Non poteva che far scalpore il post che Erik Malugani ha pubblicato oggi sul suo profilo Facebook, un breve racconto che riporta ad avvenimenti di qualche anno fa dove spiega le sue ragioni e la sua amarezza che però sembrava essere digerita e consegnata al passato.
Invece (perchè in Italia un "invece" c'è sempre, o quasi, soprattutto se c'è di mezzo il fisco e la burocrazia) il passato è tornato a travolgere il più famoso gommista della Valsassina.
"Un tempo - ricorda Erik e lo ricordiamo in tantissimi - avevo un distributore di carburante. Decisi di tenere i prezzi più bassi che potevo per la gioia del consumatore e per il ritorno pubblicitario; la multinazionale che mi riforniva cercò di ostacolarmi in tutti i modi alzandomi il prezzo d'acquisto. Io, con spregio del pericolo e dopo vari telegrammi, andai ad acquistare il prodotto di questa multinazionale da un terzista: era sempre il prodotto di questa multinazionale".
"Loro - continua - reagirono con minacce di ogni genere. Il giudice inizialmente disse che il gestore era una vittima del sistema contrattuale della multinazionale e che aveva molte ragioni. poi, però, passati 15 giorni decise che non era vero,ordinò la consegna dell'impianto posto sul mio terreno che venne demolito. Persi il lavoro, mia madre pianse e la multinazionale demolì l'impianto nel 2015".
Tutto finito? No, perchè c'è un "invece" di mezzo.
"La multinazionale non si preoccupo' di chiudere i contratti di locazione e di comodato da lei depositati a Milano in Equitalia ed ora l'ufficio riscossione, che non è al corrente della demolizione dlel'impianto avvenuta nel 2015, pretende da me quasi 100.000 euro per aver evaso il fisco sino al 2021".
Noi ovviamente facciamo il tifo perchè la cosa si risolva alla svelta e, magari, con un rimborso da parte della "multinazionale" dei costi che Erik sosterrà per questa loro mancanza.
Intanto lui, a cui non manca mai il buon umore, fa buon viso a cattivo gioco e conclude filosoficamente che quel che conta è la salute.
Già, per fortuna che lui è in salute (con tutti i chilometri che si fa di corsa!) perchè se fosse capitata la stessa cosa a un debole di cuore la "multinazionale" rischiava di averlo sulla coscienza, altro che distributore fantasma.