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Giovedì, 17 Novembre 2022 13:57

Presentato a Barzio il Progetto Pasturs

Presentato a Barzio il Progetto Pasturs

Serata organizzata da WWF e CAI Lecco,
per presentare esperienze di possibile convivenza
tra grandi carnivori ed attività umane.

Si è svolto nella serata di mercoledì 16 novembre, presso la Sala Conferenze della Comunità Montana Valsassina, un incontro a tema sul Progetto Pasturs, un progetto attivo in Lombardia da sette anni con la collaborazione e il coinvolgimento degli allevatori delle Orobie, finalizzato alla prevenzione dei danni da grandi predatori e per la convivenza tra ambiente ed economia di montagna.

Relatrici della serata, tutta “in rosa”, la dr.ssa Chiara Crotti, tra le promotrici del progetto Pasturs, Anna Albertinelli, allevatrice a Castione della Presolana nella splendida Alpe Zò, e Gloria Sigismondi, educatrice ambientale del WWF Bergamo Brescia.

La serata è stata introdotta da Lello Bonelli, Presidente WWF Lecco, che ha voluto ringraziare gli enti patrocinanti (Provincia di Lecco e Parco della Grigna Settentrionale) e il CAI, coorganizzatore dell’evento, presente con il Presidente regionale Emilio Aldeghi e il Presidente del CAI Lecco Adriana Baruffini.

Il CAI è anche supporter del progetto LIFE WolfAlps, finalizzato a favorire la coesistenza fra lupo e attività umane a livello di popolazione alpina.

Attori del progetto Pasturs, oltre agli allevatori delle Orobie, sono giovani volontari maggiorenni che, adeguatamente formati, vivono per un periodo negli alpeggi con gli allevatori stessi, per aiutarli ad adottare misure efficaci di protezione delle greggi, quali ad esempio la sorveglianza diretta delle greggi, l’utilizzo dei cani da protezione del bestiame, l’installazione di recinzioni elettrificate mobili.

Le splendide immagini degli alpeggi bergamaschi coinvolti nel progetto sono state protagoniste della prima parte della serata, commentate da Chiara Crotti, che ha illustrato l’esperienza di anni di lavoro congiunto tra realtà con interessi e finalità a volte non facili da conciliare, ma impegnate in uno sforzo collaborativo per affrontare una problematica, e una sfida, che è quella del ritorno del lupo sulle Alpi, ricercando insieme soluzioni praticabili e condivise.

Anna Albertinelli ha portato la sua esperienza sul campo, raccontando le difficoltà quotidiane del lavoro della sua famiglia di allevatori di ovini e le soluzioni, adottate con successo, per la salvaguardia della sua attività dai rischi di predazione dei grandi carnivori.

Gloria Sigismondi ha infine posto l’accento sul tema educativo e formativo delle centinaia di volontari che hanno partecipato al Progetto Pasturs, all’incontro e allo scambio culturale tra i giovani e i pastori, per contribuire a valorizzare e tutelare il territorio montano e le attività di chi, dall’attività zootecnica, trae il proprio lavoro e il proprio sostentamento economico.

A chiudere la serata un interessante dibattito tra i partecipanti, dove è emersa la volontà di riproporre il tema, cercando di coinvolgere anche gli Enti pubblici e i rappresentanti delle categorie economiche interessate, per preparare il terreno per un possibile ampliamento del Progetto Pasturs anche alle Orobie lecchesi.

Valsassina - Appalti pubblici & Commercio - Lo sci di casa nostra, confidando negli inverni di una volta ma utilizzando ancora e soltanto i soldi dei cittadini?
A causa di una fastidiosa e persistente tendinite non sono ancora salito con le mie gambe ad ammirare il paesaggio dei Piani di Bobbio dopo le cosiddette e decantate valorizzazioni turistiche e migliorie dell'Ambiente a monte dell'abitato di Barzio considerato il paese più a vocazione turistica del nostro territorio, tanto da meritarsi a torto o a ragione l'etichetta di "Milano della Valsassina".
Molti sono i commenti negativi registrati al riguardo di tali interventi e a quelli di contorno che forse verranno - leggi nuova viabilità nel poco verde rimasto attorno alla stazione a valle della locale funivia - ma anche in considerazione dell'indimenticata e mancata realizzazione dell'impianto di arroccamento che avrebbero potuto risolvere il problema dell'accesso all'impianto barziese partendo dal fondovalle. Opera che, invece, qualche anno fa, venne bocciata da un referendum popolare. Più di qualcuno, vedendo come sta "evolvendo" la situazione vorrebbe poter tornare indietro per salvaguardare, per davvero, quello che rimane dei Piani di Bobbio.

