco, una struttura fatiscente che poco ha a che fare con il suo passato glorioso, poco più che un grande rudere che nessuno vuole più e di cui neanche il Comune di Barzio sa cosa farsene (le tentate vendite sono andate fallite).

Perchè questo disastro? Semplicemente perchè la nuova funivia, portando gli sciatori in cima ai Piani di Bobbio (non a metà strada come la vecchia seggiovia), ha praticamente tagliato fuori dagli itinerari l'ex albergo Pequeno, diventato improvvisamente vuoto di clienti e privo di lavoro.

La vecchia seggiovia che saliva ai Piani di Bobbio partiva da circa 200 metri dalla piazza di Barzio,località Cà Sana, saliva oltre la località Masone dove c’era una stazione intermedia di scambio poi proseguiva fino a Bobbio vicino all’Hotel Pequeno. Da lì si percorrevano circa 200 metri a piedi aggirando l’hotel e si raggiungeva la partenza di un’altra seggiovia che portava in vetta allo Zucco Orscellera.

"La Consonno della Valsassina" qualcuno l'ha definito dieci anni fa: una struttura abbandonata e inquietante (forse al più vi si potrebbe girare qualche altra scena di "Shining" ) sempre più diroccata ogni anno che passa (foto Giacomo Perrucchini pubblicate su Lecconotizie.com nel Luglio 2014) .

In più c'è stato qualche incidente anche grave: sul primo troncone erano anche morte delle persone a seguito di un arresto dell’impianto, i freni automatici non avrebbero tenuto e i seggiolini hanno iniziato a ruotare al contrario sbalzando la gente contro il muro nella stazione di partenza.

Dopo anche numerose valanghe cadute dall’Orscellera sul versante sud, si è deciso intorno al 1960 di chiudere tali impianti e di spostare la salita ai Piani nella conca dove sorge l’attuale funivia. E così anche l’Hotel Pequeno è andato in rovina. Nulla però è mai stato smantellato e tutto è andato lentamente in rovina e preda del tempo e dei vandali.

Quindi il Pequeno, ancora oggi di proprietà di una società con sede a Milano, è stato abbandonato al suo destino: grandi illusioni (e grandi cementificazioni) svanite nel nulla!

Enrico Baroncelli

 

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