Bonus Casa: imponenti i crediti bloccati nel cassetto fiscale delle imprese delle province di Como, Lecco, Monza Brianza e Varese
Il Bonus per l’efficientamento energetico ha prodotto i danni peggiori
I vertici di Cna a Roma per integrare l’emendamento sblocca crediti
Dati alla mano, il Presidente di Cna Lario Brianza, Pasquale Diodato, il Segretario regionale, Stefano Binda, il Segretario Cna Lario Brianza, Ivano Brambilla e il Direttore di Cna Servizi, Davide Grassi, hanno incontrato i vertici nazionali dell’Associazione per dimostrare l’ingente cumulo di crediti generati dai Bonus in edilizia, già maturati e bloccati nei cassetti fiscali. Crediti che rischiano di determinare il fallimento di tante piccole e medie imprese italiane.
Marco Capozi, responsabile delle relazioni istituzionali di Cna ha letto con grande preoccupazione i numeri che arrivano dai territori e che andranno a corroborare le richieste inserite da Cna in un emendamento al Decreto Aiuti, attualmente al vaglio dei gruppi parlamentari.
“Da un sondaggio diffuso tra le nostre imprese della filiera costruzioni nelle province di Como, Lecco, Monza Brianza e Varese, emerge che il cumulo di crediti fiscali, maturati e non ceduti ad oggi, per 50 aziende medio piccole sono superiori ai 5 milioni di € - spiega Diodato – Se pensiamo che il campione territoriale è limitato e ipotizziamo di estendere questi numeri a tutta Italia, vediamo che il risultato è astronomico. Chiediamo, quindi di sbloccare la situazione, pena una moria diffusa di piccole realtà che con il volano dei Bonus hanno operato gli sconti in fattura e maturato crediti che oggi rimangono sul “groppone” - come si usa dire - delle stesse imprese, non cedibili e congelati nel cassetto fiscale”.
Una situazione che riguarda sicuramente il Bonus 110% ma per una percentuale minore; più ampiamente le Pmi associate del settore edilizia e impiantistica hanno proposto alla clientela i Bonus minori che però hanno determinato una situazione oggi al collasso per la modifica in corso d’opera delle “regole del gioco”.
I dati parlano chiaro: i danni peggiori sono quelli provenienti dagli sconti in fattura relativi ai bonus decennali che hanno prodotto crediti a tutt’oggi incagliati nei cassetti fiscali delle imprese. C’è da dire che tra il campione sollecitato nel sondaggio una larga fetta di imprenditori appartiene al settore dell’impiantistica e installazione e da qui deriva il numero significativo di applicazione del Bonus 65%.
Le dimensioni d’impresa dei soggetti coinvolti sono quelle delle piccole e medie imprese, tuttavia dai dati si evince che i crediti generati sono i più disparati da poco meno di 5 mila € fino a quasi un milione e mezzo.
Cosa fare, quindi? E come si sta muovendo concretamente Cna per ovviare a questo gravoso problema?
“Abbiamo illustrato la situazione al responsabile nazionale Capozi che è coinvolto direttamente nella presentazione dell’emendamento attualmente al vaglio del Parlamento, supportando le motivazioni inserite nel documento ufficiale con dati numerici significativi – continua il Presidente – In sostanza nella modifica proposta si chiede lo sblocco dei crediti, anche e soprattutto quelli incagliati tra il 17 febbraio e il 30 aprile 2022 che sono rimasti immobilizzati dalla data del 1° maggio, inserita nell’ultimo Decreto come spartiacque per la ripresa della cessione multipla dei crediti”.
Cna sta facendo tutto il possibile per risolvere questa situazione e poter far ripartire le imprese del settore costruzioni.
In allegato la tabella studiata dalla CNA con la situazione attuale: