UN FRUTTO BUONO ANCHE DA BERE
Non è una specie di lanterna cinese. Dal fiore carminio intenso riprodotto nella foto nasce un frutto coltivato da migliaia di anni, soprattutto in Medio oriente e nel subcontinente indiano ma anche in Europa. Le varianti nane di questa pianta, coltivate in vaso, raggiungono i 90 centimetri di altezza e vengono utilizzate a scopo ornamentale.
È, il melograno, un’essenza arborea dalla robusta vitalità in grado di sopravvivere anche ai gelidi venti invernali. Il frutto, dai caratteristici semi simili a preziosi granati (da cui, appunto, il nome melagrana), può essere spremuto per ricavarne un succo agro dolce dalle proprietà benefiche. La melagrana, dalla quale si possono ottenere anche bevande alcoliche, contiene notevoli quantità di vitamina A e C, minerali e sostanze antiossidanti.
Dai semi del melograno si ricava lo sciroppo di granatina dal caratteristico colore rosso intenso. Secondo alcuni esegeti ebraici l’Albero della vita, del cui frutto si sono cibati Adamo ed Eva, non era un melo bensì un melograno che viene citato pure nel Corano come albero divino (sura VI, versetto 99). Anche l’ellenico Ippocrate, fondatore della medicina occidentale, magnifica le proprietà medicinali del melograno. Ma fate attenzione perché la corteccia delle radici, utilizzata dalla farmacopea naturale, contiene principi attivi tossici.
Pubblicato in
Fiori e Piante della Valsassina