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Domenica, 28 Aprile 2024 11:33

PAPA FRANCESCO AI GIOVANI: "ALZATI E VAI"

in Cultura

Questa mattina il Santo Padre era a Venezia ed ha pronunciato un discorso diretto ai giovani ricco di riflessioni che abbiamo pensato fosse giusto proporre ai nostri lettori.

 

È bello vedervi! Trovarci insieme ci permette di condividere, anche solo attraverso una preghiera, uno sguardo e un sorriso, la meraviglia che siamo. Infatti tutti noi abbiamo ricevuto un dono grande, quello di essere figli di Dio amati, e siamo chiamati a realizzare il sogno del Signore: testimoniare e vivere la sua gioia. Non c’è cosa più bella. Non so se vi è capitato di vivere alcune esperienze così belle da non riuscire a tenerle per voi, ma da sentire il bisogno di condividerle. Tutti noi abbiamo questa esperienza, una esperienza tanto bella che uno sente il bisogno di condividerla. Noi siamo qui oggi per questo: per riscoprire nel Signore la bellezza che siamo e rallegrarci nel nome di Gesù, Dio giovane che ama i giovani e che sempre sorprende. Il nostro Dio ci sorprende sempre. Avete capito questo? È molto importante, essere preparati alle sorprese di Dio!

Amici, qui a Venezia, città della bellezza, viviamo insieme un bel momento di incontro, ma stasera, quando ciascuno sarà a casa, e poi domani e nei giorni a venire, da dove ripartire per accogliere la bellezza che siamo e alimentare, da dove ripartiamo per cogliere questa bellezza? Vi suggerisco due verbi, per ripartire, due verbi pratici perché materni: due verbi di movimento che animavano il cuore giovane di Maria, Madre di Dio e nostra. Lei, per diffondere la gioia del Signore e aiutare chi era nel bisogno, «si alzò e andò» (Lc 1,39). Alzarsi e andare. Non dimenticare questi due verbi che la Madonna ha vissuto prima di noi.

Prima di tutto, alzarsi. Alzarsi da terra, perché siamo fatti per il Cielo. Alzarsi dalle tristezze per levare lo sguardo in alto. Alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano. Avete pensato, immaginato, cos’è un giovane per tutta la vita seduto sul divano? L’avete immaginato questo? Immaginate questo; e ci sono divani diversi che ci prendono e non ci lasciano alzare. Alzarsi per dire “eccomi!” al Signore, che crede in noi. Alzarsi per accogliere il dono che siamo, per riconoscere, prima di ogni altra cosa, che siamo preziosi e insostituibili. “Ma padre, Papa o signor Papa, no, non è vero, io sono brutto, io sono brutta…”. No, no, nessuno è brutto e ognuno di noi è bello, è bella e ha un tesoro dentro di sé, un bel tesoro da condividere e dare agli altri. Siete d’accordo su questo o no? Sì? E questo, sentite bene, non è autostima, no, è realtà! Riconoscere questo è il primo passo da fare al mattino quando ti svegli: scendi dal letto e ti accogli in dono. Ti alzi e, prima di tuffarti nelle cose da fare, riconosci chi sei ringraziando il Signore. Gli puoi dire: “Mio Dio, grazie per la vita. Mio Dio, fammi innamorare della mia vita”. Riconosci chi sei tu e ringrazi il Signore. Gli puoi dire: “Mio Dio, grazie per la vita. Mio Dio, fammi innamorare della vita, della mia vita. Mio Dio, Tu sei la mia vita. Mio Dio, aiutami oggi per questo, per quest’altro… Tu sai, mio Dio, sono innamorata, sono innamorato, aiutami, aiutami a far crescere questo amore e poi finire in una coppia felice”. Tante cose belle si possono dire sempre al Signore. Poi preghi il Padre Nostro, dove la prima parola è la chiave della gioia: dici “Padre” e ti riconosci figlio amato, figlia amata. Ti ricordi che per Dio non sei un profilo digitale, ma un figlio, che hai un Padre nei cieli e che dunque sei figlio del cielo. “Ma, padre, questo è troppo romantico!”. No, è la realtà, caro o cara, ma dobbiamo scoprirla nella nostra vita, non nei libri, nella vita, la vita nostra.

