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Domenica, 10 Novembre 2024 16:52

UN AMICO VERO NON MUORE MAI

Il significato del "Concerto per un Amico" che sabato scorso a Cortenova ha riempito la Parrocchiale in memoria di Giovanni Bellomi è stato splendidamente riassunto dal "Maestro" Alfredo.

"Se a distanza di vent'anni - ha detto al termine del concerto salutando con affetto tutti i presenti - siamo ancora qui a ricordare una persona, ebbene significa che quella persona era davvero speciale".

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Poche parole, alle quali mi permetto solo di aggiungere un po' di cronaca e una breve riflessione.

Per la "cronaca" ritengo giusto sottolineare la delicatezza del Sindaco Sergio Galperti che, vista la presenza di due musicisti spagnoli, ha chiesto ai presenti di osservare un minuto di silenzio per le vittime dei recenti eventi alluvionali di Valencia; un gesto di solidarietà che a molti ha fatto ricordare la notte del 1° dicembre del 2002, quella della frana, rendendo ancor più intimi quei momenti in cui, nell'assoluto raccoglimento, si poteva percepire solo lo scorrere dei pensieri.

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Significativo anche l'intervento di Giovanni Benedetti, colui che è stato chiamato a gestire "l'eredità" del Giò Bellomi e di Mamma Angioletta: "l'altro" Giovanni (che insieme a Fabio Benedetti organizza ogni anno l'evento giunto alla 19^ edizione) ha elencato tutte le azioni che sono in corso o previste per l'utilizzo dei "risparmi faticosamente messi da parte" dall'Angioletta e destinati, per volere di quest'ultima, ad iniziative riguardanti i giovani del paese. L'elenco è lungo, ma vale la pena ricordare i contributi alla scuola elementare (che è dedicata proprio a Bellomi), all'asilo, al Centro Sportivo, senza dimenticare le borse di studio messe a disposizione.

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Non mi piace definirla "beneficienza". Preferisco considerarla una "testimonianza di amore verso il proprio paese", quell'amore che pur vivendo lontano da casa Giò Bellomi ha sempre nutrito e mantenuto vivo tanto che Cortenova, dai suoi racconti, per i colleghi della California era diventato un luogo quasi mitologico. 

Volessimo tutti bene ai nostri paesi come ne ha voluto (ed ancora ne sta volendo) lui al suo, senza riserve, senza ipocrisie, senza secondi fini, probabilmente staremmo tutti molto ma molto meglio.

Personalmente mi sono emozionato tantissimo, e ringrazio chi ha avuto l'idea, rivedendo esposti in fondo alla chiesa quattro articoli che avevo scritto sul Giò Bellomi e pubblicati sul "vero" Pioverna, quello nato dalla biblioteca di Cortenova e frutto dell'impegno di un manipolo di appassionati volontari che amavano raccontare le storie della gente per la gente.

Grazie a chi ha organizzato, grazie ai tre artisti che si sono superbamente esibiti, ma soprattutto grazie (ancora una volta) a Giò Bellomi che, ogni anno, ci raduna e ci fa ricordare che un vero amico non muore mai.

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Domenica, 10 Novembre 2024 14:08

CORTENOVA: "PRIMA" BENEDIZIONE PER LA MADONA DI CROTT RESTITUITA ALLA GENTE

Con una semplice ma partecipatissima cerimonia, la Madona di Crott, uno dei simboli più amati dai fedeli cortenovesi, è stata benedetta questa mattina dal Parroco Don William e restituita al suo popolo dopo la conclusione dei lavori di messa in sicurezza durati a lungo per via della criticità dei luoghi.

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Il Sindaco Sergio Galperti nel suo intervento ha riassunto gli interventi eseguiti il cui costo è ammontato a 740.000 euro di cui 500.000 coperti da contributo di Regione Lombardia. La "Madona" può contare ora su pilastri in cemento armato costruiti per sostenere la volta del crotto dove campeggia con i suoi quattro metri di altezza. Non solo: il luogo sacro è di nuovo anch'esso accessibile in sicurezza grazie alla sistemazione del viottolo che collega l'abitato al ponte sulla Pioverna e delle paresti sovrastanti.

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"I lavori - ha annunciato Galperti - sono conclusi al 95%: manca ancora l'illuminazione ed un altare per poter celebrare le funzioni liturgiche che contiamo di realizzare nella prossima primavera".

Il primo cittadino ha infine espresso un voto con riferimento alle tristi vicende dalla pandemia che hanno colpito duramente anche Cortenova invitando Don William a prevedere una processione in ricordo di chi non è riuscito a superare quel periodo e per perpetuare questa testimonianza negli anni e mantenere la memoria per le generazioni future.

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La statua fu donata al paese nel 1937 da Giuseppe e Giulio Melesi, sacerdoti nativi di Cortenova affinché la Vergine proteggesse la gente, i lavoratori delle officine e dei campi. Due le ipotesi sulla sua collocazione: a Prato San Pietro nel luogo dove funzionava la Fusina di Carlin all'imbocco della Valle dei Mulini, e la posizione attuale, ritenuta però troppo impervia.

Il Parroco Don Paolo Crippa allora chiamò a raccolta la popolazione e fece sistemare i crotti e proprio lì andò a posizionare la statua costruita dagli Artigianelli di Milano che arrivò in paese in quattro pezzi. Si racconta che nel basamento venne posta una bottiglia contenente l'elenco dei nomi di chi aveva partecipato alla collocazione della statua.

