L’estate scorsa (per la precisione il 7 luglio) avevamo pubblicato in questa rubrica una fotonotizia dal titolo “L’ortica morta” in riferimento, al Lamium album, ortica dai fiori bianchi, priva dei micro aghi ai quali è dovuto l’effetto irritante detto, appunto, urticante. Oggi proponiamo una specie di replica riguardante sempre un’ortica falsa e innocua, ma portatrice, alla sommità del fusto, di splendidi fiorellini fucsia. È Il Lamium purpureum, una varietà vegetale che proprio in questo periodo sta fiorendo lungo i bordi della pista ciclabile e nei prati di tutto il fondovalle. L’appellativo Lamium “purpureum”, che deriva proprio dall’intenso colore rosso porporino dei fiori apicali, è stato imposto, more solito, dal naturalista Carl von Linné verso la fine del Settecento.
L’essenza vegetale della quale stiamo occupandoci (che ortica proprio non è, appartenendo al genere delle Lamiacee e non delle urticacee come quella vera) è cugina prossima della menta di cui però non possiede il caratteristico, intenso profumo. Ciononostante compare spesso in ripieni, minestre e frittate. Anche l’erboristeria e la medicina tradizionale ne fanno largo uso per alcuni preparati grazie alle sue proprietà cicatrizzanti, antispasmodiche, rilassanti, toniche e depurative. I fiori della La falsa ortica o “ortica morta” sono inoltre molto frequentati dalle api bottinatrici e altri insetti a causa del nettare molto zuccherino secreto dai fiori. Se volete gustarvi un piatto di gnocchi di patate al cui impasto avete aggiunto come eccipiente foglie di Lamium purpureo (o album, non fa molta differenza), non utilizzatene troppe poiché contengono anche sostanze tossiche. In questo caso il motto latino melius abundare quam deficere va capovolto. Nella prossima puntata parleremo dell’ortica vera e dei suoi impieghi non solo gastronomici o medicinali.
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Fiori e Piante della Valsassina