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Aumento-record per semi di soia (+68,2%), crusca (+43,4%) e soia decorticata (+43%). Trezzi: “Nei nostri

allevamenti grande attenzione a benessere animale e a produzioni di qualità ma vanno sostenuti”

COMO-LECCO – “Per gli allevatori di Como e Lecco sono sempre più insostenibili i rincari delle materie prime utilizzate per l’alimentazione degli animali nelle stalle, a fronte di una remunerazione dei loro prodotti stabile e, in alcuni casi, addirittura in calo”. E’ l’allarme lanciato dal presidente di Coldiretti Como Lecco, Fortunato Trezzi, nell’evidenziare la necessità di adottare misure appropriate per affrontare un’emergenza che diventa di giorno in giorno sempre più grave.

Ad essere in difficoltà sono soprattutto gli allevamenti bovini da latte e da carne e quelli suini.

I costi dei principali elementi della dieta degli animali sono aumentati vertiginosamente. Le quotazioni alla Borsa Granaria di Milano evidenziano un trend in costante ascesa. Il frumento tenero nel 2019 era quotato 218,25 euro/ton mentre nei primi due mesi del 2021 è stato quotato 239,90 euro/ton. Anche per il granoturco l’aumento è notevole, la quotazione di 179,43 euro/ton del 2019 è passata ai 230,85 euro/ton nei primi due mesi del 2021.

E’ schizzata alle stelle anche la quotazione dell’orzo che è passata dai 129 euro/ton del 2019 ai 184,95 euro/ nei primi mesi del 2021. Un aumento particolarmente importante si riscontra per i semi di soia con una quotazione di 340,06 euro/ton nel 2019 salita a 572,13 euro/ton nei primi mesi del 2021. Pesante rialzo anche per il girasole decorticato, con le quotazioni che nel 2019 erano di 238,24 euro/ton mentre nei primi mesi del 2021 sono passate a 329,65 euro /ton.

Concludono la carrellata le quotazioni della soia decorticata che dai 346,08 euro/ton del 2019 sono passate a 495,05 euro/ton nei primi mesi del 2021.

“La situazione è preoccupante - sottolinea il presidente Trezzi – ed è sempre più concreto il rischio di non riuscire a garantire razioni adeguate agli animali poiché la differenza tra ricavi e costi si è praticamente azzerata e, nelle situazioni più sensibili a fenomeni speculativi, i costi superano i ricavi. Visto lo scenario che si è delineato ritengo fondamentale la richiesta formulata dal nostro presidente nazionale, Ettore Prandini, circa la necessità di convocare con urgenza il tavolo zootecnico presso il Ministero per individuare strumenti che consentano di fissare i prezzi su valori che non scendano a livelli inferiori ai costi di produzioni sostenuti dalle aziende”.

Coldiretti Como Lecco sottolinea che in gioco c’è il futuro dell’allevamento italiano in una situazione in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, con accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione.

“I nostri allevamenti – conclude Trezzi – sono caratterizzati da una forte attenzione al benessere animale e ed è grazie a loro che sul nostro territorio vengono prodotte delle vere e proprie eccellenze, a partire dai nostri formaggi DOP e dai salumi tipici della nostra tradizione. Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da molte generazioni”.

I rincari delle materie prime utilizzate per l’alimentazione del bestiame (prezzo medio euro/ton)

 

2019 

2021

Aumento %

Frumento tenero

218,25

239,90

9,9%

Granoturco

179,43

230,85

28,7%

Orzo

205,51

226,40

10,2%

Crusca

129

184,95

43,4%

Semi di soia

340,06

572,13

68,2%

Girasole decorticato

238,24

329,65

38,3%

Soia decorticata

346,08

495,05

43 %

 

Elaborazioni Coldiretti Como Lecco su dati Borsa Granaria di Milano

“L’emergenza Covid ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove vengono riconosciuti compensi per il latte più bassi degli scorsi anni. E anche nelle due province lariane, dove il comparto lattiero caseario è un elemento di traino per l’economia rurale, siamo preoccupati”. E’ l’allarme lanciato dal presidente dei Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi: “Si tratta di un problema ben più articolato che interessa l’intera penisola e per il quale Coldiretti, attraverso il nostro presidente nazionale Ettore Prandini, giustamente ha chiesto una immediata convocazione al Ministero delle Politiche Agricole del tavolo sul latte. Va affrontata un’emergenza diventata insostenibile”.

 

Le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali hanno infatti raggiunto i massimi storici con il mais che registra il maggior incremento del decennio mentre la soia ha raggiunto il picco da quasi sette anni secondo l’analisi della Coldiretti per i contratti future nei listini del Chicago Bord of Trade (CBOT), il punto di riferimento internazionale per il mercato future i delle materie prime agricole. Una situazione insostenibile con il rischio di non riuscire a garantire razioni adeguate agli animali soprattutto di fronte ad alcune proposte di riduzione dei prezzi riconosciuti alla stalla per il latte che mettono in pericolo la sopravvivenza della cosiddetta Fattoria Italia.

