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Martedì, 02 Novembre 2021 15:15

INTROBIO CAPITALE DELLA PALEONTOLOGIA

"Se n`era accorto gia` un mio studente, ormai due o tre anni fa, che ha la passione per l`alpinismo e viene spesso alle Placche di Introbio ad allenarsi" dice Andrea Tintori, gia` professore ordinario di Paleontologia presso l`Universita` di Milano (specializzato sui pesci fossili come il "Lariosaurus") ora in pensione, residente a Malgrate.

Dall`intuizione alla realta` (ne avevamo gia` parlato in un articolo del 2 Luglio 2021) : " Abbiamo fatto tutti i passi necessari, chiesto le autorizzazioni al Comune di Introbio e alla Sovrintendenza Regionale Lombardia occidentale, trovato il finanziatore dell`impresa (l`Istituto Triassica) ed ora finalmente eccoci qua".

Appuntamento di mattina presto, Martedi 2 Novembre, a temperatura inizialmente piuttosto freschina, alla Casa delle Guide: oltre a Tintori gli archeologi specialisti Stefano Rossi e Alice Sbriglio, della Sovrintendenza Archeologica , il Sindaco di Introbio Adriano Airoldi e il responsabile della Casa delle Guide Adriano Selva, che si sono raccomandati che tutto venisse poi rimesso a posto in sicurezza "qui passano molti giovani e bambini e facciamo attivita` didattiche" ha ricordato Selva , il prof. Antonio Fagioli , per conto di "Triassica Institute for Triassic Fossil Lagerstatten", e gli operai della ditta Edil Taglio Cemento di Milano, che hanno praticato il "carotaggio" con cui e` stato estratto il fossile.

"Si tratta di un rettile estremamente raro a trovarsi" dice il dott. Rossi. "Si tratta forse di una mandibola di un "Olotipo" (cioe` una nuova specie ancora sconosciuta), vissuto circa 235 milioni di anni fa". Rossi ricorda che un fossile di pesce era stato gia` trovato allo Zucco dell`Angelone alcuni anni fa, ma non era cosi` raro.

"Piu` facile trovare fossili dall`altra parte della Grigna" ricorda il prof. Tintori, autore una dozzina di anni fa di una campagna di scavi presso "Gli Scudi" di Pasturo, al Pialleral, oltre che di campagne simili situate in Cina.

"Ci vorra` un po` di tempo per analizzare il fossile (il carotaggio, ridotto a un terzo dopo una prima disanima, verra` passato ai raggi X, alla TAC ecc.) ma sicuramente ne parleremo sulle opportune riviste scientifiche internazionali".

Introbio, per un giorno, capitale della Paleontologia !


 

“Lecco Città dei Promessi Sposi” – edizione 2021
Dedicata a Nino Castelnuovo
Con l’edizione 2021 di “Lecco Città dei Promessi Sposi” per tre giorni, Villa Manzoni, luogo simbolo
al tempo stesso della città di Lecco e di uno dei capolavori della letteratura italiana, diviene uno
spazio pulsante in cui vivere un’esperienza immersiva, che si propone di coinvolgere i Lecchesi e,
più in generale, quanti intendono scoprire Alessandro Manzoni e la sua Casa Museo, rinnovata da
poco.

Un mix di suggestioni che spaziano dall’approfondimento scientifico e letterario al fascino della
musica e ai sapori della cucina, dal cinema alle proiezioni in videomapping, dall’arte alla
comunicazione. Dalla Villa si allarga alla città, sottolineando il legame con il contesto in cui Manzoni
visse e che gli fu ispiratore del celebre romanzo.
Un approccio contemporaneo, che dimostra come Manzoni e i Promessi Sposi appartengano non
solo alla nostra storia, ma anche e soprattutto al nostro presente.
Il festival si sviluppa in ulteriori appuntamenti fino al 6 Novembre.

Venerdì 15 Ottobre
La prima giornata dell’edizione 2021 di “Lecco Città dei Promessi Sposi”, Venerdì 15 Ottobre, si apre
con l’inaugurazione della mostra “I Passaporti de I Promessi Sposi” (Palazzo delle Paure ore 17 e
Torre Viscontea ore 18): un progetto culturale e turistico attraverso un’esposizione creativa, digitale
e interattiva, che si trasformerà in una mostra urbana all’aperto, dove i 12 protagonisti del romanzo
sono raccontati da uomini e donne contemporanei.