Eppure spesso ci si trova a lottare contro una forza di gravità negativa che butta giù, un’inerzia opprimente che vuole farci vedere tutto grigio. A volte ci succede questo. Come fare? Per alzarci – non dimentichiamolo – anzitutto bisogna lasciarci rialzare: farci prendere per mano dal Signore, che non delude mai chi confida in Lui, che sempre risolleva e perdona. “Ma io – potresti dire – non sono all’altezza: mi percepisco fragile, debole, peccatore, cado spesso!”. Ma quando ti senti così, per favore, cambia “inquadratura”: non guardarti con i tuoi occhi, ma pensa allo sguardo con cui ti guarda Dio. Quando sbagli e cadi, Lui cosa fa? Sta lì, accanto a te e ti sorride, pronto a prenderti per mano e alzarti. Questa è una cosa molto bella: sempre sta lì per alzarti.

Vi dirò una cosa che questo mi suggerisce. È bello guardare una persona dall’alto in basso? È bello o non è bello? No, non è bello. Ma quando si può guardare una persona dall’alto in basso, quando? Per aiutarla a sollevarsi. L’unica volta che noi possiamo guardare una persona dall’alto in basso con bellezza è quando la aiutiamo a sollevarsi. E così fa Gesù con noi, quando siamo caduti. Ci guarda dall’alto in basso. Questo è bello. Non ci credi? Apri il Vangelo e guarda cos’ha fatto con Pietro, con Maria Maddalena, con Zaccheo, con tanti altri: meraviglie con le loro fragilità. Il Signore con la nostra fragilità fa delle meraviglie.

E un po’ en passant: voi leggete il Vangelo? Vi do un consiglio. Avete un piccolo Vangelo tascabile? Portatelo sempre con voi e, in qualsiasi momento, apritelo e leggete un piccolo brano. Sempre con voi il piccolo Vangelo tascabile. D’accordo? [rispondono: “Sì!”] Avanti, coraggio!

Dio sa che, oltre a essere belli, siamo fragili, e le due cose vanno insieme: un po’ come Venezia, che è splendida e delicata al tempo stesso. È bella e delicata, ha qualche fragilità che dev’essere curata. Dio non si lega al dito i nostri errori: “Hai fatto così, hai fatto…”. Lui non si lega a questo ma ci tende la mano. “Ma, padre, io ne ho tanti, tante cose di cui mi vergogno”. Ma non guardare te, guarda la mano che Dio ti tende per alzarti! Non dimenticare questo: se tu ti senti con il peso della coscienza, guarda il Signore e lasciati prendere per mano da Lui. Quando siamo a terra, Lui vede figli da rialzare, non malfattori da punire. Per favore, fidiamoci del Signore! Sta diventando un po’ lungo questo, vi siete annoiati? [rispondono: “No!”] Siete educati, va bene!

