Niente fusione tra Cortenova e Primaluna: l'esito del referendum di ieri ha sancito che il "matrimonio" non s'ha da fare e quindi tutto rimane e rimarrà come prima.
"Colpevoli" del mancato connubio gli elettori di Cortenova che hanno bocciato la proposta: 35 i voti di scarto tra i si (271) e i no (306) mentre a Primaluna trionfavano i "si" 509 a 299.
Gli altri numeri della consultazione dicono che a Primaluna si è recato a votare il 39,8% degli aventi diritto (cioè 813 cittadini su 2.080) mentre a Cortenova ha messo la "X" sulla scheda il 53,7% (581 su 1.080).
Sommando i due comuni 780 elettori hanno votato favorevolmente mentre 605 negativamente, un risultato inutile visto che le norme prevedono che se anche in uno solo dei due (o più comuni) si ottenesse un risultato negativo tutta l'impalcatura crolla.
Una prima analisi non può non partire dalla diversa affluenza: più alta sarebbe stata e maggiori sarebbero stati i rischi di un esito negativo, e così, in effetti, è stato.
Delusione totale per Mauro Artusi che ci credeva e ha dichiarato che non si sarebbe mai aspettato un risultato simile e che il "no" potrebbe mettere in discussione anche altri futuri progetti di fusione sul territorio.
Sergio Galperti, da parte sua, parla di "occasione persa" e di "rispetto della volontà popolare" confermando ch continuerà a lavorare per il bene del paese.
Entrambi, peraltro, sin da quando si erano presentati alle amministrative dello scorso giugno non hanno mai nascosto di voler essere sindaco fino al compimento dell'iter della fusione.
Adesso, evidentemente, cambiano tutte le prospettive.
Conclusione: per almeno sette anni di fusioni tra Cortenova e Primaluna non se ne potranno più fare. Per altre ipotesi la strada, alla luce di quel che è successo, si fa estremamente complicata.