La sera, a partire dalle 20,30, ci si trasferisce a Villa Manzoni con “Museoemozione: un romanzo da
immaginare”. La Corte d’onore sarà il palcoscenico per un omaggio a Nino Castelnuovo, attore
lecchese recentemente scomparso, che ha legato la propria fama al personaggio di Renzo
nell’edizione televisiva de I Promessi Sposi trasmessa nel 1967, con la sceneggiatura di Sandro
Bolchi e Riccardo Bacchelli. A ricordarlo saranno Simona Piazza e Corrado Colombo. Inoltre, Paolo
Vallara e Federico Videtta nella Sala delle Scuderie presenteranno un’inedita videoproiezione
dedicata al grande attore.
Le vicende letterarie dei Promessi Sposi animeranno la corte nobile della Villa attraverso la
proiezione di due videomapping originali, “Il mistero manoscritto” e “Le avventure de I Promessi
Sposi”. Le facciate si illumineranno e si trasformeranno in grandi fondali attraverso le proiezioni
elaborate da Igor Imhoff, artista digitale premiato in Italia e all’estero e docente di Digital Art
all’Accademia di Belle Arti di Venezia, accompagnate dalle musiche di Giuseppe “Baffo” Banfi,
compositore lecchese di musica elettronica. Il pubblico sarà coinvolto in un’esperienza emozionale
a livello visivo e sonoro davvero unica per eleganza, stile e raffinatezza.

Non a caso, del resto, il romanzo del Manzoni si presta assai bene a queste interpretazioni filmiche
e multimediali: a ragione, infatti, si può affermare che i Promessi Sposi siano il primo romanzo
illustrato della letteratura italiana, non solo perché nella Quarantana il testo è sempre corredato da
immagini, ma anche e soprattutto per la concezione cinematografica della trama, con flashback e
linee narrative parallele (le disavventure di Lucia, quelle di Renzo, i fatti storici ...), che pervade il
romanzo e fa del Manzoni un vero e proprio “storyteller”.
Gli ambienti della Villa - dalle cantine alle scuderie, alle due corti - saranno il palcoscenico de “Il
gusto della trama/Le trame del gusto”, percorso gastronomico in otto portate, con piatti legati alla
cultura del territorio, abbinati ciascuno ad un personaggio del romanzo (a cura del CFP Alberghiero
di Casargo).
Il violino elettrico della concertista Saule Kilaite, un’artista internazionale, che si è esibita in teatri,
luoghi e ville d’epoca di tutto il mondo, offrirà ai partecipanti melodie di straordinaria bellezza.

IN ALLEGATO TUTTO IL PROGRAMMA E GLI APPROFONDIMENTI DELL`INIZIATIVA

Mercoledì, 08 Settembre 2021 06:02

DALL`11 SETTEMBRE PARTE "IMMAGIMONDO"

in Cultura

 “Immagimondo”: a Lecco e dintorni il festival di viaggi, luoghi e culture
Dall’11 settembre al 3 ottobre - XXIV edizione
Per la prima volta in Italia la mostra “Arctic Outposts” del fotografo danese Mads Nissen,
vincitore del World Press Photo - Foto dell’anno 2021
Tema 2021: “Il Grande Nord”

LECCO – Tre settimane ricche di eventi per raccontare e approfondire il tema del Grande
Nord, dalla questione ambientale alla geopolitica, dai popoli che lo abitano alle culture nordiche.
Dall’11 settembre al 3 ottobre 2021 le piazze e le sale del centro storico di Lecco e dei
limitrofi comuni di Civate, Malgrate, Mandello del Lario e Valmadrera tornano a ospitare
il festival di viaggi, luoghi e culture “Immagimondo”, la manifestazione promossa da Les
Cultures OdV e che da 24 edizioni mette al centro il viaggio, la conoscenza dell’altro e lo
scambio tra culture e popoli del mondo, contribuendo ad abbattere i confini e a trasformarli in
frontiere. Tre settimane in cui riflettere, quest’anno, su tematiche ambientali e geopolitiche delle
terre nordiche, il tutto grazie a reportage, incontri con scrittori, studiosi e viaggiatori e, eventi di
punta dell’imminente edizione, le mostre di due importanti fotografi internazionali: il vincitore del
prestigioso World Press Photo - Foto dell’anno 2021 Mads Nissen, a Lecco con l’esposizione
“Arctic Outposts” dedicata alla Groenlandia, e lo spagnolo Carlos Folgoso Sueiro con la Siberia di
“The Shining Land”.

«Dopo le difficoltà e le restrizioni dello scorso anno – spiegano gli organizzatori – speravamo
che la 24^ edizione di “Immagimondo” si potesse svolgere in una situazione di ritrovata normalità.
Purtroppo, in fase organizzativa, ci siamo trovati nuovamente a fronteggiare limitazioni e ostacoli.
Siamo felici di essere riusciti comunque a proporre anche quest'anno un ricco programma di eventi
in presenza e speriamo che il pubblico partecipi numeroso. Ringraziamo istituzioni, sponsor e
partner per aver creduto nel Festival e i volontari che si sono resi disponibili».

«Torna un appuntamento ricorrente per la città di Lecco – commenta Simona Piazza,
vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Lecco – che giunge alla 24° edizione del
Festival grazie alla solida collaborazione fra diverse amministrazioni locali, associazioni no profit e
sponsor: un momento atteso da tanti cittadini e turisti all’interno di un calendario che prosegue per
tutta l'estate ricco di eventi. Attraverso dibattiti, mostre, incontri e reportage di importanti fotografi
verranno approfondite tematiche ambientali e geopolitiche delle terre del Grande Nord per
conoscere popoli e tradizioni di questi luoghi».

