Oggi, Festa della SS. Trinità, celebriamo la festa di chi Dio, e le tre letture della Messa ci rivelano qualcosa del suo mistero. Nella prima lettura, il Signore che appare a Mosè nella fiamma di un roveto che arde e tuttavia non si consuma, ci rivela la grandezza di Dio e come a Lui dobbiamo avvicinarci con rispetto e adorazione. Nella seconda lettura San Paolo ci ricorda che lo Spirito, che abbiamo ricevuto, ci rende figli adottivi di Dio: per questo possiamo invocarlo chiamandolo Padre e potremo partecipare alla stessa gloria di Gesù. Ma è soprattutto il Vangelo che ci rivela come Dio sia una comunione di vita fra il Padre, il Figlio e lo Spirito, e come in questa vita di amore la Trinità desidera accogliere anche noi.
Sta in questo il cuore della rivelazione di Gesù.
E’ un mistero tanto grande che ci sembra perfino incredibile, e subito nascono in noi alcune domande.
La prima e più radicale possiamo esprimerla con le parole di Papa Benedetto: “Guardo il cielo e mi domando: è vuoto o è abitato da qualcuno?, e la mia vita è un camminare verso il nulla o verso questo qualcuno?”.
Ci riconosciamo in questa domanda.
Noi, uomini di oggi, maestri nelle cose materiali, siamo diventati sempre più incapaci di cogliere le realtà spirituali e invisibili, come la certezza dell’esistenza di Dio, e il senso e il destino ultimo della nostra vita.
Nel difficile cammino della fede abbiamo bisogno di essere
sorretti dalla rivelazione di Gesù, e di essere accompagnati dalla Chiesa.
Nasce poi una seconda domanda: se Dio c’è e la nostra
vita è un camminare verso Lui, dove sta la sua attraente bellezza così da desiderarlo e amarlo?
Ci mancano le parole per dire come in Dio tutto sia amore e unità fra le tre persone della Trinità e il loro ardente desiderio di accogliere anche noi nella loro comunione di amore.
Per rendere visibile ai nostri occhi tutto questo ci è dato Gesù che ha potuto dire: “Chi vede me, vede il Padre”.
Ogni sua parola e tutta la sua persona esprimono questa incredibile verità.
È bello leggere il Vangelo e vedere come piano piano da ogni pagina emerge l’immagine di un Dio che è amore e, verso di noi, benevolenza e misericordia.
Un modo di come percepire questa attraente bellezza di Dio è quando pensando ai nostri morti, e a noi un giorno, ci dà gioia poterli pensare partecipi di quel modo di amare che in Dio, libero da tante piccolezze o meschinità che segnano la nostra vita.