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Pubblicato in Cultura

DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO

Domenica, 02 Febbraio 2025 09:21 Scritto da  Don Stefano Colombo

Simone accoglie tra le braccia Gesù. Per lui si parla esplicitamente di un abbraccio, lasciando solo sottinteso che anche Maria e Giuseppe l’abbiano abbracciato. Proviamo a pensare all’esperienza dell’abbracciare un bambino… Nell’abbraccio si prova commozione, stupore e meraviglia, timore di fare del male, di sciupare un incanto, di infastidire, di spaventare. Ascolti il respiro del bambino e spontaneamente il tuo si adegua al suo ritmo, senti la sua giovane vita fluire nella tua, sostenerla, arricchirla, renderla importante, unica. Capisci che anche tu gli dai vita. Lo abbracci e grazie alla sua preziosità incredibile ti aiuta a percepire la tua innegabile verità di piccolezza, fragilità, precarietà. Lo abbracci e lo vuoi proteggere e spontaneamente pensi, anche con vergogna, al mondo che noi adulti gli abbiamo preparato e gli stiamo consegnando, alle fatiche che dovrà fare per crescere.

Lo abbracci e hai la sensazione di essere dentro l’essenziale, tutto diventa relativo, secondario, qualcosa ti si rivela come inutile, molte cose dannose e pericolose.

Simeone era stato avvisato dallo Spirito Santo che avrebbe visto prima di morire il messia, il Cristo, il salvatore, il redentore. Lo ha finalmente tra le braccia. Proviamo a immaginare l’esperienza di Simeone: quanto ho cercato di descrivere prima lo ha vissuto nella certezza donata dallo spirito che il bambino che abbracciava era il messia.

Simeone ha avuto la possibilità di vivere totalmente, concretamente, carnalmente quello che potrà essere esperienza vissuta in tanti e diversi momenti dai discepoli di Gesù.

Potrebbe essere una esperienza significativa per la nostra preghiera leggere, comprendere e vivere il nostro rapporto con Gesù come un abbraccio almeno simile all’abbraccio di Simeone con Gesù bambino.

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