Sulle nostre montagne si stanno facendo i conti senza l'oste e senza considerare che per produrre "neve programmata" in sostituzione di quella naturale, oltre all'acqua, in inverno, servono le ormai quasi assenti basse temperature: non basteranno, infatti, bacini di raccolta e opere finanziate anno dopo anno solo con i soldi pubblici, per tamponare la situazione. In più. Se si sono persi dei treni nel recente passato vuol dire che c'é stata poca attenzione e nessuno, in proprio, si é preso il minimo rischio.
Capisco che fare "intrapresa", così, non deve essere molto difficile: si tengono i guadagni, lasciando i costi degli investimenti e i rischi degli eventuali insuccessi, tutti a carico del contribuente. Nessuno abbia a risentirsi per la mia valligiana franchezza ma, questa, altro non é che la sacrosanta Verità e mi si creda, é un'opinione diffusa non soltanto in Valsassina. Non é infatti obbligatorio fare l'imprenditore dello sci a tutti costi, soprattutto a basse quote: certamente non lo ha ordinato il Dottore. Si può fare anche altro nella vita! Si sappia che esiste la possibilità, come del resto esisteva in passato, che ognuno finanzi con mezzi propri gli investimenti della personale attività privata, affrontando coerentemente i rischi che si presentano durante gli appalti e nella successiva gestione del lavoro che, ognuno, si é liberamente scelto.
Nei momenti di difficoltà é giusto che il "Pubblico" intervenga a sostegno delle attività imprenditoriali e commerciali ma la fiscalità generale non può continuare ad essere considerata l'unica vacca da mungere, sempre e comunque. PNRR... docet.
Claudio Baruffaldi
Post scriptum
Le foto le ho avute da un caro amico che si è occupato per lunghi anni di Turismo in provincia di Lecco: Essendo tornato in Valsassina per un breve periodo di vacanza e dopo aver constatato "i risultati del suo lavoro" ha commentato, amaramente e con una sola parola: "Scempio!!".

(FOTO E TESTO DA FACEBOOK)

Ieri 18 gradi nelle campagne, mentre la natura si risveglia e si registrano fioriture anzitempo.

“Un colpo di coda dell’inverno, peraltro atteso, potrebbe portare effetti gravi sulle coltivazioni”

COMO-LECCO – Natura in tilt con le temperature che ieri hanno superato i 18 gradi in alcune zone delle province di Como e Lecco come a primavera, mentre in tutta Italia si registrano fioriture di prati e alberi fuori stagione. Questo l’effetto dell’arrivo dell'anticiclone che stazionerà in Italia per almeno 10 giorni, così come conferma il monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’anticipo di primavera con la colonnina di mercurio che ha raggiunto dai 18 gradi del Comasco e di Milano ai 13 di Roma, dai 16 di Torino ai 15 di Bologna mentre al sud si arriva ai 14 gradi di Palermo e Bari. Una anomalia che segue un 2021 bollente che si è classificato al decimo posto dei più caldo dal 1800 facendo segnare una temperatura superiore di ben 0,71 gradi rispetto alla media storica, secondo l’analisi Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr nell’anno solare.

“Rischiano di andare in tilt le coltivazioni che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa con produzioni a rischio con il ritorno del maltempo previsto a San Valentino” commenta Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti interprovinciale.

Da nord a sud sono già fiorite le mimose con due mesi di anticipo ma anche i mandorli e le primule nei prati più esposti al sole. L’andamento climatico ha infatti l’effetto di ingannare le coltivazioni favorendo un “risveglio” anticipato che le rende poi particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili, a partire dagli alberi da frutto. Il brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero provocherà inevitabilmente una moria di gemme con i raccolti compromessi.

