A seguito dell'editoriale nel quale evidenziavamo le criticità del Centro Prelievi di Introbio, la dott.ssa Eleonora Arrigoni ha voluto esprimere la propria opinione in proposito che riteniamo opportuno pubblicare.
Posto che le criticità sono tante, e che le solleviamo anche noi “del mestiere” ogni giorno, soprattutto con chi di dovere (ATS o ASST, ad ognuno il proprio ruolo), mi sento in dovere di fare qualche chiarimento perché questo articolo non raggiunge troppo bene alcuni punti a mio parere importanti.
- Nessun disagio e nessuna attesa giustificano mai derive di maleducazione e violenza (verbale o fisica) nei confronti di altri utenti o di operatori (mi spiace che l’articolo non lo sottolinei, soprattutto in un momento di tensioni come questo, ma anzi quasi faccia intendere che sia lecito). Né urla né minacce né bestemmie né prepotenze di sorta saranno mai un comportamento accettabile o civile, in nessuna situazione: è importante ricordarlo.
(Ogni riferimento NON è puramente casuale ma cita situazioni che si sono verificate).
- Ognuno decide liberamente dove accedere alle prestazioni sanitarie (con impegnativa o in solvenza), non è obbligato a rivolgersi al centro del comune di residenza. Non esistono limitazioni di questo tipo, PER FORTUNA.
- Nonostante tutto, sono ancora profondamente convinta che il SSN (Sistema Sanitario Nazionale) sia la cosa più bella che abbiamo. Ribadisco: NAZIONALE. Quotidianamente anch’io indirizzo pazienti presso centri fuori provincia e fuori ATS. In alcuni casi perché ho contatti o esperienze dirette di qualche collega o qualche reparto particolare, in altri casi (quelli più delicati, quindi malattie rare o tumorali) perché si tratta di centri di riferimento per patologie importanti (che si trovano soprattutto a Milano), e nessuno si sognerebbe mai di dire “chi è della Valsassina si curi in Valsassina o a Lecco”, perché spesso l’unica possibilità di cura per il paziente malato si trova fuori dalla nostra zona. E quindi si va lì, andando magari ad “appesantire” una struttura che fa fatica a gestire così tanti pazienti “da fuori” (il discorso vale anche a contrario, non solo per Introbio). Ma si va dove è necessario, fine.
Di conseguenza, trovo questa crociata contro i villeggianti che afferiscono al centro prelievi di Introbio assolutamente fuori luogo perché perde di vista il punto della questione.
Ringraziando la dott.ssa Arrigoni per il suo intervento, dobbiamo dire che da parte nostra, ovviamente, non esisteva nessuna volontà di criminalizzare i villeggianti che d'estate vogliono approfittare dei servizi del Centro Prelievi introbiesi: si è voluto solo far presente un aspetto che forse sfugge ai più e va a sommarsi con le esigenze "locali" appesantendo le incombenze di sportelli e infermiera.
Per cui "il punto della questione" non solo non lo si è perso di vista ma è stato sommato a tutti gli altri.
Altrettanto ovvio che l'articolo non voleva rendere "leciti" comportamenti fuori da ogni logica: quanto scritto è partito proprio dall'esasperazione di alcuni operatori che hanno segnalato l'intervento dei Carabinieri (peraltro chiamati anche da un medico) e denunciato una situazione al limite, come del resto la dott.ssa Arrigoni ha testimoniato nel suo intervento.
Dobbiamo però sottolineare come l'articolo abbia sortito già alcuni effetti.
Il primo: la convocazione di un incontro sul tema da parte della presidente dell'Ambito di Bellano (come già riferito).
Il secondo e sicuramente più importante: in un incontro svoltosi nei primi giorni della settimana tra il sindaco di Introbio, Adriano Airoldi, e il direttore del Distretto, Antonio Cusumano, sono state già prese in considerazione alcune proposte sicuramente migliorative per le quali si è in attesa di formalizzazione e ufficializzazione.
Insomma, nel rispetto delle opinioni di tutti, il problema è infine emerso in tutta la sua criticità e tutti ci auguriamo possa essere risolto nel migliore dei modi tenendo conto (questo però è un'altra questione che andrebbe dibattuta) della purtroppo cronica carenza di personale.