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IN FIAMME UN'AUTO A INTROBIO
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BARZIO: IL 7 DICEMBRE TORNANO
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CORRERE SICURI IN MONTAGNA. SE NE E' PARLATO IERI SERA IN COMUNITA' MONTANA
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DOMANI E DOMENICA A CASARGO CAPRE (E BECCHI) PROTAGONISTI
Previsioni meteo favorevoli (a parte il freddo contro il quale non rimane altro da fare se non coprirsi bene) per…
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CELEBRATA IERI A LECCO LA VIRGO FIDELIS, PATRONA DELL'ARMA DEI CARABINIERI
Ieri mattina presso il Santuario Nostra Signora della Vittoria di Lecco l'Arma dei carabinieri ha celebrato la sua Patrona, la…
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DALLA BCC DELLA VALSASSINA PREMI AI GIOVANI STUDENTI SOCI E FIGLI DI SOCI
Serata dedicata ai giovani quella organizzata ieri sera alla Casa dell'Economia di Lecco dalla Banca della Valsassina in occasione della…
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In occasione della giornata internazionale per l'elimiazione della violenza contro le donne, il gruppo ECR (Conservatori e Riformisti Europei di…
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APPUNTAMENTO CON ANTONIO STOPPANI SABATO A BARZIO
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DOMENICA A TACENO LA PRIMA PROVA DEL PROVINCIALE DI CAMPESTRE. ORGANIZZA IL CSC CORTENOVA
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MALORE IN CAMPO: LOMAGNA RINGRAZIA CORTENOVA
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DA DUE NONNI UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO ALL'ASILO VENINI DI INTROBIO
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Pubblicato in Attualita`

25 APRILE: INTROBIO LO CELEBRA CON UNA TOCCANTE TESTIMONIANZA

Domenica, 25 Aprile 2021 10:46 Scritto da  Redazione

Cerimonia sobria ma intensa questa mattina a Introbio per le celebrazioni del 25 aprile, conclusasi con l’augurio di poterla condividere l’anno prossimo con tutta la popolazione.

Era presente, con il Sindaco, una rappresentanza del Gruppo Alpini con il presidente Piero Selva ed Elio Spotti per l’ANPI.

Dopo la lettura dei nomi dei partigiani trucidati nel 1944 e della scritta incisa sulla stele eretta al cimitero, luogo ove avvenne l’eccidio, il Sindaco Adriano Airoldi ha voluto ricordare quei fatti tramite il racconto del concittadino Renzo Mastalli che, giovanissimo, visse quei momenti e li ha ancora ben impressi nella memoria.

*****                  

Era il 15 ottobre del 1944. Quel giorno ero sulla porta di casa e li vidi passare: erano tutti su un pulmino della SAL, li avevano fatti salire davanti a Villa Ghiringhelli (l’attuale Villa Serena, n.d.r.) vicino al ponte sulla Troggia.

Con loro c’era un prete, il nostro parroco Don Arturo Fumagalli. Li avevano condannati a morte dopo averli catturati su per i monti di Biandino e li stavano portando al cimitero.

Aldilà di un finestrino riconobbi il Carletto Besana che, alzando il braccio, mi salutò con un “ciao Renzo” che non dimenticherò mai.

Dopo un quarto d’ora dal giardino di casa udii degli spari: li avevano già fucilati. Ricordo l’orario, erano le 15.30.

Corsi subito là appena in tempo per vederli tutti allineati nella fossa. Vicino a loro il Paolinet, il Conte e il Borla li guardavano e i loro volti erano pallidi e rigati dalle lacrime.

Qualcuno aveva coperto le teste di quei poveri ragazzi con dei sacchi di carta, un gesto di pietà affinché non venissero sporcati dalla terra.

Quei ragazzi erano il Carletto Besana, il Benedetto Bocchiola, il Carlo cendali, il Francesco Guarnerio, l’Andrea Ronchi e il Benito Rubini.

Ricordo che dopo il 25 aprile salirono a Introbio la mamma e la sorella del Carletto e del Guerino, che era morì tra le braccia del fratello l’11 ottobre mentre, ferito, salì sui monti ad avvisare i compagni del pericolo.

Si ripresero i loro corpi e li portarono a casa, a Barzanò dove furono sepolti con solenni funerali.

Don Arturo quel 15 ottobre mentre i partigiani venivano condotti al cimitero, implorò il comandante delle SS Comelli di lasciare in vita almeno il Carletto, visto che pochi giorni prima aveva perso il fratello.

Ma non fu ascoltato.

*****

Le cronache raccontano che mentre aspettava di essere fucilato Carletto Besana scrisse queste poche righe alla mamma.

“Cara mamma, fatevi coraggio quando riceverete la notizia della nostra morte, ho ricevuto i Sacramenti e muoio in pace col Signore. Mamma, non pensate al fratello Guerino perché l’ho assistito io alla sua morte. Arrivederci in Paradiso. Figlio Carlo. Ciao”.

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