Il certificato non serve per i trasporti locali, ma è obbligatorio per aerei, navi e traghetti a eccezione di quelli dello stretto di Messina. Obbligatorio nelle università
È obbligatorio da domani, primo settembre 2021, il Green pass sui treni di lunga percorrenza, sui trasporti interegionali e su navi a traghetti. A eccezione dello stretto di Messina, i mezzi di trasporto che collegano isole e penisola o più regioni sul territorio nazionale richiederanno il certificato verde, cioè almeno una dose di vaccino o un tampone negativo.
Come previsto dalla norma che ha introdotto il Green pass, da settembre si applicano le ulteriori regole che mirano a gestire gli ingressi e i movimenti dei cittadini limitando il rischio di contagio. Il Green pass, già in vigore per consumare al chiuso presso bar e ristoranti, seduti al tavolo e per entrare in biblioteche e musei, si estende ai mezzi di trasporto. Il criterio è stato quello di normare i viaggi a lunga percorrenza – ricordiamo che più tempo si trascorre in un ambiente chiuso, più aumentano i rischi di contagio, nel caso nel locale via circoli un’infezione -; per i viaggi su autobus, metropolitane e linee locali il Green pass non è obbligatorio.
Green pass dal primo settembre: che cosa succede
Le sanzioni per chi viaggia senza Green pass vanno da 400 a 3 mila euro. Sono, come per le altre circostanze, sono esclusi dall’obbligo di Green pass i minori di 12 anni e le persone che non possono vaccinarsi per motivi di salute.
Riassumendo, il Green pass è obbligatorio:
per prendere un Intercity, un treno ad alta velocità
per viaggiare un autobus di linea o un servizio di trasporto interregionale
per prendere un volo nazionale
per un volo internazionale, ma con due dosi di vaccino
per una nave o un traghetto, tranne che per quelli sullo stretto di Messina.
Il certificato verde è necessario anche nelle università per docenti e studenti e in luoghi pubblici al chiuso tra quali ospedali, Rsa e ingressi nei pronto soccorso.