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BARZIO: IL 7 DICEMBRE TORNANO
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CORRERE SICURI IN MONTAGNA. SE NE E' PARLATO IERI SERA IN COMUNITA' MONTANA
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DOMANI E DOMENICA A CASARGO CAPRE (E BECCHI) PROTAGONISTI
Previsioni meteo favorevoli (a parte il freddo contro il quale non rimane altro da fare se non coprirsi bene) per…
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Correre in montagna è diventato negli ultimi anni uno sport (o un semplice hobby) sempre più diffuso. Questa pratica, però,…
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CELEBRATA IERI A LECCO LA VIRGO FIDELIS, PATRONA DELL'ARMA DEI CARABINIERI
Ieri mattina presso il Santuario Nostra Signora della Vittoria di Lecco l'Arma dei carabinieri ha celebrato la sua Patrona, la…
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DALLA BCC DELLA VALSASSINA PREMI AI GIOVANI STUDENTI SOCI E FIGLI DI SOCI
Serata dedicata ai giovani quella organizzata ieri sera alla Casa dell'Economia di Lecco dalla Banca della Valsassina in occasione della…
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In occasione della giornata internazionale per l'elimiazione della violenza contro le donne, il gruppo ECR (Conservatori e Riformisti Europei di…
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APPUNTAMENTO CON ANTONIO STOPPANI SABATO A BARZIO
Sabato 23 novembre La Fucina, in collaborazione con CasAmica Odv, ospita il paleontologo Andrea Tintori per un viaggio nel tempo…
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DOMENICA A TACENO LA PRIMA PROVA DEL PROVINCIALE DI CAMPESTRE. ORGANIZZA IL CSC CORTENOVA
La prima prova del campionato provinciale di corsa campestre si disputerà domenica prossima sull'inedito tracciato disegnato nell'area adiacente al campo…
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La Biblioteca Comunale di Barzio partecipa alla ricorrenza dei 25 anni di Nati per Leggere con una iniziativa che sabato…
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MALORE IN CAMPO: LOMAGNA RINGRAZIA CORTENOVA
Brutta disavventura domenica scorsa a Cortenova per Jacopo Banfi, giocatore del Lomagna, che ha accusato un malore mentre effettuava il…
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LA REGIONE APPROVA IL PATTO TERRITORIALE PER LO SCI IN VALLE
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ESERCITAZIONE PER LA SQUADRA FORRA DEL SOCCORSO ALPINO LOMBARDO
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DA DUE NONNI UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO ALL'ASILO VENINI DI INTROBIO
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Pubblicato in Attualita`

CAMOSCI E CINGHIALI, ALLEANZA DI ATS BRIANZA CON I CACCIATORI PER UNA RETE EFFICACE DI CONTROLLO E PREVENZIONE

Lunedì, 17 Giugno 2024 14:33 Scritto da  Comunicato Stampa ATS Brianza

I camosci della Valsassina e della Valvarrone crescono meno di quelli che popolano il versante orobico bergamasco. Cosa c’è all’origine di questa stentata crescita, che si traduce in un peso medio dei capi inferiore anche del 30% rispetto agli esemplari caratterizzati da sviluppo corporeo nella norma?

I veterinari di ATS Brianza ne hanno discusso con i cacciatori in un recente incontro, tenutosi a Barzio, presso la sede della Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera, nell’ambito di un evento organizzato dai Comprensori di caccia Alpi Lecchesi e Prealpi Lecchesi, di Bellano e di Lecco, per premiare i migliori trofei cacciati nel corso dell’ultima stagione venatoria. Presenti Roberto Vanotti, Direttore del Distretto Veterinario di Lecco, Stefano Luisoni, Veterinario del Servizio Igiene degli Alimenti di Origine Animale, e Alessandro Bianchi, dell’Istituto Zooprofilattico di Sondrio.

Nel corso di questa manifestazione sono stati resi noti agli stakeholder del territorio, cacciatori in primis, gli esiti di un progetto, attivato con Regione Lombardia, e innescato proprio dalle segnalazioni pervenute dai Comprensori di Caccia, che avevano rilevato sui camosci cacciati sui monti del Lecchese i preoccupanti fenomeni della stentata crescita e della loro aumentata mortalità. L’analisi, focalizzata sul periodo di attività compreso tra settembre 2023 e gennaio 2024, ha riguardato le cause epidemiologiche di questa morbosità diffusa tra gli ungulati, arrivando ad attribuirne l’origine a parassiti gastrointestinali.

La collaborazione dei cacciatori, una sessantina quelli presenti a Barzio, a questo progetto di alto valore scientifico, è stata fondamentale, perchè a loro era stato chiesto di effettuare prelievi mirati sugli animali cacciati: non solo campioni di sangue, ma anche parti dell’organismo, come l’abomaso, lo stomaco dei ruminanti, oltre a feci ed eventuali zecche rinvenute sui corpi degli animali abbattuti. Circa 70 i capi che sono stati oggetto di questo screening, a riprova della grande attenzione che ATS Brianza ripone nell’accertamento dello stato di salute della fauna selvatica e nella verifica delle possibili interazioni con il bestiame al pascolo.

Tra i temi toccati nell’incontro anche il punto della situazione aggiornato sulla peste suina africana, di cui i cinghiali possono essere il principale veicolo di trasmissione. Nel corso dell’evento il Direttore del Distretto Veterinario di Lecco Roberto Vanotti, ha proposto all’attenta platea lo svolgimento di corsi di formazione per cacciatori bioregolatori previsto dall’ordinanza del Commissario Straordinario psa del Ministero della Salute, per l’abbattimento programmato in zone di caccia selezionate.

L’Agenzia di Tutela della Salute della Brianza organizzerà a breve un nuovo corso di formazione, volto a creare sul territorio una preziosa platea di cacciatori, autorizzati e abilitati a fare sugli animali i primi accertamenti ante mortem, tali da ridurre poi gli adempimenti a carico del veterinario ufficiale presso il centro di lavorazione della selvaggina. Laddove la cacciagione non sia destinata al semplice autoconsumo, ma alla rete del commercio e della ristorazione, è obbligatoria la presenza di una figura dotata di queste competenze.

L’attività di screening proseguirà in raccordo con il Piano di monitoraggio della fauna selvatica, varato da Regione Lombardia, la prima regione ad avere messo a punto un piano di indagine per verificare lo stato sanitario degli animali selvatici. L’obiettivo è quello di consolidare ogni azione possibile a tutela della salute pubblica, attraverso l’istituzione di mappe epidemiologiche, capaci di cogliere mutazioni ed evoluzioni delle patologie a potenziale zoonotico, ovvero trasmissibili all’uomo.

“Il cacciatore – spiega il dottor Vanotti – è la prima persona che può venire in contatto con il cinghiale malato di psa. Per questo vogliamo sensibilizzare questa categoria all’applicazione di comportamenti corretti e a un dialogo sempre più stretto con l’autorità sanitaria. Come noto, la peste suina africana non è una zoonosi, ma provoca danni seri alla filiera dell’allevamento suinicolo. Di qui la necessità di importanti accorgimenti igienici preventivi”.

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