E proprio con l’inaugurazione della prima delle due mostre si apre il programma 2021 del festival:
più di trenta scatti esposti dal 12 settembre al 3 ottobre 2021 alla Torre Viscontea di Lecco
(inaugurazione fissata per sabato 11 alle 18, nella sala conferenze di Palazzo delle Paure di Lecco.
Per partecipare è necessario scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) per raccontare attraverso lo
sguardo del fotografo documentarista danese Mads Nissen la Groenlandia, una terra ricca
di risorse minerali e strategicamente al centro di nuove rotte commerciali, aperte dal riscaldamento
globale e dallo sciogliersi dei ghiacci. Organizzata in collaborazione con l’Agenzia Prospekt di
Milano, “Arctic Outposts” è il risultato di un viaggio intrapreso da Nissen, due volte vincitore diPhoto of the Year al World Press Photo e quattro volte Fotografo dell’anno nel suo paese. Un artista da sempre interessato sia alla comprensione quasi intima dei suoi soggetti che a questioni sociali contemporanee, dalle violazioni dei diritti umani al difficile rapporto uomo-natura.

In “Arctic Outposts” paesaggi e volti raccontano una terra dall’antico legame con la Danimarca e da
più di duecento anni parte, pur con autonomia politica, del Regno danese. Un’isola dove ogni
ottobre, quando il mare inizia a ghiacciare, 14 ufficiali della pattuglia Sirius della Marina danese si
preparano per la perlustrazione su slitta di 16mila chilometri di costa. Creata nel ’41 per contrastare
eventuali incursioni naziste, questa pattuglia è ancora oggi presente per sottolineare la sovranità
danese su una terra che, proprio per le risorse che possiede e per la sua posizione, sta accrescendo
l’interesse da parte di potenze straniere. Nissen, che sarà in collegamento dalla Danimarca durante
l’inaugurazione, ha incontrato alcuni membri della pattuglia Sirius e restituisce, in questa mostra
per la prima volta in Italia, uno spaccato di un territorio immenso e da preservare.

E sempre la Groenlandia è protagonista del secondo appuntamento del festival: la proiezione,
giovedì 16 alle 20.45 (nel cortile del Municipio di Malgrate) di “Arctic Spleen” di Piergiorgio Casotti,
presente all’evento e in dialogo con il critico cinematografico Matteo Marelli. Un documentario,
“Arctic Spleen”, che è un viaggio intimo e personale nella vita giovanile groenlandese, dove natura,
noia, violenza e tradizione stanno da decenni reclamando il più alto dei tributi: ogni anno, nella
Groenlandia dell'est, ben il 25% dei ragazzi tra 15 e 25 anni tenta, infatti, di togliersi la vita.
Tornando alle mostre, dal 17 settembre al 3 ottobre (inaugurazione venerdì 17 alle 18 alla
presenza del fotografo) la lecchese Piazza Garibaldi ospita un altro evento di respiro internazionale:
si tratta di “The Shining Land”, esposizione all’aperto che raccoglie 20 scatti a firma del
fotografo galiziano Carlos Folgoso Sueiro dedicati a un’area della Siberia ricca di depositi
di diamanti.

Un territorio dal futuro incerto, legato alle decisioni di una società – Alrosa –
controllata dal governo russo e per cui lavora oltre il 50% degli abitanti. Durante il socialismo
impegnata nella costruzione di ospedali, teatri e alloggi economici per i lavoratori, dal 2011 Alrosa
è entrata nel mercato azionario, decisione che probabilmente spingerà gli investitori privati alla
riduzione dei costi, contribuendo a un sempre più difficile stile di vita per gli abitanti costretti a fare
i conti con isolamento, dure condizioni climatiche, imprevedibilità del commercio dei diamanti e
desiderio di trasferirsi.

Ma a caratterizzare il cartellone del festival saranno, come sempre, gli appuntamenti con
scrittori e viaggiatori, che di settimana in settimana avranno come fulcro diverse località del
lecchese. Innanzitutto il tradizionale “Tutto il mondo a Lecco”, momento clou dell’intera
kermesse, dove il viaggio si respira per le vie del centro di Lecco. Sabato 18 e domenica 19
settembre Palazzo delle Paure, Palazzo del Commercio e la sala don Ticozzi ospiteranno
una carrellata di venti incontri, tra presentazioni di libri, dibattiti e proiezioni. Ad alternarsi
nelle diverse location saranno giornalisti, studiosi, documentaristi, viaggiatori e fotografi tra cui
Marzio G. Mian, Mauro Suttora, Marina Lalovic, Caterina Borgato e Isacco Emiliani.
Di particolare interesse la presentazione della graphic novel “La Terra, il Cielo e i Corvi” di Teresa
Radice e Stefano Turconi, Bao Publishing. Fissato per le 15.15 di sabato nella Sala Conferenze di
Palazzo del Commercio, l’evento vedrà i due autori, lei scrittrice e lui disegnatore, dialogare con
l’illustratore lecchese Marco Menaballi e lo storico Gianluigi Tognon e parlare di un volume che ha
per protagonisti un soldato italiano e uno tedesco che alla fine dell’inverno del 1943 fuggono da un
carcere in Russia, portando con loro un secondino russo.

