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UN FIORE CONTRO LA TOSSE

Giovedì, 30 Marzo 2023 06:43 Scritto da  Elio Spada

Ce ne sono un po' dovunque ma non vanno confusi col tarassaco o altre specie simili . Il fiore riprodotto nella foto è un esemplare di “Tussilago farfara”, nome imposto dall'onnipresente Linneo nel secolo XVIII nel suo trattato “Species plantarum”. Si tratta di una pianta erbacea, abbastanza diffusa dalle nostre parti e in gran parte della Penisola, che fiorisce alla fine dell'inverno. Caratteristica comune a poche altre specie il fatto che il fiore sbocci prima delle foglie. Per questo i latini la chiamavano anche filius ante patrem (“il figlio precede il padre”). L'appellativo generico Tussilago, è termine composto dai lemmi latini tussis (“tosse”) e agere (“fare” o anche “togliere”) poiché la medicina popolare riconosce a questa essenza vegetale la capacità di attenuare la tosse e di sciogliere il catarro. L'utilizzo tradizionale della Tussilago è molto antico. Ne parla già Plinio il Vecchio nel I secolo dell'Era volgare nel suo monumentale trattato “Naturalis historia”.

L'epiteto specifico, “farfara” deriva forse dal termine latino farfer nel senso di “portatore di farina” poiché il gambo di questa essenza è ricoperto da una sottile polvere bianca simile a farina. Un tempo le foglie essiccate di Tussilago venivano a volte fumate per alleviare i sintomi del'asma bronchiale. In erboristeria la Tussilago viene impiegata per le sue proprietà emollienti, espettoranti, antinfiammatorie e antinevralgiche. Inoltre contiene numerosi elementi attivi fra i quali mucillagini e tannini oltre a sali minerali come potassio, ferro e zinco. Ma occore fare attenzione perché in questa essenza erbacea risiedono anche alcaloidi pericolosi in grado di provocare cirrosi epatica e carcinomi negli animali di laboratorio. Per questo la medicina moderna non ne fa più uso. .

Ultima modifica il Giovedì, 30 Marzo 2023 06:46
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