Camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. È dal capitolo 9 del suo vangelo che luca parla di questa salita di Gesù verso Gerusalemme. Una scelta seria, determinata. Luca dice che Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Questo cammino sta per concludersi, è l’ora del compimento della sua missione. È bella l’espressione “camminava davanti a tutti”. Davanti a tutti perché tutti vuole portare con se, come se li volesse trascinare. Questa espressione ricorre dopo non aver trascurato di raccontare anche le grandi fatiche ad accogliere Gesù e le sue decisioni, le sue scelte e proposte difficili e, a nostro giudizio, troppo impegnative. Luca dirà che Gesù desiderava ardentemente arrivare a Gerusalemme per vivere il compimento della sua rivelazione, per donare a tutti la salvezza, per il dono del suo Regno.
Qui lo vediamo pronto a entrare nella città santa. Ha preparato tutto. Entra a Gerusalemme in modo da fare del suo ingresso una parola di verità su di lui, su di noi, su quello che desidera ci sia definitivamente tra noi e lui. Tutto era affidato a una icona: lui che entra nella città di Dio e degli uomini a cavallo di un puledro d’asino slegato.
L’asino era la cavalcatura del re in tempo di pace. Quello che Gesù avrebbe detto, fatto, scelto, ma anche quello che non avrebbe detto e fatto avrebbe offerto a tutti la pace, avrebbe aperto a tutti la via della pace.
Ma sarà re a suo modo, a modo della volontà del Padre. Saranno giorni passione e sarà sempre mite e umile, sarà servo. Il suo trono sarà la croce. Non chiederà la vita a nessuno, offrirà la sua per dare vita a tutti. Nell’umiltà e nella mitezza userà le armi della fede, della speranza e della carità.
I suoi, che lo acclamano, poi lo lasceranno solo ma dopo la sua vittoria sulla morte si metteranno ancora sul suo cammino, finalmente realizzeranno in pienezza il senso più vero del gesto di mettere i mantelli ai suoi piedi. Con tutta la vita diranno si al suo cammino e lo percorreranno, si alla sua fede, speranza e carità e le abiteranno. E nella loro vita verrà il suo Regno. Si impegneranno ogni giorno a slegare ciò che è stato legato in loro ma che può davvero essere loro: la mitezza, l’umiltà, il perdono, la compassione e la tenerezza, il dare vita donando la propria vita, in una fede forte e semplice e in una speranza incrollabile nella possibilità che davvero tutti entrino nel Suo regno.
Che sia sempre anche davanti a me, davanti a noi il Re mite e umile ed io, e noi, sempre dietro di lui con affetto, determinazione, fedeltà.