Sul fronte pandemico le truppe del coronavirus si preparano forse a contrattaccare. A livello nazionale preoccupa soprattutto l’aumento del rapporto fra casi positivi e persone testate che, fra mercoledì e giovedì è passato da 7.4 a 8.0%. Anche se ieri, giovedì 28 ottobre, in Italia, e pure in Lombardia, si è registrata una sostanziale staticità delle curve dei contagi e degli indici in gran parte delle regioni. Va comunque osservato che cifre, percentuali e statistiche vanno sempre prese con le molle. In Lombardia sono in aumento i casi di positività al coronavirus: (mercoledì 513, ieri 570, ma a fronte di un maggior numero di tamponi. Infatti la percentuale di casi rispetto alla popolazione scende da 0,5 a 0,4.
Ieri a Lecco sono state registrate 8 nuove positività contro le 19 del giorno precedente e le 15 di martedì (oscillazioni statisticamente poco significative) mentre sono in diminuzione le terapie intensive (-3) e i ricoveri (-12). Tuttavia quasi tutti gli osservatori sono concordi nel ritenere che si stia forse preparando, complice il clima stagionale, la “quinta ondata” sulle cui dimensioni però è prematuro pronunciarsi. Ad ogni modo è già partita la campagna vaccinale per la somministrazione della terza dose
Ma c’è, così pare, una notizia indiscutibilmente buona che riguarda i presìdi terapeutici contro l’infezione da coronavirus. Novità che non riguarda però l’efficacia dei vaccini e la contesa fra no vax e si vax, ma la possibilità di utilizzo di un nuovo farmaco. Che poi tanto nuovo non è visto che da anni viene utilizzato per combattere sindromi depressive fra cui il disturbo ossessivo compulsivo. Stiamo parlando della molecola nota come fluvoxamina che pare produca eccellenti effetti contro i sintomi gravi della covid 19. Le informazioni su questo farmaco provengono da un importante studio condotto da un gruppo della University of Minnesota Medical School in Minneapolis. Una ricercatrice malata di covid 19 ed altri scienziati hanno sottoposto alcuni pazienti ad una terapia di 10 giorni a base di fluvoxamina mentre al gruppo di controllo è stato somministrato un placebo.
Il trial clinico è stato sviluppato dalla McMaster University di Hamilton (Canada) in collaborazione con la Cardresearch clinic brasiliana, la Washington University School of Medicine in St. Louis ed ha fornito risultati molto positivi coinvolgento quasi 2000 pazienti. I dati forniti, che comunque dovranno necessariamente essere sottoposti al vaglio della comunità scientifica internazionale, hanno dimostrato che la molecola antidepressiva è in grado ridurre fino al 60% il rischio di ospedalizzazione e di abbattere la mortalità nel 90% dei casi. Ma non è tutto; si tratta di un farmaco dal prezzo irrisorio. L’intero ciclo terapeutico ha infatti un costo di circa 10 dollari contro i 700 della terapia basata su molnupiravir, l’altro composto in grado di combattere i sintomi dell’infezione. E visto che l’antidepressivo efficace contro il coronavirus viene usato in farmacologia ormai da quasi 30 anni, non dovrebbero sussistere rischi di effetti collaterali e di sicurezza a lungo termine né problemi simili a quelli legati alla sempre evocata “ sperimentazione vaccinale” tanto cara agli antivaccinisti.
L’utilizzo di un farmaco contro una malattia diversa da quella per la quale era stato prodotto, non è una novità nella storia della medicina. Il caso più famoso è quello del Viagra, nato per curare l’ipertensione e “riposizionato” nell’ambito delle terapie contro la disfunzione erettile. Se la notizia dell’efficacia della fluvoxamina dovesse essere confermata dalla comunità scientifica si tratterebbe di un evento positivamente clamoroso nella guerra contro la covid 19 e, forse, anche contro gli effetti delle varianti dato che il farmaco non aggredisce il virus ma ne “disattiva” le manifestazioni abbattendo la sintomatologia. Maggiori particolari sulla ricerca sono reperibili, in inglese, ai seguenti link:
https://www.sciencenews.org/article/covid-antidepressant-fluvoxamine-drug-hospital-death?utm_source=email&utm_source=Latest_Headlines&utm_medium=email&utm_medium=email&utm_campaign=latest-newsletter-v2&utm_campaign=Latest_Headlines
https://www.thelancet.com/journals/langlo/article/PIIS2214-109X(21)00448-4/fulltext
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