Interesserà a pochi, ma ho aspettato un paio di giorni prima di scrivere del fallimento originato soprattutto dal voto di un paese che, nonostante tutto, resta il mio paese.
Ho aspettato perchè il mio primo titolo sarebbe stato un "Vadavialcu" probabilmente politicamente non corretto ma che avrebbe ben spiegato il sentimento di chi nella fusione (e nelle fusioni) ci credeva e continua a crederci.
Sarebbe stato un titolo corroborato dai retroscena che sono emersi nel dopo voto, alimentato dalle balle clamorose sparse a piene mani da chi l'ha buttata in politica o, peggio, nella rappresaglia politica.
"Abbiamo vinto" avrebbe detto ridendo una persona che doveva essere, per la posizione che occupa, in prima linea per unire anzichè dividere. E, purtroppo, non è stata l'unica.
Invece il mio pensiero è che abbiamo perso tutti, nessuno escluso, ed anche quelli che oggi ridono prima o poi sbatteranno la faccia contro quel muro che loro stessi hanno contribuito ad erigere, portando con sè chi, bevendo le loro "verità", li ha seguiti in questo che considero un vero e proprio suicidio politico, amministrativo ed economico.
Ma aldilà della filosofia e dei pensieri vaganti e sparsi, dell'essersi accorti che il medioevo (almeno da noi) è destinato a non finire mai e del prendere atto che un manipolo di cavalieri nemmeno tanto oscuri ha probabilmente mandato a monte molte delle speranze di tutto il territorio e non solo di Cortenova e Primaluna, c'è una domanda che nessuno si è ancora fatto.
Chi ci ripagherà degli 8 milioni di euro buttati nel cesso?
Per la precisione 8.062.102,35 euro, perchè anche i 62.102,35 comunque non dovrebbero far schifo a nessuno, anche se così non sembra.
Questo dovrebbero chiedersi i cittadini che hanno fatto la croce sul "si" perchè ogni voto negativo (e sono stati in totale 605) costerà nei prossimi quindici anni 13.325,79 euri cioè più o meno 888 euro all'anno cadauno.
Non so se tra le varie panzanate raccontate per accaparrarsi il "no" sia stata rivelata anche questa verità e lasciatemi il beneficio del dubbio.
Verità cui se ne aggiunge un'altra.
Tra il 2010 e il 2022 (tredici anni) Cortenova ha ricevuto dalla Stato 3.625.547 euro e Primaluna 3.753.935, per un totale di 7.379.482 e lasciamo stare (ma non dovremmo) che tra il 2020 e il 2022 sono arrivati contributi straordinari per la pandemia.
Essendo i numeri difficilmente contestabili, risulta evidente che nei prossimi quindici anni il nuovo comune avrebbe incassato in più e "gratis" (cioè libera da ogni vincolo di spesa) più o meno la cifra che nello stesso periodo ha incassato per via "ordinaria".
Il che significa, semplicemente, il doppio.
Ora, in un tempo in cui tutte (tutte!) le amministrazioni comunali fanno fatica a tirare avanti per garantire i servizi minimi ai cittadini, un tempo in cui i comuni (solo per fare un esempio) sono obbligati a tirar fuori per il "sociale" decine e decine di migliaia di euro all'anno (ed alcuni hanno rischiato la bancarotta), un tempo in cui lo Stato centrale diminuisce (e diminuirà) sempre più i fondi destinati alla periferia, voi avreste rinunciato a 537.473 euro all'anno per fare in modo che il vostro comune potesse non solo sopravvivere ma anche programmare, investire e migliorare i servizi a disposizione dei suoi cittadini?
Evidentemente, visto l'esito, la risposta è stata "si, rinuncio", la stessa che chi va in chiesa ogni tanto è chiamato a pronunciare nell'atto di fede.
Solo che qui non stavamo discutendo del diavolo e delle sue tentazioni ma, tra le altre cose, di un bel mucchio di soldi.
Ha detto bene il sindaco di Cortenova: "continueremo ad amministrare per il bene comune".
E se il bene comune richiederà un aumento delle tasse, qualche strada non asfaltata, una minore efficacia dei servizi e magari anche l'impossibilità di contribuire alla vita delle associazioni, poi non lamentatevi: il treno per il futuro lo avevate in mano e invece siete riusciti a farlo sbattere contro un muro.
"Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza" (Socrate)