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Pubblicato in Cultura

IL CACCIATORE DI NUBI, DI CHRISTIAN ANTONINI

Venerdì, 04 Febbraio 2022 08:08 Scritto da  Angela Palumbo

Ho finito di leggere l'ultimo romanzo di Christian Antonini. Ho scritto delle impressioni sincere, quelle che ti vengono al momento, senza voler fare una vera e propria recensione.
Leggere i libri di Christian Antonini è come essere avvolti da un caldo abbraccio.
Inoltre, non avrei potuto non tuffarmi nell'oceano insieme ai protagonisti, sapendo che Davide Morosinotto ha "messo" tra le onde il mio Corto Maltese...☺️
Grazie.
Tristan ha dodici anni, frequenta un'esclusiva scuola di Singapore ed è il principe di un piccolo regno in mezzo all'Oceano Indiano, le isole del Cocco.Quando scoppia la prima guerra mondiale il ragazzo si ritrova a bordo dell'Emden, l'incrociatore tedesco del corsaro e gentiluomo Von Müller, nemico del suo regno.
Il comandante decide che per Tristan è il momento di impegnarsi come mozzo e vedetta, proprio lui che era stato allevato tra vizi e lussi per diventare un regnante. Così, nel bel mezzo di tempeste e battaglie navali, Tristan scopre che tutto è possibile, anche rispettare i propri nemici, e che la vita da principe viziato non fa per lui.
Lui è nato per guardare le nubi da lontano, e per vivere mille avventure.
(Da PIEMME)
Il viaggio di Tristan è un percorso circolare: parte dalla sua isola e ritorna ad essa. In mezzo ci sono il mare, la vita, la paura, il coraggio.
La storia scorre su due piani paralleli: il racconto del viaggio sulla nave Emden, al presente, e le pagine del diario, al passato. Ma ogni volta che Tristan fa nuove esperienze, ne troviamo eco nel ricordo dei due anni precedenti.
Una forte nostalgia pervade tutto il racconto o, almeno, questo ho provato io nel leggere la storia di questo “piccolo principe” perché ho ripensato a mia madre e al legame che avevo con lei. Certo, io non avevo con lei un rapporto tormentato come quello che Tristan ha con il re delle Isole del Cocco, anzi, ma ho provato spesso un senso di tenerezza nei confronti di questo ragazzo che, se non avesse provato a comprendere suo padre, lo avrebbe rimpianto per tutta la vita.

Tutto il percorso di crescita e di formazione che Tristan intraprende, suo malgrado, è un tentativo di riconciliarsi con la figura paterna.
Le esperienze vissute sulla nave di Von Müller lo porteranno a capire l'importanza di vivere in comunità, ed assumersi delle responsabilità, come per suo padre, che è appunto un re.
Tristan cambia atteggiamento verso la vita e le persone ma lo fa ritornando alle radici, al padre, a quei valori che il genitore ha sempre cercato di infondergli e verso i quali, fino ad allora, il ragazzo aveva mostrato poco interesse, anzi fastidio.
Ci sono due elementi stilistici di Christian Antonini che ricorrono sempre nei suoi romanzi e che lo contraddistinguono: la Storia e il rapporto genitori-figli, adulti - adolescenti.

Da una parte, la descrizione minuziosa e particolareggiata della nave Emden, l'immagine di "lontane isole del vento", la ricostruzione di eventi storici e dei personaggi che ne sono stati i protagonisti, sempre attento alla obiettività storica delle fonti.
Dall'altra, il tono poetico nel tratteggiare i rapporti tra padri e figli con delicatezza e partecipazione.
Bellissima il biglietto che il padre scrive al figlio, e che Tristan leggerà soltanto dopo aver riscoperto il suo legame con il genitore.
"Il mio pensiero ti accompagna, ora che ti imbarchi per la tua prima grande avventura. E anche se ormai spesso mi prende la febbre, è invece la febbre del mare che vorrei mi portasse via e che spero possa raggiungerti e contagiarti, perché non c'è nulla come la passione per dare sapore alla nostra esistenza.
Non lasciarti fermare, concediti il tempo di guardare in faccia i giorni che avrai. Vai a coglierli dai rami della tua vita, non aspettare che ti cadano in grembo. Prova. Sbaglia. Vivi. Per sempre, tuo padre.”

Ultima modifica il Venerdì, 04 Febbraio 2022 08:10
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