Marco desidera offrire a tutti una buona notizia, anzi la notizia più bella e più buona di tutte. Inattesa, potente, capace di dare inizio a qualcosa di veramente nuovo e sorprendente. Vuole parlare a tutti di Gesù, il messia, il figlio di Dio. Ha un grande desiderio di farlo, non vuole sprecare parole, vuole provocare per arrivare al cuore. Inizia subito il racconto di ciò che dà gioia, che rivoluziona tutto, che può cambiare tutto, finalmente.
Vuole dire a tutti che in Gesù c’è tutto quello che è definitivo, essenziale, salvifico. E tutti si dovrà prendere posizione su questa buona notizia che è Gesù perché non c’è proprio niente di più bello e buono per noi.
La figura di Giovanni Battista ci dice che deve accader qualcosa anche in noi, che qualcosa serve da parte nostra. Ce lo dice non solo con le parole ma soprattutto con la vita che lui ha scelto di vivere.
“Preparatevi! Preparatevi all’ascolto, all’accoglienza, alla conversione”. Tutto in Giovanni Battista invita a questo.
Mi piace pensare che si possa leggere i primi versetti del Vangelo di Marco in questo modo: inizio del Vangelo di Gesù, che è Gesù, messia e figlio di Dio e inizio di ciò che siamo noi, di ciò che possiamo essere, diventare.
Sento le parole di Giovanni come una raccomandazione accorata per noi: Siate inizio!
Pensatevi in cammino perché Gesù è vangelo buona notizia, da accogliere, comprendere e vivere.
Pensatevi in cammino perché non si è mai arrivati alla meta, bisogna essere sempre pronti a ripartire con novità. Siamo continuo inizio, continua conversione.
È il senso dello scegliere il deserto, del vivere dell’essenziale, del fare silenzio e affidarsi alla Parola: iniziare a fare spazio all’inizio in noi dell’essere discepoli di Gesù, parte nuova e viva del suo Regno.
E’ il senso del disporsi a far spazio a lui, diminuendo il nostro narcisismo, egoismo, il nostro modo di sentire, di pensare, i nostri desideri e le nostre ambizioni per iniziare ad essere discepoli e, speriamo, Vangelo.