Riforma fiscale, la proposta di legge sulla TASP
Agevolazioni per le donne che iniziano o tornano al lavoro
Come già anticipato in apertura, il "Documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulla riforma dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario", approvato dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato, impegna oggi il Governo su battaglie storiche del Partito Democratico in materia di fisco: la riduzione delle tasse per chi ne paga troppe, l'agevolazione per il secondo percettore di reddito (nel 90% dei casi donne), gli incentivi per i giovani.
Entrando nel merito della questione legata al mondo del lavoro femminile, pochi giorni fa, insieme al segretario Enrico Letta, alla capogruppo alla Camera Debora Serracchiani e al responsabile Economia della segreteria PD Antonio Misiani, abbiamo presentato una proposta di legge per la riforma del fisco, denominata TASP (tassazione agevolata del secondo percettore, di solita donna) e pensata specificatamente per proporre agevolazioni fiscali in favore delle lavoratrici che iniziano o riprendono il lavoro dopo la maternità e per chi, nelle coppie, ha il reddito più basso.
L'Italia è oggi un Paese che non fa figli e che, rispetto ad altri, vede meno donne impegnate nel mondo del lavoro. E questo nonostante tutte le ricerche dicano che la natalità è maggiore dove è maggiore l'occupazione femminile. Abbiamo il dovere di porre fine a queste disuguaglianze. Solo così potrà esserci una vera ripresa economica e sociale del nostro Paese.
Di seguito, una sintesi dei benefici previsti dalla TASP:
destina l’attuale detrazione per coniuge a carico a favore del secondo percettore in famiglia (per le famiglie con ISEE di 30.000 euro) per i primi 3 anni di attività lavorativa sempre che il reddito del secondo percettore non superi i 40.000 euro, trasformando le attuali detrazioni in crediti d’imposta IRPEF al fine di concedere il beneficio anche nel caso di incapienza d’imposta;
riconosce un credito d’imposta corrispondente al 30 per cento del congedo parentale alle lavoratrici che rientrano a lavoro dopo il periodo di astensione obbligatoria per maternità fruibile fino al terzo anno di vita del bambino da utilizzare per le attività di cura e educazione dei figli minorenni;
incentiva le famiglie che hanno diritto al Reddito di cittadinanza prevedendo la possibilità di continuare a beneficiare del 50 per cento del reddito di cittadinanza da parte del secondo percettore che rientri nel mondo del lavoro e, alla scadenza, per i 18 mesi successivi, di fruire di un credito d’imposta corrispondente alla metà della retribuzione media giornaliera, comunque non superiore a euro 500 mensili, per le attività di cura e educazione dei figli minorenni.