Caro Dinetto,
oggi ti stanno ricordando in tanti, e fra quei tanti, tantissimi, ci sono anch'io.
Sì, perchè quando ancora non avevo ancora vent'anni ho avuto la fortuna di conoscerti in quel di Artavaggio, tra lo Sciatori e il Sodadura, nelle settimane bianche che organizzava la prof. Giancarla Gatti dell'I.T.C. di Merate che io frequentavo.
E mi hai insegnato a sciare, a me come a tanti, tantissimi. Alla tua maniera ma, soprattutto, con le tue maniere.
Che mi ricordo bene, e sono sicuro si ricordano bene in tanti, tantissimi.
Anche a me hai coinvolto nel tuo quiz preferito: indovinare la tua data di nascita.
E mi ricordo perfettamente dove lo hai chiesto: su al Nicola, dove portavi il gruppo a fare una sosta tra una lezione e l'altra.
Da quel giorno il 4.4.44 si è stampato nella mia memoria, come in quella di tanti, tantissimi.
In questo triste giorno di novembre, con il sole che fa fatica a riscaldare la nostra Valle, ho scoperto che te ne sei andato per una pista infinita, probabilmente alla tua maniera. Sicuramente con le tue maniere.
Ci sono persone che restano per sempre nelle nostre vite. E i maestri (o le maestre) sono tra quelle.
Che poi siano sedute dietro una cattedra oppure viaggino veloci e leggeri sugli sci tra cunette e dossi non fa differenza.
Buon viaggio, Dinetto. Anzi, buona sciata.
Per l'eternità.
Riccardo Benedetti