E, una volta rialzati, tocca a noi restare in piedi. Prima rialzarsi poi stare in piedi, “rimanere” quando viene voglia di sedersi, di lasciarsi andare, di lasciar perdere. Non è facile, ma è il segreto. Sì, il segreto di grandi conquiste è la costanza. È vero che a volte c’è questa fragilità che ti tira giù, ma la costanza è quello che ti porta avanti, è il segreto. Oggi si vive di emozioni veloci, di sensazioni momentanee, di istinti che durano istanti. Ma così non si va lontano. I campioni dello sport, come pure gli artisti, gli scienziati, mostrano che i grandi traguardi non si raggiungono in un attimo, tutto e subito. E se questo vale per lo sport, l’arte e la cultura, vale a maggior ragione per ciò che più conta nella vita. Che cosa conta nella vita? L’amore, la fede. E per crescere nella fede e nell’amore dobbiamo avere costanza e andare avanti sempre. Invece qui il rischio è lasciare tutto all’improvvisazione: prego se mi va, vado a Messa quando ho voglia, faccio del bene se me la sento… Questo non dà risultati: occorre perseverare, giorno dopo giorno. E farlo insieme, perché l’insieme ci aiuta sempre ad andare avanti. Insieme: il “fai da te” nelle grandi cose non funziona. Per questo vi dico: non isolatevi, cercate gli altri, fate esperienza di Dio assieme, seguite cammini di gruppo senza stancarvi. Tu potresti dire: “Ma attorno a me stanno tutti per conto loro con il cellulare, attaccati ai social e ai videogiochi”. E tu senza paura vai controcorrente: prendi la vita tra le mani, mettiti in gioco; spegni la tv e apri il Vangelo – è troppo questo? –, lascia il cellulare e incontra le persone! Il cellulare è molto utile, per comunicare, è utile, ma state attenti quando il cellulare ti impedisce di incontrare le persone. Usa il cellulare, va bene, ma incontra le persone! Sai cos’è un abbraccio, un bacio, una stretta di mano: le persone. Non dimenticare questo: usa il cellulare, ma incontra le persone.

Mi sembra di sentire la vostra obiezione: “Non è facile, padre, sembra di andare controcorrente!”. Ma voi non potete dire questo qui a Venezia, perché Venezia ci dice che solo remando con costanza si va lontano. Se voi siete cittadini veneziani, imparate a remare con costanza per andare lontano! Certo, per remare occorre regolarità; ma la costanza premia, anche se costa fatica. Dunque, ragazzi e ragazze, questo è alzarsi: lasciarsi prendere per mano da Dio per camminare insieme!

E dopo l’alzarsi, andare. Andare è farsi dono, donarsi agli altri, capacità di innamorarsi; e questa è una cosa bella: una giovane, un giovane che non sente la capacità di innamorarsi o di essere amorevole con gli altri, qualcosa gli manca. Andare incontro, camminare, andare avanti.

Cari fratelli, care sorelle, sto finendo, state tranquilli!

Pensiamo al nostro Padre, che ha creato tutto per noi, Dio ci ha dato tutto: e noi che siamo suoi figli, per chi creiamo qualcosa di bello? Viviamo immersi in prodotti fatti dall’uomo, che ci fanno perdere lo stupore per la bellezza che ci circonda, eppure il creato ci invita a essere a nostra volta creatori di bellezza. Per favore, non dimenticate questo: essere creatori di bellezza, e fare qualcosa che prima non c’era. Questo è bello! E quando voi sarete sposati e avrete un figlio, una figlia, avrete fatto una cosa che prima non c’era! E questa è la bellezza della gioventù, quando diventa maternità o paternità: fare una cosa che prima non c’era. È bello questo. Pensate dentro di voi ai figli che avrete, e questo deve spingerci in avanti, non siate professionisti del digitare compulsivo, ma creatori di novità! Una preghiera fatta col cuore, una pagina che scrivi, un sogno che realizzi, un gesto d’amore per qualcuno che non può ricambiare: questo è creare, imitare lo stile di Dio che crea. È lo stile della gratuità, che fa uscire dalla logica nichilista del “faccio per avere” e “lavoro per guadagnare”. Questo si deve fare – faccio per avere e lavoro per guadagnare –, ma non dev’essere il centro della tua vita. Il centro è la gratuità: date vita a una sinfonia di gratuità in un mondo che cerca l’utile! Allora sarete rivoluzionari. Andate, donatevi senza paura!