Si resta a Palazzo del Commercio anche alle 16.45 per un secondo evento di punta della giornata di sabato: la presentazione di “Groenlandia. L’isola che sta scomparendo” (Laterza editore) del
giornalista del Corriere della Sera Sandro Orlando, per l’occasione in dialogo con l’esperto di
cambiamenti climatici e docente di Mitigazione dei Cambiamenti Climatici al Politecnico di Milano
Stefano Caserini. Un volume che è un viaggio in barca a vela all’interno del fiordo di Scoresby
Sund, per raccontare la crisi climatica in atto e alcuni dei suoi fenomeni, dalle correnti oceaniche
improvvisamente calde ai ghiacciai che si sciolgono.

Venendo alla giornata di domenica 19, particolare attenzione merita l’incontro “Artico in fiamme
fissato per le 16 nella Sala Conferenze del Palazzo delle Paure, dove a riflettere sulle aree polari
come luoghi di indagine antropologica e terreno per sondare gli sviluppi più recenti
dell’Antropocene sarà l’antropologo, geografo, poeta e scrittore Matteo Meschiari, in dialogo con
Erika De Vivo. Sempre domenica – ma alle 17 in sala don Ticozzi – “Natura e umanità, ritratti
dalla Norvegia”, reportage dedicato proprio al paese scandinavo e firmato dalla fotografa e
giornalista Valentina Tamborra, intervistata da Leonardo Parigi dell’Osservatorio Artico.
Tappa infrasettimanale giovedì 23 settembre al centro Fatebenefratelli di Valmadrera, dove si
segnala la proiezione delle 20.45 del documentario di Francesco Catarinolo “La Casa Rossa”. Alla
presenza dello stesso regista e del protagonista Robert Peroni, questo lavoro racconta della scelta
di Peroni, ex esploratore altoatesino, di mollare tutto e trasferirsi, trent’anni fa, nella Groenlandia
orientale, dove vive una popolazione di Inuit che sembra condannata all'estinzione e dove decide
di fondare La Casa Rossa, un rifugio che offre lavoro alla gente del posto rimasta senza niente.

Ci si sposta nel comune di Civate, invece, per un altro appuntamento fisso del festival: “I viaggi
dell’anima”, in programma per sabato 25 e domenica 26 settembre. Una due giorni, questa,
che mette al centro i viaggi lenti, scanditi dal ritmo dei propri passi, e che permetterà di conoscere
meglio alcuni cammini e itinerari slow. Un fine settimana che proporrà un totale di sette incontri
con instancabili camminatori e appassionati di percorsi a piedi. Tra gli appuntamenti proposti, il
reading di poesie “Errante” a cura del camminatore dell’Appennino Emiliano Cribari (sabato 25
settembre alle 18, nel Chiostro della Casa del Cieco) e “L’Italia che resta è bella dentro” (domenica
alle 16, nella Sala Conferenze di Villa Canali), dialogo tra i giornalisti Gianni Augello e Luca
Martinelli. Un viaggio a due voci, quest’ultimo, nelle aree montane e interne del nostro Paese, alla
scoperta di chi vive in questi territori e ha il coraggio di restare e progettare un futuro in luoghi
considerati marginali.

Si raggiunge Mandello del Lario venerdì 1 ottobre, quando alle 20.45 il Teatro Fabrizio De André
ospita la proiezione di “Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord” di Dario Acocella (presente
all’evento), documentario che racconta il viaggio dello scrittore Cognetti a bordo di un camper e
alla volta dell’Alaska. Infine, novità di questa edizione e chiusura del festival, il seminario
internazionale “African Flow”. A cura dell’associazione Centro orientamento educativo e in
programma il 2 e il 3 di ottobre a Barzio, questo focus rientra nel progetto “Confini, frontiere,
identità. (Inter)cultura di qualità in provincia di Lecco” e ha l’obiettivo di raccontare il continente
africano attraverso il suo cinema (informazioni e iscrizioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.coeweb.org).

 Per conoscere il programma con tutti gli appuntamenti di questa edizione
del festival visitare il sito www.immagimondo.it o scaricare il pieghevole a questo link:
http://www.immagimondo.it/wp-content/uploads/2021/08/pieghevole_2021_web.pdf
Per informazioni: Les Cultures OdV| 0341284828 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Da due edizioni “Immagimondo” rientra nel programma di “Confini, frontiere, identità.
(Inter)cultura di qualità in provincia di Lecco”, un progetto sostenuto da Fondazione Cariplo e che
vede Les Cultures come capofila e Associazione Centro Orientamento Educativo - COE come
partner.