Il giorno fatidico sembra essere stato il 19 ottobre del 1937, data cui Don Crippa fece riferimento quando scrisse che "un grande avvenimento rallegrò la popolazione di Cortenova" ed indicò anche l'orario (le 17) in cui impartì la benedizione solenne. La cronaca del Parroco narra anche di "furiosi temporali" che si susseguirono la notte seguente e di una "Pioverna che straripava e minacciava".

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"Nulla di male però - scrisse - giacché l'inferno può disturbare le opere di Dio, ma non sconvolgerle, né impedirle".

Il "sembra" di cui sopra è dato dal fatto che su una foto la data delle benedizione viene indicata nel 26 settembre (sempre del 1937) ma appare veramente strano che il Parroco abbia commesso un errore così grossolano. Sta di fatto che l'anno dopo, in occasione dell'ultima apparizione della Madonna di Lourdes a Bernadette, a Cortenova si svolse una ulteriore cerimonia di benedizione presieduta da Mons. Dell'Acqua, arciprete del Duomo di Monza.

Ed una seconda benedizione è già prevista anche questa volta e l'ha preannunciata il Sindaco che ha detto di aver "incaricato" Don William di intercedere verso l'Arcivescovo per una sua presenza.

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Infine, la statua della Madona di Crott è stata anche al centro di alcune vicende storiche.

Osservandola attentamente, infatti, si possono notare due fori causati, stando alle testimonianze dell'epoca, da colpi sparati dai tedeschi verso un giovane che cercava di nascondersi nei suoi pressi.

Sempre nel corso del secondo conflitto mondiale i tedeschi (alla ricerca di partigiani) imprigionarono gli uomini e minacciarono di saccheggiare il paese: le donne rivolsero alla Madonna le loro suppliche ed i nazisti rinunciarono ai loro propositi.

 

 

 

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Domenica, 10 Novembre 2024 08:59

DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA DI CRISTO RE

in Cultura

Immaginiamo di essere sotto la croce….sentiamo delle voci che urlano contro Gesù diverse cose. Nei sinottici si ricorda che ai piedi della croce urlano a Gesù, che ha salvato molte persone, di salvare se stesso, di scendere dalla croce, di dimostrare in questo modo di essere figlio di Dio e il salvatore di tutti.

Inconsapevolmente chi è contro Gesù sta dicendo cose molto vere: ha salvato altri! Ha confidato in Dio! Colui che sta facendo la fine di un senza Dio, di un maledetto, colui che subisce l’ignominia della croce ha salvato tante persone. Ha sanato i lebbrosi, ha fatto vedere i ciechi, raddrizzato chi era curvo, ha risuscitato i morti. Ma ha anche restituito dignità a molti, ha aiutato tanti peccatori a non sentirsi irrimediabilmente perduti, ha restituito sogni ai piccoli e agli umili. E a breve salverà un peccatore che ha meritato la condanna peggiore: la crocifissione.

Molti passavano di lì e riconoscevano colui che ha salvato tanti e leggevano sopra il suo capo: re dei giudei!   

E vedono, constatano che non sta facendo nulla per salvare se stesso. E sentono che urlano che, secondo loro, sarebbe un bel segno della sua grandezza, divinità e regalità salvare se stesso. Secondo tutti loro colui che ha sempre e solo pensato agli altri, salvandoli, avrebbe dovuto pensare a se stesso e in questo modo confermare che era proprio lui il salvatore. La grandezza vera, straordinaria di Gesù così, secondo loro, si sarebbe davvero manifestata. Ma Gesù non salva se stesso e non capiscono, purtroppo, che l’unica vera motivazione per cui non lo fa è che veramente vuole salvare tutti!

Quando ti sbilanci veramente oltre qualcosa che è per te, quello che fai è per tutti!

Ma ecco una voce. Diversa da tutte! Inattesa, sorprendente. Un crocifisso, come Lui Gesù, vede qualcosa di diverso. Tutti ciechi tranne uno. E quello che vede è bellissimo e gli fa nascere nel cuore una preghiera che dovrebbe essere spesso anche una nostra preghiera : Gesù ricordati di me! Vede Gesù che sta ancora salvando! Che non salvandosi salva tutti!

È la voce di un malfattore che vede e comprende. Poco dopo ci sarà la voce di un pagano che vedrà e comprenderà: Davvero costui era figlio di Dio!

Per entrambi Gesù non è avvolto dalle tenebre, vinto dalla cattiveria e dalle urla. Per loro è luce che vince le tenebre.

Nello sfigurato intravvedono Dio, vedono qualcosa che va oltre l’umano, vedono un amore che va oltre le comuni misure umane. E’ quello che vediamo noi oggi sostando sotto la croce. Vediamo che cosa è la regalità di Gesù: è regnare servendo, amando, prendendosi cura. All’infinito. Fino all’ultimo.

Infine possiamo immaginare che le parole del Ladrone e del centurione sono bellissima consolazione per Dio. Quelle del Ladrone sono state per Gesù una carezza al core, parole che lo hanno aiutato a vivere l’ultimo passaggio, l’ultima pasqua della sua vita. Non è stato completamente solo Gesù nella sua fede, speranza e carità. Da una persona a giudizio di tutti improbabile, impossibile, ha ricevuto amore, riconoscimento, conferma della bontà, anzi di più, della salvezza che non era più solo per qualcuno ma finalmente e veramente per tutti, davvero per tutti.

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