Giovane che vuoi prendere in mano la tua vita, alzati! Apri il cuore a Dio, ringrazialo, abbraccia la bellezza che sei; innamorati della tua vita. E poi vai! Alzati, innamorati e vai! Esci, cammina con gli altri, cerca chi è solo, colora il mondo con la tua creatività, dipingi di Vangelo le strade della vita. Per favore, dipingi di Vangelo le strade della vita! Alzati e vai. Lo diciamo tutti insieme, gli uni per gli altri! Gesù ti rivolge quest’invito. Lui, a tante persone che aiutava e guariva, diceva: “Alzati e vai” (cfr Lc 17,19). Ascolta questa chiamata, ripetila dentro di te, custodiscila nel cuore. Grazie!

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Domenica, 28 Aprile 2024 09:40

DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA QUINTA DOPO PASQUA

in Cultura

Gesù è nel cenacolo con i suoi discepoli. È l’ultima cena che vive con loro prima della sua passione e morte. Tutte le parole pronunciate da Gesù durante la cena possono essere considerate il suo testamento perché Gesù ha ben intuito cosa gli accadrà. I capi di Israele sono determinati a ucciderlo.

Durante la cena Gesù si rivolge anche direttamente a Dio con una preghiera accorata, intensa.

Gesù chiede che attraverso il dono della sua vita venga glorificato. Entrerà nel buio del tradimento, del rinnegamento, della solitudine, del dolore morale, spirituale e fisico. Sarà abbandonato da tutti e proverà angoscia. Ma nella preghiera tra i suoi chiede che il cammino che lo attende sia un cammino di gloria. Chiede che il suo cammino in discesa fin dentro il baratro della morte non abbia come meta il nulla ma la gloria, sua e del Padre. Chiede che la croce non sia segno di maledizione ma manifestazione della gloria di Dio.

Il chiedere di Gesù è un po’ diverso dal nostro. Noi chiediamo sperando di domandare la cosa giusta, noi chiediamo e speriamo che si realizzi ciò che chiediamo. Quello che Gesù chiede, crede che accadrà certamente e il suo chiedere forse non è altro che dire ancora nella preghiera a Dio la sua totale disponibilità alla sua volontà, è espressione di una comunione profonda  con colui a cui si rivolge. La sua preghiera è un consegnarsi totalmente con gioia, fiducia, senza alcuna esitazione alla volontà di salvezza per ogni uomo, condivisa da sempre con il padre e realizzata nella sua vita con libertà.

Brillerà in tutta la sua verità e bellezza l’amore di Dio verso ogni uomo, la sua volontà di salvezza, il suo desiderio di avere ogni uomo accanto a sé per sempre. L’amore verso tutti considerati finalmente come figli e fratelli si rivelerà come potenza di vita e di vittoria sul dolore e sul male.

La croce sulla quale sarà innalzato non sarà supplizio sconvolgente ma glorificazione. Gesù lo aveva detto: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”.

Dobbiamo imparare a vedere la croce e la passione di Gesù e le nostre come “gloria”. E’ la possibilità di non cedere alla disperazione, di non fuggire ma rimanere, resistere nella fede pura e continuare a desiderare di amare e condividere, di fare della nostra vita un dono.

Quell’ultima sera Gesù ha pregato anche per ognuno di noi e la sua è una grande preghiera di intercessione. Gesù si mette tra Dio e noi e prega perché l’esperienza della croce, del dolore non sia di disperazione ma di gloria, che nessuno si perda ma sappia piuttosto amare, amare tantissimo e fare dell’amore quella luce capace di sbaragliare ogni buio, ogni tenebra. Entriamo nella preghiera di Gesù e facciamola nostra, per noi, per i nostri cari, per tutti.

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Sabato, 27 Aprile 2024 11:30

CORTABBIO: FINITI I LAVORI PER IL PONTE SULLA VALLE DELLA FUS

Le operazioni di finitura al cantiere di Cortabbio a Primaluna hanno segnato la conclusione dei lavori di rifacimento del ponte che attraversa la valle della Fus.