Il festival vede come partner istituzionale il Comune di Lecco ed è realizzato con il contributo di
Fondazione Cariplo, dei comuni di Civate, Valmadrera, Mandello del Lario e Malgrate, della
Provincia di Lecco e di Confcommercio Lecco e il patrocinio di Regione Lombardia, Camera di
Commercio Como-Lecco e Touring Club Italiano. Sponsor: Assiteca, Acel Energie.

Il festival si svolgerà nel rispetto delle norme in vigore per la prevenzione e il contenimento del
coronavirus. Potrebbe essere obbligatoria la raccolta dei dati personali dei partecipanti e il green
pass. Gli aggiornamenti in tema di misure di sicurezza verranno riportati nella sezione news del sito
www.immagimondo.it e su tutti i canali di comunicazione del festival. Sarà necessario rispettare la
segnaletica e seguire le indicazioni dei volontari addetti alla gestione delle aree eventi.

IN ALLEGATO LA LOCANDINA DI IMMAGIMONDO

Sabato, 12 Giugno 2021 06:59

AMPIO PROGRAMMA ESTIVO PER IL PLANETARIO

in Cultura

Il Planetario propone un’estate ricca di iniziative. C’è un ritorno assai gradito per le famiglie, i campus per i ragazzi dai 7 agli 11 anni, e ci sarà una novità assoluta: il ciclo “L’Universo dentro e fuori di me”, che abbina consapevolezza di sé, meditazione e astronomia. Oltre a eventi speciali come l’Asteroid Day e ai venerdì di approfondimento nel fresco del cortile del Belgiojoso, con una grande ricchezza di temi. Luglio poi partirà con la rassegna di cinema d’animazione “Fantasmagorie”, in collaborazione con Dinamo Culturale

Partiamo dai campus: i genitori, dopo un anno di attesa per il Covid, li aspettavano. Ce ne saranno ben sette, su quattro livelli di difficoltà diversi. I ragazzi dal lunedì al venerdì, per tre ore nella mattinata, assisteranno a proiezioni nella cupola, lezioni di approfondimento e laboratori di astronomia. Ecco le date: 21-25 giugno primo livello; 5-9 luglio secondo livello; 19-23 luglio terzo livello. Il quarto livello e gli altri campus si terranno dal 30 agosto al 10 settembre, due dei quali al pomeriggio. Per ogni informazione e per le iscrizioni bisogna chiamare il 328.8985316 (Loris Lazzati).

Una novità assoluta è il ciclo “L’universo dentro e fuori di me”, un percorso alla ricerca della consapevolezza del proprio respiro che parte dall’ascolto del proprio corpo, con la guida di due istruttrici Odaka Yoga (Cecilia Corti e Anna Dell’Era) sino ad arrivare al cosmo, con la serata finale curata da Loris Lazzati e intitolata “Siamo polvere di stelle”. Il ciclo comincerà mercoledì 16 giugno alle 18.30 con un’introduzione gratuita al percorso vero e proprio che avrà tre appuntamenti: mercoledì 30 luglio “Consapevolezza di sé”, mercoledì 7 luglio “In armonia con lo stress” (per questi primi due appuntamenti si può scegliere tra due turni, il primo mattutino alle 7.30, il secondo pomeridiano alle 18.30) e venerdì 9 luglio alle 21 (la serata astronomica). Si può partecipare all’intero ciclo (iscrizione al costo speciale di 20 euro entro il 16.06) o alle singole serate. Tutto su prenotazione, da effettuare con una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. che è il riferimento anche per tutte le altre iniziative tranne che per Fantasmagorie (in questo caso le prenotazioni vanno inviate a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

L’Asteroid Day riprende una tradizione consolidata da ormai 6 anni. In prossimità del 30 giugno, data in cui si verificò il catastrofico schianto di Tunguska, la ricorrenza viene celebrata in tutto il mondo con iniziative scientifiche. Il Planetario proporrà venerdì 25 giugno, alle 21, una serata sugli impatti di asteroidi, i rischi e le missioni spaziali dirette agli asteroidi anche in vista di una difesa della Terra.
Domenica 27, alle ore 16, ci sarà l’AsteroidDay vero e proprio, dedicato alle famiglie e anche ai più piccoli, dove si imparerà a “cucinare” una cometa e si potrà vedere illustrato il modellino di una vera sonda diretta in scala 1:2.
Luglio si aprirà con tre serate, l’1, il 2 e il 3, dedicate a Fantasmagorie, rassegna di film fantastico di animazione con presentazione dei film da parte degli esperti dell’associazione Dinamo Culturale.

I venerdì sera vedranno conferenze di notevole fascino: il 18 giugno “Il caso Plutone: perché non è più un pianeta?” (tenuta da Loris Lazzati), il 16 luglio “Alla velocità della luce… e oltre” (Stefano Covino), il 23 luglio “Sbarco sulla Luna: verità scientifica o finzione hollywoodiana?” (Loris Lazzati) e il 30 luglio il ritorno di Luca Perri con “La scienza di Star Wars”.
Questo venerdì, 11 giugno, alle 21, e domenica 13 giugno alle 16 si terranno le ultime due cupole prima della pausa estiva (riprenderanno regolarmente in settembre).