 

“In gioco c’è il futuro dell’allevamento italiano in una situazione in cui con la pandemia da Covid – continua Trezzi – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione. Nell’immediato bisogna garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con la responsabilità dell’intera filiera per non perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici ma c’è anche bisogno di un piano di potenziamento o e di stoccaggio per le principali commodities, dalla soia al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività al Paese rispetto ai concorrenti stranieri”.

 

Sant’Antonio Abate in zona rossa, l’emergenza ridimensiona la festa del patrono rurale

Molte le chiese dedicate al protettore degli animali anche nel Lario: quella di domenica 17 gennaio, è una ricorrenza importante per la civiltà rurale e, in anni “normali”, molto partecipata dagli agricoltori

Una ricorrenza cara al mondo agricolo, ma non solo. La festa di Sant’Antonio Abate, infatti, è entrata da tempo immemorabile nel cuore dei lariani che ne mantengono intatte le tradizioni, come quella dei falò.

Ma, a quasi un anno dallo scattare dell’emergenza Covid, la pandemia ridimensiona tutti gli eventi nelle due province lariane, a partire dalle feste popolari che seguono alla benedizione degli animali nei numerosi borghi rurali. Nemmeno nei lontani anni della guerra si era dovuto rinunciare ad uno degli eventi più importanti e noti tra le celebrazioni in onore del santo nato in Egitto.      

“E’ una festa che gli agricoltori di ogni paese rurale, dalle Alpi alla pianura, hanno sempre vissuto con trasporto, partecipando alla Messa e alla successiva benedizione degli animali. Sicuramente, lo scenario di quest’anno è uno specchio della difficile realtà che stiamo vivendo quotidianamente” dice il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi.

Non si tratta di una festa solo italiana o lombarda, ma di carattere molto più ampio e molto sentita nel confinante Canton Ticino, dove si contano moltissime chiese dedicate al Santo.

La festa di Sant’Antonio Abate – sottolinea il presidente Trezzi - è altresì utile a comprendere l’importanza del lavoro degli allevatori nel preservare la biodiversità, salvando quelle razze animali che, altrimenti, rischierebbero l’estinzione: tra esse ci sono anche le capre di razza Verzaschese e di Livo, identitarie di un patrimonio zootecnico di grande tradizione che contraddistingue le terre lariane, risorse preziose per il territorio, il cui allevamento va tutelato per continuare una tradizione che affonda nei secoli le proprie radici”.
                                                                                                                                                                                                                              

LE INIZIATIVE IN LOMBARDIA

Sono più di 38 milioni gli animali della fattoria lombarda. E’ quanto emerge dal report elaborato dalla Coldiretti regionale in occasione della prima ricorrenza di Sant’Antonio Abate celebrata ai tempi della pandemia da coronavirus, con la visita dell’Arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini che si è recato in due aziende agricole in provincia di Milano per la benedizione degli animali.

Simbolicamente, l’Arcivescovo ha fatto visita a due fattorie dove si allevano maiali, mucche da latte e da carne, che sono tra i settori più colpiti dagli effetti provocati dall’emergenza sanitaria con un calo dei prezzi riconosciuti alla stalla a fronte di un aumento dei costi di produzione.

In Lombardia – calcola Coldiretti Como Lecco sulla base dell’Anagrafe zootecnica e su dati regionali – si contano un milione e mezzo di mucche, 4 milioni e 400 mila maiali, circa 30 milioni tra polli, galline, tacchini, faraone e oche, mentre le pecore e le capre sono più di 200 mila. I cavalli, gli asini e i muli in regione superano complessivamente i 55 mila esemplari. Ci sono poi – continua Coldiretti Como Lecco su dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione – un milione e 700 mila cani, oltre a 250 mila gatti e circa 700 furetti.

SANT’ANTONIO ABATE

Non a Como, ma a Coma, in Egitto: è qui che nacque il protettore delle campagne, si presume nell’anno 251. Sant’Antonio, racconta la tradizione, distribuì ai poveri la cospicua eredità paterna e intraprese una vita di riflessione come eremita.

Venerdì, 15 Gennaio 2021 06:44

GIOVANI LARIANI E RITORNO ALL`AGRICOLTURA

Ripresa, i giovani lariani credono nell’agricoltura: quasi uno su tre sogna il “ritorno alla campagna”

Continua a crescere il numero di nuove imprese under 35 nel settore agricolo. Trezzi: “Grazie ai nostri ragazzi,
il Lario è oggi fucina di esempi virtuosi, come i pastori-eroi che salvano le razze ovicaprine in via d’estinzione”