Il progetto di ricostruzione del ponte lungo la Sp 62, mirato a migliorare il deflusso delle acque nel tratto terminale della valle fino al torrente Pioverna, ha coinvolto anche interventi di adeguamento e miglioramento per quanto riguarda la sicurezza stradale.

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La Valle della Fus ha origine lungo il versante meridionale della Cima d’Olino e attraversa il centro storico della frazione di Cortabbio in un alveo regolamentato con sponde e salti di fondo in muratura. Dopo aver attraversato la Sp 62, sfocia nel torrente Pioverna.

L’intervento di rifacimento del ponte stradale e di adeguamento dell’alveo della Valle della Fus è stato avviato in seguito all’alluvione del 12 giugno 2019, che ha colpito l’intera area causando danni al manufatto, interruzioni della viabilità lungo la Sp 62 e danni a proprietà lungo il corso d’acqua.

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Venerdì, 26 Aprile 2024 18:33

TORNEO DOL CHILE: NUOVO FONDO PER IL CAMPO DI MARGNO

Nei giorni scorsi abbiamo annunciato l'edizione 2024 del "Torneo dol Chile", l'evento sportivo nato per ricordare Achille Gobbi, il Maradona della Valsassina, scomparso prematuramente nel settembre del 2021.
Oggi sui social del torneo è apparso questo post che ci è sembrato giusto e doveroso proporre anche ai lettori di Valbiandino.net.
 
"Grazie al contributo dei numerosi sponsor e delle persone che negli scorsi anni ci hanno seguito costantemente durante la preparazione e durante le serate di svolgimento del Torneo, anche quest’anno siamo riusciti ad aggiungere un tassello importante al miglioramento dell’impianto sportivo di Margno. Siamo orgogliosi di esser riusciti a sistemare il fondo del campo di calcio, aggiungendo un importante quantitativo di materiale, per permettere sia alle Squadre partecipanti al Torneo sia ai Ragazzi che durante l’anno usufruiscono dell’impianto stesso, una migliore esperienza di gioco.
Ricordiamo che il Campo dell’Oratorio di Margno è un bene di tutti e per questo chiediamo a tutti di usufruirne nel Rispetto e nel Bene della Collettività.
Grazie a Tutti! Grazie a nome di Achille!"
 
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Venerdì, 26 Aprile 2024 17:44

AMBROGIO ARTUSI DI INTROBBIO, LA PRIMA GUIDA DELLA VALSASSINA

in Cultura

Volevo segnalare questo misterioso Artusi Ambrogio, la prima guida alpina ufficiale per i monti della Valsassina (precedente al Folat) verso la metà dell'Ottocento.
Ne parla brevemente la rivista S.E.L. nel lontano febbraio 1931  (vedi foto sotto).
Da allora il silenzio.
Ho trovato il suo nome su alcune guide alpine di fine ottocento-inizio novecento.
Sarebbe interessante avere qualche ulteriore notizia su questa figura importante per l'alpinismo in valle.
In allegato copertina rivista S.E.L, e articolo con sua foto +Annuario della sezione di Milano del Club alpino italiano del 1892 che lo segnala come guida.

Chi ne abbia notizie è pregato di mandare una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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Venerdì, 26 Aprile 2024 11:34

RICCHI PREMI E COTILLONS PER I FANS DI GRATTAROLA

Mancano più o meno 45 giorni alla tappa del mondiale trial che si svolgerà in Valsassina ed il Matteo Grattarola Fans Club è ovviamente al lavoro per rendere mitica questa edizione che vedrà il pilota di Margno protagonista.

L'iniziativa più recente è quella che vi proponiamo in copertina con aperitivo in palio per il gruppo più "rumoroso", per lo striscione più "simpatico" e, infine un buono pranzo per il tifoso più "originale".

E cresce l'attesa soprattutto per conoscere il vincitore di quest'ultimo premio...

