Il portafoglio ordini è pieno. Lavoro ce n’è. A mancare sono le materie prime e i componenti per la produzione. A lanciare l’allarme, nelle scorse settimane, è stato Il Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria. «Il problema è molto sentito anche in Brianza – spiega Davide Martorelli, Filca Cisl Mbl -. Le aziende del comparto legno-arredo in questi mesi non hanno problemi di lavoro. Le spese delle famiglie, dalla moda ai viaggi, si sono riversate sulla casa e sul mobilio. Le commesse quindi arrivano. Il flusso produttivo è però rallentato dalla carenza delle materie prime. Uno scoglio che potrebbe minare la ripresa».
Mancano le componenti plastiche e quelle metalliche. Prodotti che arrivano principalmente dall’Asia. Secondo gli imprenditori, Cina e Sud-Est asiatico, che hanno ripreso a correre, hanno tutto l’interesse a favorire le loro aziende nelle forniture. Ciò ha un influsso anche sui prezzi. Secondo Confindustria, il legno ha segnato un +35%, i polimeri +25%, le guaine e il rame +10%, il pvc/xps/polistirolo +23%. A ciò si aggiunge il rincaro dei costi del noleggio dei container., ma anche di viti e bulloni.
«In molte aziende – continua Martorelli – stiamo quindi vivendo un paradosso: la ripresa è a portata di mano, ma potrebbe essere difficile da acchiappare. Al momento non ci sono ricadute occupazionali. Nei casi più difficili è possibile utilizzare ancora la cassa integrazione covid-19. Questo blocco però va superato presto per evitare che diventi strutturale e abbia ricadute anche sui lavoratori».
Il rischio grave che si corre è l’azzeramento degli sforzi delle aziende che si stanno rialzando dopo i mesi drammatici del lockdown. «La situazione – conclude Martorelli – rischia di colpire duramente un comparto che rappresenta il fiore all’occhiello del made in Italy, ed è tra le maggiori specializzazioni produttive del nostro territorio».