A preoccupare è anche la prolungata mancanza di precipitazioni che in certe aree del nord dura da quasi 2 mesi con siccità nelle campagne e nei boschi dove si moltiplicano gli incendi. Il fiume Po è in secca come d’estate ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 18% di quello di Como al 22% del Maggiore. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3 metri, più basso che a Ferragosto. A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un -58%.

Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, siccità e alluvioni ed il rapido passaggio dal freddo al caldo che ha fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

 

Lunedì, 03 Gennaio 2022 07:59

FONDI EUROPEI E PROGETTI DISCUTIBILI

Non comincia tanto bene il 2022. La gestione ormai quasi operativa dei "Prestiti" europei del PNRR (e sottolineo che in gran parte sono "Prestiti", 122,6 miliardi di euro da restituire nei prossimi 20 anni, mentre 68.8 sono "sovvenzioni", vedi https://www.openpolis.it/il-pnrr-italiano-e-il-confronto-con-gli-altri-paesi-europei/) il principale motivo per cui un anno fa il Governo Draghi aveva sostituito quello di Conte, non lascia presagire molto di buono, soprattutto dal punto di vista della "transizione ambientalista", per la quale era stata istituito il Ministero diretto da Roberto Cingolani.

Ricordando tra l'altro che sono stati aboliti con la nuova Finanziaria (che la Camera dei Deputati sostanzialmente non ha avuto neanche il tempo di leggere, dovendola votare a occhi chiusi in sei ore) gli incentivi all'acquisto di auto e moto elettriche, cosa che ha provocato 'ira di produttori e dei concessionari, ma torneremo sull'argomento, possiamo soffermarci su tre progetti in particolare che riguardano il nostro territorio.

Mi riferisco alla cosiddetta "Strada delle Tre Valli" , dalla Valsassina alla val Taleggio, che passa per Morterone, su cui ci sono pareeri discordi (4,8 milioni di euro), alla "Tangenzialina di Molteno" (altri 5 milioni di euro), a quella di Primaluna (costo circa 4,5 milioni di euro).

Sta per partire quindi il Festival del bitume e del cementificio !

Partiamo da quella di Molteno (ne parla La Provincia del 2 Gennaio) che ha suscitato giustamente l'ira di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Alpi e ambientalista doc.
"Assolutamente inutile" la definisce : in quanto ex cittadino moltenese (proprio tra Molteno e Garbagnate Monastero sorgeva la villa dei miei genitori) concordo pienamente con lui. La nuova strada servirebbe solo a eliminare quel residuo di bosco e di alberi che era faticosamente rimasto in piedi dopo decenni di urbanizzazione selvaggia, senza portare nessun vantaggio per la viabilità locale.

La tangenzialina di Primaluna (su cui dovremo tornarci): sicuramente è giusto che venga bypassata la strettoia di Primaluna, dove ci sono stati diversi incidenti e feriti nel passato. Forse però si poteva pensare a un progetto meno faraonico e "autostradale" (costerà praticamente quasi un milione di euro al chilometro) optando per una soluzione meno invasiva per l'ambiente e meno carica di cemento. Del resto se si affida il progetto a una società autostradale gli effetti non possono non vedersi.

Negli anni Sessanta qualcuno voleva far passare per la Valsassina una progettata Autostrada Milano-Monaco. Ecco, oggi un pezzo di quella autostrada (per fortuna minimo) potrebbe realizzarsi ! Senza contare che forse sarebbe il caso di far moderare la velocità nel fondovalle, per non provocare inevitabili stragi di animali ma anche di persone (ricordiamo il triste caso del pensionato introbiese Fulvio Motta, travolto e ucciso nel 2018 mentre attraversava la "tangenzialina") non di far premere il piede sull'acceleratore !

Quindi la strada Fuipiano-ValTaleggio: pareri opposti (ne parliamo in questo articolo, segnaliamo l'opinione favorevole però del prof. Michele Corti, autore di una splendida ricerca sui Bergamini). Anche qui è da vedere bene quale impatto avrà sull'ambiente.

Il problema è che i Fondi Europei (Next Generation EU) dovrebbero servire a opere strutturali per rilanciare l'economia italiana e salvaguardare l'ambiente. Suddividere i fondi ricevuto in tante opere più o meno discutibili (soprattutto nel caso di Molteno) non mi sembra che vada in quella direzione. Tanto più che i debiti dovranno essere pagati dai nostri figli : è questo che vogliamo lasciare alla Next Generation ? Altri debiti e basta ? Forse sarebbe il caso di rifletterci un po' di più, prima di lanciarsi in progetti a dir poco controversi !

Associazioni ambientaliste contro la strada delle Tre Valli ( che passa anche per Morterone verso la Valle Imagna).
WWF Lombardia già mobilitato per contrastare in ogni modo questo folle progetto: tutti d'accordo a parole per tutelare l'ambiente, poi quando c'è da asfaltare, cementificare, e arricchire qualche impresa edile amica degli amici del politico di turno...

Una strada "bianca" forestale c'è già e non vogliamo che diventi "nera" di inutile, sterile e devastante asfalto. Valsassina, Valle Imagna, Val Taleggio e il sito Rete Natura 2000 di Costa del Pallio chiedono Rispetto!

ALLA CONDANNA ADERISCE ANCHE IL CIRCOLO ILARIA ALPI DI ERBA: @WWFLombardia @WWFLecco
Il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" si unisce in questa lotta contro la devastazione della montagna!
scrive

Ne scrive nel suo blog anche Antonio Carminati, Direttore del Centro Studi Valle Imagna : "Non è passata inosservata la notizia che il Consiglio regionale della Lombardia abbia finanziato la manutenzione straordinaria della strada di collegamento Brumano-Morterone-Moggio-Vedeseta, rendendo quindi transitabile il collegamento rurale di circa sette chilometri (strade bianche) esistente tra la Valle Imagna, la Valsassina e la Valle Taleggio. E, come al solito, le polemiche incalzano e i partiti presi rendono difficile un dialogo pacato e spesso mascherano interessi di altra natura. Ho ricevuto la notizia mentre, proprio a Fuipiano, ero intento, con altri cari amici, al trasferimento del magazzino librario del Centro Studi Valle Imagna, ed ho esultato. Finalmente – mi sono detto – un segnale concreto e forte di attenzione a questi territori. Era stata, quella, una reazione a caldo, che confermo in queste riflessioni a distanza di giorni."

Vedi il testo in https://antoniocarminati.blogspot.com/2021/12/passaggio-nord-ovest-in-terra-bergamina.html?spref=fb&fbclid=IwAR2P0SdGgl8QcKvQDDTl91ZsqzqndqgXJdthbByZA3WIQB55AP5U-HIdLpU

Mercoledì, 29 Dicembre 2021 07:11

IL FIORE DELLE MUMMIE

La pianta riprodotta nella foto (scattata durante un’escursione sui monti di Premana) ha una storia plurimillenaria. Gli antichi egizi sembra la utilizzassero nelle operazioni di imbalsamazione anche a causa del buon odore che emanava durante gli interventi di mummificazione su cadaveri non esattamente profumati. E i greci ne bruciavano grandi quantità in occasione dei sacrifici rituali quando numerosi animali, in particolare buoi e capre, venivano arsi per essere offerti agli dei olimpi.

L’aroma sprigionato dal timo (di questo stiamo parlando) è infatti molto intenso e in grado di coprire il puzzo di carne bruciata che inevitabilmente invadeva la zona del sacrificio. In greco antico l’appellativo thyo, da cui timo, significa appunto “sacrifico” con evidente intento metonimico grazie al quale una parte si sostituisce al tutto. Ma esisteva anche il termine thymos (o thumos) dal significato più complesso che atteneva all’aspetto emotivo e sanguigno dell’uomo. Eraclito sostiene che “È arduo combattere contro il thumos (“brama della passione” in G. Colli “La sapienza greca - Eraclito” [A 116] pag. 107; Adephi): ciò che vuole lo compera a prezzo della vita o dell’anima”. Del timo in senso psicagogico parlano anche Platone, Aristotele, Democrito e altri “spiriti magni”. Volando a quote più basse, è d’obbligo segnalare che il timo possiede altre notevoli caratteristiche.