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Venerdì, 26 Aprile 2024 09:44

TANGENZIALE DI PRIMALUNA: CLAUDIO BARUFFALDI COMMENTA IL RECENTE INCONTRO CON I PROGETTISTI

Ho saputo degli esiti della riunione pubblica richiesta al sindaco di Primaluna anche durante i recenti incontri sulla fusione dei comuni confinanti, sostanzialmente per illustrare i dettagli tecnici del progetto anche ai proprietari dei terreni più interessati ma, inaspettatamente, si è venuti a conoscenza delle ultime quanto inattese modifiche di un tracciato, a vari colori, di cui si parla da tempo immemore e si dava per definitivo mentre invece si apprende che, ad oggi, lo stesso "tracciato definitivo" è ancora in fase di ulteriore definizione.
Transeat. Dico grazie al sindaco di Primaluna ma a quando la parola fine?
Pur essendo stato avvertito da qualche amico del paese ho ritenuto di non partecipare visto che la storia la conosco bene e ne ho scritto a più riprese su vari organi di stampa locali e dunque l'unica notizia che davvero mi interessava e soprattutto interessa a chi ci tiene alla risoluzione integrale del problema viabilistico, mi risulta non sia arrivata.
Il problema, di vil pecunia, è legato al completo superamento di tutti i nuclei abitati nel comune di Primaluna e dunque si attendeva di sapere non soltanto dove passerà questa futuribile arteria stradale attesa dai primi anni 80 ma sarebbe stato interessante avere conferma da parte dell'attuale governo della Provincia se esiste la forte volontà politica, e non solo a parole, di darsi da fare per trovare in fretta quei milioni che ancora mancano per completare l'opera.
Oggi si insiste a parlare di 8 milioni di euro da trovare quanto prima e soprattutto prima che la cosa cada nel dimenticatoio ma tutti sappiamo che fra qualche anno non basteranno più, visto che per arrivare a Cortabbio, di anni, ce ne vorranno minimo quattro o cinque. Così dice, in alto loco, chi dice di saperla lunga.
A proposito di trovare rapidamente i finanziamenti mancanti, anche ieri sera, infatti, si sono sentite solo le solite e vaghe pie intenzioni ma nulla di concreto e davvero credibile: aspetta e spera mi ha detto un caro amico stamattina chiamandomi dalla Valle!!
Non è però mancata da parte dei relatori, bontà loro, la presa d'atto con relativa comunicazione URBI ET ORBI dei disagi che i residenti di Cortabbio certamente dovranno sopportare durante gli anni (quanti in realtà!!) che servono per la realizzazione del primo lotto funzionale e in attesa del secondo.
Ma anche questo lo sapevamo e non da ieri e ne avevo già scritto e non sono stato l'unico.
Nel frattempo lo skyline di Cortabbio e il conseguente stravolgimento ambientale, con il relativo inquinamento acustico e atmosferico di cui nessuno, stranamente, parla accuratamente alla popolazione, rischiano di diventare definitivi, in nome di questa soluzione-provvisoria e ancora abborracciata e, salvo miracoli dell'ultimo anno, cambierà per sempre.
È bene dirlo chiaro a chi ci abita e dovrà farci i conti tutti i giorni e chissà fino a quando.
Per farci digerire la pillola non basta certamente che la si indori con contrita rassegnazione da parte degli addetti ai lavori e in nome di una farraginosa soluzione "per il bene di tutti" e nemmeno giova a riempire il vuoto salvadanaio di Villa Locatelli che l'altrettanto contrito rappresentante politico "pro tempore" della Provincia, tardivamente, si cosparga il capo di cenere anche per l'inevitabile impatto ambientale.
Con buona pace per la sorte dei centenari platani che dovrebbero lasciare spazio alla costruenda mega rotonda di fronte all'abitato, così cari alla popolazione di Cortabbio e a chi transita e da decenni attraversa il paese sulla "vecchia" strada provinciale.
Dopo questa riunione di "storico" c'è solo e soltanto la conferma che mancano gli stessi milioni di euro che mancavano l'anno scorso e due anni fa!!
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