Basta infortuni e morti nei luoghi di lavoro.
Dall’inizio dell’anno 2022 in Italia sono oltre 600 le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano, oltre 400.000 (quattrocentomila) gli infortuni denunciati da gennaio. Dietro a ognuno di questi episodi ci sono intere famiglie che devono convivere con il lutto per tutta la loro esistenza.
Nell’anno 2021 le ispezioni effettuate hanno confermato che, su cento aziende controllate, oltre 69 evidenziavano irregolarità, concentrate soprattutto nell’ambito della prevenzione e sicurezza.
Sul nostro territorio ad agosto 2022 le denunce di infortunio sul lavoro erano 3.039, il 43% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, e 64 le denunce di malattia professionale. In 6 casi l’infortunio ha avuto esito mortale. I dati parlano chiaro: il fenomeno infortunistico è in costante crescita e troppo spesso coinvolge anche tirocinanti, giovani vite e stagisti, morti durante un’esperienza formativa in azienda. Tutto ciò è inammissibile.
Servono tavoli di confronto ampi, in quanto le innovazioni tecnologiche e digitali, i cambiamenti climatici, la precarizzazione e l’invecchiamento della forza lavoro hanno bisogno di risposte univoche e condivise. È necessaria un’azione ispettiva certa che preveda il coinvolgimento delle parti sociali. È essenziale la formazione continua in materia di salute e sicurezza sia per i datori di lavoro, fin dall’avvio di qualunque attività d’impresa, sia per i lavoratori e sia per gli studenti, che devono affrontare il tema nei loro programmi scolastici. I finanziamenti alle imprese devono essere vincolati a investimenti in salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Chiediamo che le imprese seguano criteri di qualificazione relative alla formazione e alla professionalità, e che nei lavori privati in appalto sia garantita l’applicazione dei contratti collettivi delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Come CGIL, CISL e UIL lunedì 17 ottobre incontreremo il Prefetto di Lecco, a cui porteremo le istanze già presentate ai partiti politici in occasione della tornata elettorale del 25 settembre scorso, partendo dalla messa in campo di misure per ampliare e radicare la cultura della sicurezza, strumento essenziale per garantire l’integrità psicofisica sui luoghi di lavoro che le nuove generazioni andranno ad occupare. A lui chiederemo di farsi promotore verso le imprese, le associazioni di categoria e gli organi di vigilanza di una assunzione di responsabilità, anche attraverso i luoghi di confronto territoriali attualmente esistenti. Inoltre, in coordinamento con le categorie sindacali territoriali, avvieremo un percorso di incontro e dialogo con lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti, stagisti e tirocinanti che svolgono percorsi di alternanza scuola/lavoro.
Saranno organizzate iniziative e assemblee nei luoghi di lavoro sul tema della sicurezza e sul diritto alla salute di chi opera, come dipendente o apprendista inserito in un percorso formativo di vario tipo, all’interno di qualsivoglia luogo di lavoro. A conclusione della settimana di mobilitazione su salute e sicurezza, sabato 22 ottobre a Roma in Piazza Santi Apostoli si terrà una manifestazione nazionale unitaria.
Non si può più attendere: dobbiamo fermare la strage, perché di questo si tratta. Fino ad ora non sono stati rispettati gli impegni che gli enti territoriali si erano assunti con i Sindacati. Dare seguito a questi impegni è quanto mai imperativo. Garantire dignità e rispetto di lavoratrici e lavoratori è l’atto che accresce la civiltà dell’intero territorio lecchese.