Viene infatti impiegato come aromatizzante in alcune preparazioni gastronomiche in sostituzione dell’origano, di cui è parente prossimo. Ma non è tutto. La farmacopea tradizionale (e non solo quella) attribuisce al timo anche proprietà digestive, antisettiche, lenitive, espettoranti e altro ancora. Dal timo, infine, le api ricavano un miele fortemente aromatico dalle tonalità speziate e retrogusto balsamico che ricorda quello dei chiodi di garofano. Concludiamo ricordando che l’appellativo di timo viene utilizzato per indicare una ghiandola endocrina dell’uomo, collocata dietro lo sterno, che ricopre un ruolo fondamentale all’interno del sistema immunitario poiché porta a “maturazione” i linfociti T durante il periodo prenatale.

In totale per la Provincia di Lecco oltre 12 milioni e mezzo di euro per 11 nuovi interventi in programma dal 2022

"Con il Bilancio appena votato potenziamo il Piano Lombardia per il nostro territorio. Grazie all’approvazione di specifici ordini del giorno, finanziamo 11 interventi stanziando oltre 12 milioni e mezzo di euro. Questo conferma l’impegno di Regione Lombardia per la provincia di Lecco. Si tratta di risorse fondamentali per lo sviluppo del territorio e che permetteranno la realizzazione di opere attese dai cittadini e dagli Enti Locali”. Lo sottolineano il Sottosegretario Antonio Rossi e i Consiglieri regionali Mauro Piazza e Antonello Formenti, che hanno presentato e sottoscritto i relativi ordini del giorno collegati al Bilancio di Previsione regionale 2022-2024, approvati del Consiglio regionale e che impegnano la Giunta a finanziare gli interventi indicati per una cifra di 12 milioni, 690 mila e 000 euro.

“Non possiamo che ritenerci sodisfatti per il grande lavoro di sintesi delle istanze territoriali che abbiamo svolto in questi mesi. Una nota di evidenza lo meritano i due finanziamenti più consistenti, quello per la variante di Primaluna e per il II lotto delle Transorobiche, progetti che riguardano sia la mobilità tradizionale che quella sostenibile, un binomio che si dimostrerà vincente e che aiuterà lo sviluppo turistico ed economico della Valsassina” concludono Rossi, Piazza e Formenti.

Tra gli interventi del nuovo piano, per quanto riguarda in particolare la Valsassina, si rilevano 6 milioni di euro alla Provincia di Lecco per la copertura finanziaria dell’intero I lotto della variante di Primaluna, risorse che vanno ad aggiungersi ai 13 milioni già stanziati con il bilancio di assestamento del 2020.

3 milioni e 300mila euro alla Provincia di Lecco per il secondo intervento di recupero della viabilità storica e valorizzazione identitaria del progetto Transorobiche Occidentali per realizzare una serie di interventi focalizzati sulla mobilità lenta che coinvolge il settore orientale della Provincia di Lecco (Comuni di Introbio, Barzio, Cremeno, Cassina Valsassina,Moggio, Morterone) lungo la dorsale orobica che dal Pizzo dei Tre Signori prosegue sui Piani di Bobbio, i piani di Artavaggio e il Monte Resegone.

250 mila euro alla Comunità Valsassina Valvarrone Val D’Esino e Riviera per la realizzazione pista ciclopedonale dell’altopiano valsassinese tra Cremeno e Moggio;

600 mila euro ad Esino Lario per la realizzazione del centro di formazione e promozione dei saperi, della creatività e della cultura con annessa foresteria volto a favorire la rivitalizzazione dell’area dell’Alto Lago di Como.

Altri interventi riguardano i Comuni della Brianza , tra cui una pista ciclopedonabile a La Valletta, e 500 mila euro al Comune di Mandello del Lario per la manutenzione straordinaria del ponte di via Segantini.