Martedì, 18 Maggio 2021 11:27

LA SCOMPARSA DI FRANCO BATTIATO

in Cultura

L’Era del cinghiale bianco si è definitivamente conclusa ieri. Con Franco Battiato, classe 1945, scompare uno dei fondamenti della musica italiana. Non solo di quella “leggera” alla quale il maestro di Ionia aveva strappato brandelli di sincerità per un interminabile esperimento di contaminazione durato 50 anni.

Dalla musica sinfonica alla meditazione sufi. Dalle “canzonette” alla musica lirica. Dal cinema alla pittura, alla filosofia “dell’anima”, alla politica. Lui non si è mai stancato di esperire, solcando profondità abissali, tutto quanto c’è nell’uomo e intorno all’uomo. Voleva sempre, instancabilmente, capire, vedere, rischiare, comunicare. Ecco. Il termine esatto per indicare uno degli aspetti essenziali della sua attività artistica complessiva è proprio la comunicazione aperta al mondo e riavvertita per procedere sempre oltre. Per scoprire l’oltranza e L’ombra della luce. Un autore certamente “difficile” in grado però di disegnare un tragitto fecondo. Tragitto inciso da decenni nella storia della musica, capace di far convergere in un punto di intersezione Vite parallele che altrimenti non si sarebbero mai incontrate. Amava i paradossi.

E si muoveva lungo un percorso interno anche a quella sensibilità popolare che è parte significativa dei successi del cantautore siciliano e che ha sempre, dico inspiegabilmente, catturato l’attenzione anche di chi come me non ha mai seguito con costanza e grande interesse le sue esplorazioni. Ma le suggestioni sonore di Battiato colpiscono immediatamente anche l’orecchio più distratto, meno sensibile meno interessato alla scoperta delle Correnti gravitazionali dirette verso un Centro di gravità permanente che giustifichi la vita e spieghi La cura che ce ne prendiamo. La vita e l’arte di Battiato non hanno mai seguito percorsi rettilinei, dunque scontati, però lineari, zigzagando ovunque si manifestassero Segnali di vita da assorbire e amare perché Tutto l’universo obbedisce all’amore. Battiato non c’è più. Con lui, almeno in parte, la Musica muore.

 

Grazie al manoscritto del Museo Manzoniano di Lecco la prima stesura de I promessi sposi cambia ufficialmente titolo
Da "Fermo e Lucia" a "Gli Sposi promessi": questa sensazionale scoperta verrà divulgata in occasione della rassegna manzoniana organizzata dal Piccolo Teatro di Milano per festeggiare i 200 anni dall’inizio della stesura del romanzo

SISTEMA MUSEALE URBANO LECCHESE

Il 24 aprile 1821 Alessandro Manzoni dava inizio alla prima stesura di quello che sarebbe diventato il suo capolavoro: I promessi sposi. 200 anni dopo, in questa ricorrenza, il Piccolo Teatro di Milano inaugura un ciclo di incontri online che comprenderà la lettura integrale, suddivisa in diversi podcast, del testo del romanzo nell’edizione del 1827. La parola manzoniana sarà inframmezzata da interventi di grandi studiosi su temi di attualità suggeriti dall’opera. Questa iniziativa dall’intento fortemente divulgativo non avrà come titolo "Fermo e Lucia" con cui tradizionalmente è stata appellata la prima stesura, sebbene Manzoni non la avesse mai indicato personalmente, bensì "Gli Sposi promessi".

La tesi è stata suffragata dai maggiori studiosi di Manzoni, ma è la prima volta che viene presentata al grande pubblico. Tuttavia, l’aspetto più interessante è che la prova della sua fondatezza è stata fornita da un documento inedito conservato dal Museo Manzoniano di Lecco ed esposto nella sala 8 del nuovo allestimento.

Il manoscritto, composto da decine di pagine legate in un volume, è diviso in due parti: la prima, intitolata Gli Sposi promessi, risale al 1824, quando Don Lisander, non contento del risultato, stava riscrivendo I promessi sposi. Il testo contiene un riassunto dell’opera in cui sono presenti elementi della prima stesura, affiancati ad altri della versione definitiva. Nella seconda parte, invece, è riportata una trascrizione della fondamentale lettera a Cesare D’Azeglio Sul Romanticismo, con un’integrazione di altra mano, che è stata riconosciuta da alcuni tra i maggiori studiosi come una nota autografa dello stesso Alessandro Manzoni.

Per questo motivo La Prof.ssa Paola Italia dell’Università degli Studi di Bologna, che ha coordinato le ricerche sul manoscritto lecchese individuandone le chiavi interpretative ed è anche tra i curatori della rassegna organizzata dal Piccolo Teatro, ha proposto di intitolare l’iniziativa Gli Sposi promessi e non, appunto, Fermo e Lucia.

