La circolare del ministero della Salute consiglia la somministrazione entro i sei mesi dalla malattia e non oltre i 12 mesi
Chi ha contratto il Covid potrà fare una sola dose di vaccino, entro sei mesi dalla malattia e comunque non oltre l’anno. Lo comunica la circolare del ministero della Salute annunciata il 22 luglio ed emessa dopo il parere del Comitato tecnico scientifico sulla questione.
Tra i non vaccinati figurano oggi anche per le persone che hanno contratto la malattia da Sars-Cov-2 in passato. Sono stati condotti degli studi per comprendere come, in quale misura e soprattutto per quanto tempo un soggetto che si è ammalato e poi è guarito ha anticorpi sufficienti contro il Covid-19. È possibile, infatti, che la presenza degli anticorpi diminuisca con il passare del tempo sino a indebolirsi nell’arco di 9 mesi circa. Per questo motivo anche chi è stato positivo al Covid-19 dovrà vaccinarsi, ma secondo modalità diverse da chi non è mai stato infettato.
Una sola dose di vaccino entro l’anno
La circolare ministeriale dichiara che è “possibile considerare”, nei soggetti guariti dal Covid-19, la somministrazione di una sola dose, ma in tempi prestabiliti. La finestra temporale non deve superare il dodicesimo mese dalla guarigione.
Altro caso è, invece, quello dei soggetti con condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici e che sono stati malati di Covid. Per queste persone la circolare raccomanda la vaccinazione completa con due dosi.
La circolare dice anche espressamente che, per decidere se e come è il caso di fare il vaccino, i test sierologici non vengono consigliati:
“Si coglie l’occasione per ribadire che, come da indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’esecuzione di test sierologici, volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus, non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale”.