La incontriamo spesso durante le nostre escursioni estive lungo la pista ciclabile fra lo Sprizzottolo e il ponte sulla Troggia (a proposito, Troggia è maschile o femminile?). Si presenta in forma di cespuglietto dai rari ed esili steli dall’aspetto legnoso, sormontati da un apice conico sul quale sbocciano piccoli fiori bianchi dalle sfumature rosacee.

Stiamo parlando della Verbena essenza vegetale utilizzatissima in erboristeria, soprattutto in passato, per le sue innumerevoli proprietà. Presunte o reali che siano. Attorno a questo arbusto circolano antichissime leggende una delle quali vorrebbe che le prime Verbene siano spuntate dalle lacrime di Era piangente a causa delle numerose scappatelle del marito, e signore del panteon olimpico, Zeus. Altre narrazioni vogliono che la Verbena infonda forza e coraggio a chi ne consuma. I Latini la ritenevano sacra, proprio come i druidi. I sacerdoti celtici, infatti, la collocavano sullo stesso piano del vischio, essenza vegetale sacra per eccellenza.

La medicina tradizionale vuole che la Verbena possieda innumerevoli proprietà astringenti, analgesiche, antiinfiammatorie, digestive, antireumatiche. La medicina cinese pare utilizzi la Verbena per curare addirittura edemi, malaria, carbonchio. Sembra inoltre che alcune ricerche ne abbiano individuato caratteristiche antitumorali e effetti benefici contro l’Alzheimer anche se nessuno studio clinico ne ha ancora dimostrato l’efficacia. Ma siate prudenti: se avete mal di testa non preparatevi una tisana di Verbena. Molto meglio l’Aspirina.
 

Alcuni la chiamano fusaggine. Altri evonimo. Per i botanici è Euonymus europaeus. È molto difusa dalle nostre parti dove si mette in mostra (soprattutto nel tardo autunno) per i suoi bellissimi frutti rosso carminio che dopo l’apertura espongono un seme rotondo simile ad una piccola sfera di corallo arancione vivo. Fra le essenze cespugliose è forse la più resistente al freddo. In primavera appare come una pianta anonima dai piccoli fiori bianchi.

Ma all’apparire dei primi freddi, quando le ombre si allungano sul paesaggio autunnale, la fusaggine sembra rinascere a nuova vita con sorprendente e inconfondibile metamorfosi cromatica. È più nota, la fusaggine, con l’appellativo popolare di “berretta del prete” a causa della forma tetralobata del frutto chiuso che ricorda da vicino il copricapo usato fino ad alcuni decenni fa dai sacerdoti cattolici. Un tempo il legno di questa essenza vegetale trovava impiego in ebanisteria e nei lavori di intarsio oltre che in liuteria e spesso veniva utilizzato anche per produrre le forme per i panetti di burro, aghi da maglia, stuzzicadenti ed altri piccoli oggetti di uso comune.

Ancora oggi questo legno viene carbonizzato e lavorato per produrre bastoncini per il disegno a carboncino. Ma se vi imbattete nei grappoli rosso fiamma della fusaggine limitatevi ad ammirarla e non toccatela né, soprattutto, assaggiatene le bacche. Si tratta infatti di una delle specie vegetali nostrane più tossiche, addirittura mortali.

Lunedì, 15 Novembre 2021 06:28

LA TERRA PUO' ATTENDERE !

Insomma ormai è ufficiale, la COP 26 chiusasi l'altro giorno a Glasgow è stata una gran fallimento e una grande delusione per gli ambientalisti. La generica promessa di cercare di limitare il riscaldamento globale a soltanto un grado e mezzo (era stato deciso già sei anni fa a Parigi, ma nulla era stato fatto a questo riguardo) insieme ai buoni propositi di diminuire prima o poi, con una lontanissima scadenza (2050? 2070?) l'uso delle energie di derivazione fossile, condanna il mondo ad altri anni o decenni di inondazioni, piogge torrenziali, straripamenti di fiumi, acqua alta non solo a Venezia, e per inciso a qualche migliaia di morti.
Di fronte all'alternativa che i cittadini di Taranto conoscono molto bene, o l'Economia o la Salute, India e Cina in particolare hanno scelto la prima. Peccato per i nostri figli: speriamo che da vecchi riescano almeno a respirare !

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