Cari colleghi,
oggi, prima di iniziare i lavori del Consiglio provinciale, ritengo doveroso raccoglierci in un momento di riflessione per ricordare le figure del giudice Giovanni Falcone, del magistrato Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, in occasione del trentesimo anniversario della strage di Capaci.
La giornata di oggi ci permette di ricordare l’oscura pagina delle stragi di mafia, di cui Capaci è l’emblema più forte, e di confermare il nostro impegno di contrasto alle mafie, che purtroppo, nonostante gli sforzi di tutte le istituzioni, trovano, anche nel nostro territorio, terreno fertile per fare affari e proliferare.
Il 23 maggio 1992 rappresenta una ferita incancellabile per tutto il Paese: le morti di Giovanni Falcone, della moglie Francesca e degli agenti della scorta suscitarono uno sdegno enorme.
Quel tragico attentato è stato un momento di presa di coscienza forte e condivisa, una spinta poderosa per prendere atto che le mafie sono l’essenza di tutto ciò che una società libera, pluralista e democratica non può tollerare.
Da sempre le mafie si travestono e tentano di sostituirsi alle istituzioni approfittando delle difficoltà delle persone, inquinano la vita civile e l’economia, generando disuguaglianze, ingiustizie e vittime. Le mafie non sono solo un problema di ordine pubblico, né costituiscono un pericolo solo per le regioni meridionali, ma rappresentano la più forte insidia alla convivenza civile, alla saldezza e alla credibilità delle istituzioni democratiche, al corretto funzionamento dell’economia.
Azioni che, purtroppo, hanno compiuto in passato nel nostro territorio in maniera diretta, così come oggi tentano di farlo in maniera indiretta, attraverso il condizionamento di attività economiche e imprenditoriali che, anche a causa della crisi post pandemica, sono cadute nella rete del racket.
Un fenomeno che, mi sento di dire, la società civile lecchese non ha accolto con tacita e remissiva consapevolezza: il nostro territorio ha un tessuto di istituzioni, associazioni e gruppi che hanno un ruolo fondamentale nella lotta alla criminalità e che insieme alle forze dell’ordine devono far fronte comune per vincere questa battaglia.
È necessario che le istituzioni si impegnino non solo a contrastare fenomeni di criminalità, ma anche a formare e informare la società civile; proprio per questo come istituzione siamo chiamati a incoraggiare attività di sensibilizzazione per contribuire all’educazione alla legalità e allo sviluppo dei valori costituzionali e civici, promuovendo iniziative rivolte a studenti e docenti.
Per questo motivo, su sollecitazione del Consigliere Lanfranchi ho intenzione di avviare il confronto per far aderire il nostro ente alla rete istituzionale di Avviso pubblico per creare una leva di amministratori e amministratrici che, al di là dell’appartenenza politica e ideologica, collochi il bene comune al di sopra delle proprie posizioni, si cimenti con l’etica della responsabilità, ricerchi un dialogo con i cittadini e ne solleciti la partecipazione.
Onorare al meglio la memoria di Falcone significa conservare con cura il patrimonio morale che ci ha consegnato con il suo sacrificio, con il suo senso del dovere e con lo stile antiretorico che lo caratterizzava, espressione dell’Italia migliore.
Il ricordo di oggi non vuole essere solo una mera testimonianza del passato, ma un punto da cui partire per continuare a costruire una memoria comune per le generazioni future, affinché siano coraggiose e si rendano portatrici di verità e giustizia. Ai giovani consegniamo la memoria di quello che è stato e l’impegno per una società più giusta e rispettosa delle regole, dove le mafie non devono trovare spazio.
Il giudice Falcone, nel celebre documentario della giornalista Marcelle Padovanì del 1988, dichiarò: “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”.
Un coraggio, permettetemi di dirlo, che Falcone ha dimostrato di avere in ogni suo gesto, un coraggio che lo ha reso una fonte di ispirazione e un modello di vita per tante donne e uomini che hanno deciso, sul suo esempio, di mettersi al servizio della collettività per contrastare il fenomeno mafioso.
Vi chiedo quindi di alzarvi in piedi e onorare tutte le vittime della strage di Capaci con un minuto di silenzio.
Grazie.
Alessandra Hofmann
Presidente della Provincia di Lecco