Niente da fare. Anche quest'anno, quello della "rinascita" dopo la pandemia, a Premana si vivrà l'antico e a Moggio si respireranno i profumi nello stesso weekend.
Peccato: non sono bastati due anni di riflessione che potevano essere utilizzati per ragionare su date diverse; e sono serviti a nulla gli appelli alla logica e al buon senso che da sempre si levano in occasione della concomitanza delle due manifestazioni che portano in Valle migliaia di persone obbligate a scegliere anzichè avere l'opportunità (per loro e per tutto il territorio) di salire in Valsassina per due weekend consecutivi.
Ora, aldilà di motivazioni organizzative che possiamo solo immaginare, questo continuare a sovrapporsi non depone a favore di nessuno.
Certo, a Moggio potranno dire "c'eravamo prima noi" (l'edizione 2022 è la diciannovesima); d'altro canto dalla Val Varrone (edizione numero undici, ma è biennale) risponderanno che le loro date le hanno comunicate da molti mesi, mentre dei Profumi, in via ufficiale, se ne è saputo solo in questi giorni tramite un comunicato sul sito del Comune.
Tutto legittimo, per carità, ma poi evitiamo di parlare di coordinamento, di interazione, di gestione intelligente e di tutto quello che dovrebbe star dietro alla parola "turismo", vocabolo magico sul quale tutti sanno tutto e ognuno ha la sua ricetta fatta di una serie di frasi trite e ritrite diventate nel tempo stucchevoli visto che da quando ho cognizione di causa sono sempre le stesse.
Morale? Siamo sempre lì tra il gnach e il petach, un guado che facciamo fatica a superare nonostante in molti ci mettano buona volontà perchè di mezzo c'è sempre qualche campanile o qualche testa più dura delle rocce della Grigna.
In ogni caso, auguri agli "antichi" e auguri ai "sapori", per entrambi sarà un successo.
Per la Valsassina, invece, le vittore potevano essere due.