La notizia della straordinaria scoperta è circolata in recenti occasioni solo a livello strettamente accademico: la sua prima divulgazione al grande pubblico, che verrà sottolineata nell’incontro inaugurale nella giornata del 5 maggio sul sito gruppo.intesasanpaolo.com e sulle piattaforme audio streaming Spotify, Apple Podcast e Google Podcast, assume, quindi, una particolare rilevanza per la città di Lecco e per i suoi Musei.

Il commento dell'assessore alla Cultura del Comune di Lecco Simone Piazza: "Il Museo Manzoniano di Lecco, riallestito nell’ottobre 2019 con un impianto fortemente innovativo, non solo ha collaborato con la Prof.ssa Paola Italia e l’Università di Bologna per consentirne lo studio, ma ne ha evidenziato l’importanza all’interno del nuovo allestimento arricchendo la sala 8 in cui il prezioso reperto è esposto anche di un’installazione multimediale. Questo anche se in quel momento non si erano ancora concluse le ricerche che hanno successivamente portato alla scoperta dell’inedita nota autografa di Alessandro Manzoni. In un momento come questo, in cui i Musei riaprono dopo le obbligatorie chiusure causate dalla pandemia e sono bisognosi di iniziative di alto livello culturale, questo avvenimento riveste una particolare importanza e, non a caso, prevede anche il patrocinio del Comune di Lecco. Il manoscritto è ancora pieno di misteri per quanto riguarda molti suoi aspetti, tra cui l’identità degli autori, gli ignoti copisti e i molti, oscuri, passaggi di proprietà attraverso cui è giunto al Museo Manzoniano di Lecco. La ricerca, infatti, proseguirà e richiederà complesse analisi e strumentazioni di carattere scientifico. I particolari di questa avvincente storia verranno raccontati durante la prossima edizione della rassegna Lecco Città dei Promessi sposi che gli dedicherà lo spazio dovuto".

Domenica, 11 Aprile 2021 17:53

UN RICORDO DI PIERFRANCO INVERNIZZI

L`ultima volta che avevo parlato con Pierfranco, sempre cordialissimo e gentilissimo, non mancava mai di salutare anche quando passava con la sua jeep, era stato recentemente sulla vita di Antonia Pozzi.

Lui l`aveva conosciuta da bambino, in quel lontanissimo passato (siamo negli anni Trenta del Novecento) a dimostrazione di come la sua vita fosse davvero intrecciata alla lunga storia della Valsassina.

" Mio padre era molto amico del padre della sfortunata Antonia, Roberto Pozzi (come noto avvocato e Podesta` di Pasturo per diversi anni durante il Fascismo) e avevano anche un carattere simile: amavano i cavalli, le lunghe passeggiate col cavallo, ed erano entrambi molto autoritari in famiglia".

Cresciuto con una educazione rigida ma con ottime maniere, sarebbe veramente difficile ricordare tutte le attivita` e tutte le iniziative a cui ha partecipato.

E` stato l`ultimo proprietario delle Miniere di Barite di Cortabbio, ancora in funzione fino ad anni recenti, e oggi diventate un centro di attrazione turistica, sulla base di un progetto realizzato dal figlio Tommaso.

Ma soprattutto, come ho gia` brevemente ricordato, era una miniera di informazioni, notizie storiche (e non solo sulla geologia) un punto di riferimento per chiunque volesse fare ua ricerca sulla storia valsassinese.

Alla morte di Giulio Selva, notissimo giornalista introbiese scomparso nel 1990, fu lui a ritirarne l`archivio per conto dell`Associazione Amici della Torre (ed eravamo rimasti in parola di scriverne qualcosa, a 30 anni di distanza).

Ma soprattutto un punto di riferimento per molti professori e studiosi: dalla paleofrana di Cortabbio, circa diecimila anni prima di Cristo (subito dopo la fine della glaciazione) fu lui a darmi le pubblicazioni di un convegno in merito, tenutasi guarda caso poco prima che crollasse la nuova frana di Cortenova nel 2002.

Collaboro` a lungo con il professore dell`Universita` di Bergamo Marco Tizzoni, sia per i ritrovamenti archeologici di uno scavo riguardante l`estrazione del ferro in eta` romana ai Piani d`Erna, sia per una ricerca sulle miniere di Premana nel Cinque-Settecento e dei Notai che avevano siglato le concessioni, pubblicata per conto del Museo di Lecco.

Ugualmente collaborava con altri ricercatori, sulla storia dei Bergamini, dei minerali, di cio` che maggiormente rappresentava la storia valsassinese.

Non mancava mai di partecipare, con la moglie Bice, ai mercatini dell`artigianato che si sono tenuto all`ombra della Torre di Introbio sia a Natale che in Agosto.

Con lui scompare, dopo Flavio Selva, un altro grande promotore e protagonista della cultura valsassinese.
Condoglianze davvero a tutta la famiglia per questa improvvisa scomparsa.

