Riceviamo, e qui sotto pubblichiamo, un intervento di Enrico Bianchini capogruppo della lista "Uniti per Parlasco" che siede tra i banchi dell'opposizione del piccolo paese di Parlasco, più o meno 130 abitanti, famoso, tra altro, per i suoi Pizzi, per la bella chiesa dedicata a S. Antonio Abate, per la strega della Bisaga e, soprattutto, per le gesta di Sigifredo Falsandri (meglio noto come "Il Lasco", foto di copertina) che ha ispirato una serie pregevolissima e visitatissima di affreschi realizzati sulle mura di molti edifici.
Ma in questi periodi Parlasco sta diventando un caso politico: sì, perchè a Parlasco i plenipotenziari di centrodestra della "politica" locale vorrebbero far nominare in assemblea della Comunità Montana l'attuale presidente, Fabio Canepari, uscito però sconfitto a Barzio e quindi impossibilitato per ovvie ragioni ad essere ricandidato da quel comune (che ha già provveduto a suo tempo mandando a Pratobuscante un altro Canepari che però di nome fa Cesare).
E perchè si vorrebbe che Canepari venisse nominato assessore esterno? Perchè Canepari è stato già designato (prima ancora di essere componente dell'assemblea) come prossimo presidente dell'ente della Fornace, frutto di un accordo che il centrodestra ha raggiunto e che prevede come assessori il riconfermato sindaco di Cortenova Sergio Galperti (quota Lega), quello di Pasturo, anche lui riconfermato dai suoi cittadini, Pierluigi Artana (quota Lega anche lui), l'assessore di Premana Giovanni Gianola (apprezzato direttore del Consorzio Premax, quota Fratelli d'Italia) e il consigliere comunale di Dervio Michael Bonazzola (attuale attivissimo assessore in C.M., quota Fratelli d'Italia).
Mentre però gli assessori in pectore hanno già tutti i diritti per essere eletti, il futuro auspicato presidente no: manca un appiglio e a Parlasco, evidentemente, sono disposti a fornirglielo.
Così nei giorni scorsi il piccolo comune ha emesso un bando in cui si cerca un "assessore uomo o donna" la cui caratteristica principale (aldilà di essere cittadino italiano, godere dei diritti necessari e via discorrendo) deve essere quella di "possedere una adeguata competenza ed esperienza tecnica, amministrativa o professionale, desumibile dal curriculum vitae".
Per la verità la "candidatura" ad assessore esterno di Canepari era stata già associata a due altri comuni: Moggio (paese natale del braccio operativo della Lega in Valle) ed Esino, soluzioni che evidentemente non sono andate in porto ed hanno obbligato ad un'ultima frontiera, quella di Parlasco, dove sindaco è Dino Pomi, fidatissimo assessore comunitario del presidente uscente (e che si vorrebbe rientrante).
Entro il 22 settembre, perciò, chiunque abbia voglia, tempo e dimostri di "possedere una adeguata competenza ed esperienza tecnica, amministrativa o professionale, desumibile dal curriculum vitae" può fare domanda per fare l'assessore esterno di Parlasco e vedere come va a finire, anche se è a tutti chiaro "come" la vicenda sia destinata a concludersi.
In questo guazzabuglio (che ci fa capire una volta di più, aldilà dell'apprezzamento verso l'operato di Canepari in C.M. e del valore che potrà essere sicuramente portato dai quattro assessori in pectore, il motivo per cui la gente ne ha piene le balle di un certo modo di far politica) entra a gamba tesa l'Enrico Bianchini sopradescritto con una sua lettera in cui, tra altro, sottolinea come dalla Prefettura sia giunta in paese la richiesta che il futuro assessore, in omaggio alle quote rosa, sia una donna e quella donna, magari, di Parlasco.
Ma c'è un altra sottolineatura nella missiva ed è quella che si riferisce alla palese contradditorietà di chi ha "accusato" Bianchini di essere stato un candidato sindaco proveniente da "fuori paese" ed oggi vorrebbe far sedere in giunta un assessore anch'esso non residente.
Ed ecco la lettera.