E’ stato parzialmente aperto l’Ospedale di Comunità all’Umberto I di Bellano, una struttura dotata oggi di
soli 5 posti letto sui 20 attivabili, senza personale adeguato e che ha comportato il trasferimento di 14 posti
letto del reparto riabilitativo, eccellenza di Bellano, all’Ospedale Mandic di Merate, affidandone la gestione
a una cooperativa sociale.
E’ solo l’ultimo atto di una sistematica e duratura dismissione dell’ospedale bellanese sia per quanto
riguarda i reparti di degenza che per i poliambulatori specialistici.
Il Partito Democratico e la lista Progetto Comune hanno tentato più volte di interessarsi e di affrontare la
questione sollevando il problema nelle sedi competenti, purtroppo inascoltati. La dialisi ha ridotto
l’operatività a un solo turno giornaliero, il centro prelievi apre dalle ore 8 alle 10, costringendo tanti utenti
ad attendere all’esterno del nosocomio, numerose prestazioni specialistiche hanno traslocato o sono state
fortemente ridotte nel corso degli anni, dal diabetologo, all’oculista, al dentista.
L’unico Presidio del Lago che doveva essere, secondo le promesse da anni millantate, l’eccellenza al servizio
del territorio, è oggi una struttura svuotata di reparti e servizi, sottosviluppata e depotenziata. Dopo i
notevoli investimenti pubblici spesi per la riconversione e ristrutturazione, l’Umberto I è diventato sede
anche del CRA, struttura residenziale per malati psichiatrici che non dovrebbe, per definizione, trovare
collocazione in una struttura ospedaliera e che è approdato a Bellano come soluzione temporanea ormai 8
anni fa e, nel silenzio generale, è qui rimasta.
L’Ospedale di Comunità sembrava un’opportunità di rilancio della struttura bellanese ma nei fatti, è stata
ancora una volta l’occasione per chiusure e trasferimenti da parte di Regione Lombardia, organo
competente in materia di programmazione socio sanitaria.
L’operazione si inserisce nel modello sanitario regionale convintamente intrapreso e sviluppato da ormai 28
anni dal Pirellone, che ha nel suo fondamento l’affidamento al Privato a discapito di investimento sull’offerta
pubblica , i cui limiti sono pericolosamente emersi a tutti in occasione della pandemia da Covid-19.
La maggior parte delle risorse finanziare regionali vengono destinate alla sanità e di queste una consistete
quota del bilancio è erogata a favore del settore privato. Questa tendenza va cambiata , i fondi devono
tornare a essere spesi nelle strutture pubbliche garantendo così a tutti i cittadini l’accesso alle cure e alle
prestazioni sanitarie.
La nostra lotta sarà sempre per una difesa della sanità pubblica e universale, aperta e fruibile da ciascuno,
prevedendo investimenti e assunzioni per un rilancio e una ricostruzione di un servizio sanitario pubblico in
grado di assicurare il diritto alla salute dei cittadini sancito dalla Costituzione italiana.
Troppe persone sono ad oggi, in Lombardia, costrette a dover scegliere se attendere mesi per poter godere
di un servizio pubblico o convenzionato o pagare per ottenere la medesima prestazione in regime
privatistico, in tempi brevi. Una opportunità che per molti non è economicamente sostenibile e
profondamente ingiusta.
Il 12 e il 13 febbraio 2023, alle elezioni regionali, abbiamo tutti la possibilità di intervenire per cambiare
finalmente questo modello regionale, per tornare a investire sui territori e sulla sanità territoriale in
maniera seria e attenta alle peculiarità di ogni paese e, per Bellano, ad attuare finalmente un rilancio e un
pieno sviluppo dell’Umberto I, degno della sua storia e di quello che ha rappresentato e rappresenta per la
sponda orientale del Lario.
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