Il cammino verso la legalizzazione dell'eutanasia non si ferma. Certamente, la cancellazione dello strumento referendario da parte della Corte costituzionale sul fine vita renderà il cammino più lungo e tortuoso, e per molte persone ciò significherà un carico aggiuntivo di sofferenza e violenza. Ma la strada è segnata.
L'Associazione Luca Coscioni non lascerà nulla di intentato, dalle disobbedienze civili ai ricorsi giudiziari, "dal corpo delle persone al cuore della politica". Ci rivolgeremo anche alle forze politiche e parlamentari, in questi anni particolarmente assenti o impotenti, e prenderemo in considerazione la possibilità di candidarci direttamente a governare per realizzare le soluzioni che si affermano ormai in gran parte del mondo democratico.
Il prossimo appuntamento è per l'11 e 12 marzo a Varsavia, per il Congresso del Movimento paneuropeo Eumans convocato insieme all'associazione Luca Coscioni per aprire un fronte europeo di iniziative per la libertà di scelte di fine vita e per l'abrogazione delle norme proibizioniste a livello europeo.
Siamo grati a chi ha dato forza finora alla campagna "Eutanasia legale", inclusi quel milione e 240.000 cittadini che hanno sottoscritto i referendum e i tanti che ci hanno sostenuto. A loro, e a tutti i cittadini diciamo che la lotta per essere "liberi fino alla fine", iniziata con Piergiorgio Welby 15 anni fa, prosegue.
Amaro infine il commento di Beppino Englaro, il papà di Eluana: "4.689 firme buttate via" a Lecco e in provincia ( su un totale di un milione e duecentomila firme in tutta Italia) “Democrazia sconfitta”.
"Siamo decisamente basiti dalla inaspettata e, per noi, ingiustificata decisione della Corte Costituzionale - aggiunge un responsabile della Cellula Coscioni di Lecco. "L'intento di salvaguardare le persone incapaci ed i minori, anche in mancanza , nonostante tutto, di una immediata legiferazione delle Camere, era insita nella scelta di operare un taglio parziale al solo articolo che riguardava i consenziente capaci di intendere, di volere e di decidere della loro esistenza.
Come ribadito dai nostri dirigenti, Filomena Gallo e Marco Cappato, questa decisione non intacca la nostra volontà di difendere il diritto costituzionale di tutti i cittadini alla autodeterminazione in ambito terapeutico e nel fine vita. Ovvero in tutte quelle scelte di libertà personali che non vanno ad intaccare l'altrui libertà e sicurezza. Stiamo già richiedendo a tutti i Comuni della Provincia di Lecco ed alla prefettura accesso agli atti riguardante il deposito delle DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) per valutare lo stato del servizio ed eventualmente suggerire migliorie al servizio oltre che eventuale assistenza a chi fosse interessato/a al deposito. È in previsione un primo dibattito entro il mese di marzo sull'argomento."
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