Ci risiamo. La Cina, a quanto pare, non produce solo elettronica di consumo ma anche Coronavirus. Articolo del quale Pechino potrebbe diventare per la seconda volta il massimo esportatore planetario. Ma se le notizie che provengono da Oriente non sono confortanti, in Lombardia le cose sembrano andare meglio. Tutti o quasi gli indici relativi alla pandemia sono in discesa o stabili mentre le strutture sanitarie per il momento non soffrono di problemi di sovraffollamento. Nella nostra regione il tasso di positività è fermo al 13% mentre i ricoverati in terapia intensiva per Covid 19, fino a un paio di giorni fa, erano 35, cifra che non ha subito variazioni negli ultimi otto giorni. Nei reparti Covid i ricoveri sono in diminuzione 1.165 rispetto ai 1.274 della settimana precedente. In diminuzione anche i decessi settimanali (199) a fronte dei 246 registrati gli scorsi sette giorni. Situazione analoga in provincia di Lecco anche per quanto riguarda i tassi di incidenza settimanale, tutti in diminuzione come si può notare dalla tabella seguente che però, va sottolineato, è aggiornata solo al 18 dicembre scorso.
Le cifre sono in evidente e costante diminuzione a partire, dalla metà di novembre, per un periodo considerato di circa un mese. Nel Lecchese, infatti, il tasso di incidenza per 100mila abitanti è passato da 432 (14 - 20 novembre) a 225,5 (12 - 18 dicembre). Non sono reperibili dati più recenti ad esclusione del numero relativo ai tamponi risultati positivi che al 29 dicembre scorso, in provincia di Lecco, ammontavano a 124.433. Ciò significa che nel Lecchese, dall’inizio della pandemia, il Coronavirus ha infettato almeno il 34% della popolazione.
Ad ogni modo la diffusione di Sars Cov -2, nelle sue più recenti varianti, è tutt’altro che ferma e abbassare la guardia non è una buona scelta. Come conferma la seconda circolare (in pratica, per quanto riguarda i provvedimenti anticovid, un copia e incolla di quella del 31 dicembre) emessa dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. Unica novità sostanziale la proroga al 30 aprile dell’obbligo di indossare la mascherina non solo nelle strutture sanitare, e di assistenza, ma anche negli studi medici e negli ambulatori. Anche perché “Sebbene l’evoluzione della pandemia sia alle stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie…”.
Insomma, burocratese a parte, meglio prepararsi al peggio. Anche se il cosiddetto “piano anti covid” predisposto dal Ministero, si riduce ad una serie di raccomandazioni e qualche indicazione rivolta alle Regioni, depositarie della gestione del sistema sanitario. Nulla di nuovo: ridurre gli assembramenti, indossare le mascherine, accelerare le vaccinazioni e così via. Alla compagine guidata dalla biondina dagli occhi di ghiaccio fa più paura il rave party del Covid 19. Per questo vengono introdotti anni di carcere e confisca dei beni a carico dei partecipanti. Il tutto grazie al “decreto ghigliottina” che ha tagliato corto, evitando il dibattito in Parlamento. Per essere sinceri, il governo un provvedimento riguardante la pandemia l’ha preso: tutti i sanitari non vaccinati che erano stati sospesi dall’attività ospedaliera saranno immediatamente reintegrati. Inoltre, a dimostrazione della strenua volontà di lotta del governo Meloni contro i pronipoti di Omicron, il decreto ghigliottina ha anche eliminato l’obbligo di Green pass per l’accesso alle strutture di ricovero per anziani, meglio note come RSA, agli altri ambienti sociosanitari e socio assistenziali e agli ospedali. Un vero e proprio sconsideratissimo “libera tutti” dove si trovano concentrati i pazienti più a rischio, nei punti più delicati dai quali, va ricordato, tre anni fa la pandemia si diffuse a macchia d’olio facendo strage di anziani e malati. Ma, come recitava il titolo di un famoso film di Marco Bellocchio, “La Cina è vicina”. E là, il coronavirus, pare stia correndo libero e selvaggio. Tamponare i passeggeri aviotrasportati provenienti dal Celeste impero di Xi non basta proprio perché “la pandemia è imprevedibile”. Parola di ministro.