Il significato del "Concerto per un Amico" che sabato scorso a Cortenova ha riempito la Parrocchiale in memoria di Giovanni Bellomi è stato splendidamente riassunto dal "Maestro" Alfredo.
"Se a distanza di vent'anni - ha detto al termine del concerto salutando con affetto tutti i presenti - siamo ancora qui a ricordare una persona, ebbene significa che quella persona era davvero speciale".
Poche parole, alle quali mi permetto solo di aggiungere un po' di cronaca e una breve riflessione.
Per la "cronaca" ritengo giusto sottolineare la delicatezza del Sindaco Sergio Galperti che, vista la presenza di due musicisti spagnoli, ha chiesto ai presenti di osservare un minuto di silenzio per le vittime dei recenti eventi alluvionali di Valencia; un gesto di solidarietà che a molti ha fatto ricordare la notte del 1° dicembre del 2002, quella della frana, rendendo ancor più intimi quei momenti in cui, nell'assoluto raccoglimento, si poteva percepire solo lo scorrere dei pensieri.
Significativo anche l'intervento di Giovanni Benedetti, colui che è stato chiamato a gestire "l'eredità" del Giò Bellomi e di Mamma Angioletta: "l'altro" Giovanni (che insieme a Fabio Benedetti organizza ogni anno l'evento giunto alla 19^ edizione) ha elencato tutte le azioni che sono in corso o previste per l'utilizzo dei "risparmi faticosamente messi da parte" dall'Angioletta e destinati, per volere di quest'ultima, ad iniziative riguardanti i giovani del paese. L'elenco è lungo, ma vale la pena ricordare i contributi alla scuola elementare (che è dedicata proprio a Bellomi), all'asilo, al Centro Sportivo, senza dimenticare le borse di studio messe a disposizione.
Non mi piace definirla "beneficienza". Preferisco considerarla una "testimonianza di amore verso il proprio paese", quell'amore che pur vivendo lontano da casa Giò Bellomi ha sempre nutrito e mantenuto vivo tanto che Cortenova, dai suoi racconti, per i colleghi della California era diventato un luogo quasi mitologico.
Volessimo tutti bene ai nostri paesi come ne ha voluto (ed ancora ne sta volendo) lui al suo, senza riserve, senza ipocrisie, senza secondi fini, probabilmente staremmo tutti molto ma molto meglio.
Personalmente mi sono emozionato tantissimo, e ringrazio chi ha avuto l'idea, rivedendo esposti in fondo alla chiesa quattro articoli che avevo scritto sul Giò Bellomi e pubblicati sul "vero" Pioverna, quello nato dalla biblioteca di Cortenova e frutto dell'impegno di un manipolo di appassionati volontari che amavano raccontare le storie della gente per la gente.
Grazie a chi ha organizzato, grazie ai tre artisti che si sono superbamente esibiti, ma soprattutto grazie (ancora una volta) a Giò Bellomi che, ogni anno, ci raduna e ci fa ricordare che un vero amico non muore mai.