Di solito orticoltori e giardinieri la considerano pianta infestante, stante le sue capacità di crescere un po’ dovunque e di diffondersi con grande rapidità. Da noi è conosciuta come “Erba cuca” e la si può trovare nei prati, ai bordi delle strade, negli orti e nei giardini. È talmente famosa da vantare una citazione, sia pur negativa, da parte di Alessandro Manzoni all’inizio del XIX capitolo dei “Promessi sposi”: “Chi, vedendo in un campo mal coltivato un’erbaccia, per esempio il bel Lapazio, volesse proprio sapere se sia venuto da un seme maturato nel campo stesso, o portatovi dal vento, o lasciatovi cader da un uccello, per quanto ci pensasse, non ne verrebbe mai a conclusione”. Questa essenza vegetale è nota anche come “Acetosa” o “Romice” ma anche “Lapazio”, dal greco – bizantino Λάπαζον (làpathon, col significato di sofferenza [pàthon] ma anche sopportazione, pazienza e per questo chiamata anche “erba pazienza”.
L’appellativo scientifico, imposto dal consueto Linneo nella seconda metà del XVIII secolo, è “Rumex acetosa”. Il termine generico “rumex” è latino col significato di lancia o giavellotto, a causa della forma appuntita delle foglie. L’appellativo specifico “acetosa” Fa riferimento al sapore acidulo delle foglie che ricorda l’aceto. Ne esistono molte varietà, tutte molto simili e con analoghe caratteristiche che ne rendono agevole l’identificazione. Si tratta di un’essenza utilizzata dalla farmacopea tradizionale in funzione depurativa, diuretica e febbrifuga. Radici e foglie contengono numerosi principi attivi fra i quali vitamina C, ferro e anche acido ossalico. Per la presenza di quest’ultimo è consigliabile un uso moderato a chi soffre di disfunzioni renali, disturbi gastrointestinali o di fegato, predisposizione ai calcoli e artrite, Ma l’Erba cuca è utile anche in cucina dove in molte regioni d’Italia viene usata nelle insalate, minestre e zuppe. La “Rumex acetosa” in quasi tutte le sue varianti, è conosciuta fin dall’antichità come può dimostrare il fatto che sia citata, negli, “Epodi” da Quinto Orazio Flacco, uno egli “spiriti magni” collocati da Dante nel Limbo. Non è tutto. Anche James Joyce, nell’”Ulisse” parla dell’erba cuca: “I contadini fuori. Facce verdi affamate che mangiano foglie di romice”.
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Fiori e Piante della Valsassina