La Biblioteca Civica di Olginate lo scorso 8 aprile ha intervistato la docente del Liceo A. Manzoni di Lecco, Laura Polo D'Ambrosio, in merito a due saggi presenti nell'opera "I Todeschini. Una famiglia di artisti", edito da Cattano Editore con il patrocinio del Comune di Introbio. Dell'intervista vi proponiamo il video condiviso su FB dalla stessa Bibiloteca olginatese.
 
 
Lunedì, 05 Aprile 2021 07:33

PASQUA CON CHI PUOI !

Italia rossa fino a domani. E pure in seguito, ancorché con qualche attenuazione. La Valsassina non costituisce una discontinuità con il resto del Paese. Anche qui strade semideserte, locali e negozi serrati, alimentari a parte. Con pochissime eccezioni. Un tempo la Pasqua era “con chi vuoi”. Oggi, ai tempi del corona virus, è “con chi puoi”. Stiamo andando, noi e il mondo, fuori misura.

Ma per ottenere un mondo "a misura d'uomo" sarebbe necessario lasciare all'uomo la possibilità di misurare il mondo con la cadenza dei passi. È il passo lento ma sicuro della vita, la successione delle impronte umane guidate da quell'elan vital che preferisco chiamare buon senso, a garantire un percorso sostenibile e condivisibile. Proprio così, sui marciapiedi delle città come lungo i sentieri di montagna, seguendo i solchi scavati nei boschi, persino nella roccia, da milioni di passi umani che disegnano sempre la strada più "giusta", se non la più breve. Sempre la più sicura. Nonostante sia "vietato calpestare le aiuole". Per queste ed altre mille ragioni condivido l’idea di un Parco in Val Biandino, dove potrebbe muovere i primi passi un nuovo, minuscolo spiraglio di umana presenza. Anche se la pandemia mostra denti feroci.

Quando, durante la “bella estate” del 2020, parlavamo del "coronavirus che ci siamo lasciati alle spalle" stavamo commettendo un peccato grave di ottimismo. Temo proprio che lui, il virus, sia ancora ben fermo davanti a noi. E che ci resterà forse ancora a lungo. Troppa fretta di ricominciare. Troppo affanno per avviare una ripartenza dagli esiti incerti e pericolosi. Certo l'economia, la produzione, la vita quotidiana spingono con forza in questa direzione. E comprendiamo perfettamente le ambasce espresse qualche giorno fa da Fabio Dadati, a proposito dei viaggi aerei all’estero nonostante l’emergenza Covid e delle difficoltà nelle quali versano migliaia di esercizi nel settore turistico e della ristorazione.

Viene però allo scoperto, in questo frangente, grazie o a causa del virus, il problema di fondo prodotto dalla modernità: l'impossibilità di fermarsi, di riprendere fiato. Il mondo globalizzato non ammette rallentamenti, non sopporta pause. La spinta poderosa e cieca verso la "produttività" nasconde l'incapacità, temo radicalmente umana, di fermarsi e riflettere sul percorso e sulla meta. Decrescita felice? Per ora è solo crescita infelice. Stiamo avanzando alla cieca, a velocità folle delegando alla tecnologia funzioni che un tempo spettavano all'ideologia. E la tecnica, (metamorfosi del capitale) nuovo mito totemizzato del mondo, ha sempre più fretta.

A proposito: " le condizioni della selezione non raggiungono e non investono più l'uomo (...) poiché egli ha imparato ad assoggettare al processo dell'adattamento, invece di se stesso, i propri artefatti e i propri strumenti. Il mondo in cui viviamo è tanto meno un mondo darwinistico quanto più la teoria e la tecnologia sono mondi darwinistici oggettivati." Così Hans Blumenberg sembra indicare, con parole diverse, le conclusioni di Emanuele Severino (personaggio certamente non in odore di marxismo) quando il filosofo afferma che "Diventando lo scopo supremo delle forze che intendono servirsi della tecnica, quest'ultima usa e consuma tali forze, che si sono trasformate in mezzi. Cioè usa e consuma l'umanità in modo sempre più adatto al proprio indefinito potenziamento."

Tecnica = capitale ? Temo di sì. Proprio queste conclusioni, mi sembra, si possano trarre osservando il nostro mondo anche grazie al filtro potente della pandemia che, in realtà non ha altre origini, altre radici se non quelle che affondano nella globalizzazione la quale, lo ricordo, non è un progetto, né un disegno. Non è un "atto" ma un "fatto" che noi ci sforziamo di guidare ma di cui, in realtà, siamo solo semplici funzionari. La sto facendo troppo lunga. Chiudo citando un pensatore "anomalo" sotto tutti i punti di vista. In un appunto del 1887 Nietzsche scriveva che "l'amministrazione economica globale della Terra (...) che inevitabilmente ci attende (...) è un consumo sempre più economico degli uomini e dell'umanità". I mezzi sono diventati fini, i fini mezzi. Chi aveva posto l'uomo sulla testa? E chi lo aveva rimesso in piedi? Nihil novum sub sole.

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