Molti di noi spesso utilizzano la 36 per andare in Valtellina o in Alto Lago o in Val Chiavenna e tutti abbiamo visto gli ennesimi lavori in corso all'interno della galleria Monte Piazzo che ci "contringono" ad utilizzare una sola corsia.
Ebbene, questi lavori hanno come oggetto il rafforzamento della struttura del tunnel che è stato realizzato all'interno di un cono di frana, "un difetto strutturale che nessun intervento può eliminare completamente", come ha avuto modo di affermare in un recente convegno sulla mobilità della Valtellina e dell'Alto Lago Nicola Prisco, responsabile di ANAS Lombardia.
Il quale, fra altro, ha anche dato un tempo residuo di vita per la Monte Piazzo: quindici anni da quando saranno terminati i lavori di consolidamento, dopodichè diverrà, sempre parole di Prisco, "inutilizzabile".
Detto che ANAS ha stanziato 200 milioni di euro per i suddetti lavori e 42 milioni per lo svincolo di Piona, la "notizia" non può che fare scalpore e soprattutto preoccupare per le conseguenze che porterebbe a tutta l'economia dei territori interessati.
Ora sicuramente i tecnici e la politica staranno cercando una soluzione e tutti ci auguriamo che la trovino alla svelta perchè quindici anni, secondo i "cronoprogrammi" dei lavori pubblici italiani, sono un niente ed il rischio che si avveri la profezia è serio e concreto.
Da parte mia - inutilmente, lo so bene - non posso che tornare indietro nel tempo di una sessantina d'anni quando venne presentato (a tecnici e politici dell'epoca) il progetto della cosiddetta "Autostrada delle Nevi" predisposto dall'Ingegner Nino Cugnasca, uno che di strade - e non solo di quelle visto che, per esempio, a Introbio, di cui fu Sindaco, aprì le Terme d tentò di realizzare la funivia per Biandino allo scopo di svilupparne il turismo - se ne intendeva.
Ma cos'era l'Autostrada delle Nevi? Ripilogo sinteticamente a vantaggio di chi non ne ha mai sentito parlare e di chi magari se l'è dimenticato.
Il suddetto progetto prevedeva la realizzazione di una "autostrada/superstrada" con partenza dallo svincolo di Agrate della A4; il percorso risaliva nella Brianza e ad un certo punto - mi sembra verso Olginate - si spostava nel calolziese dove avrebbe dovuto essere realizzata una serie di tunnel che si inerpicavano verso la Valsassina.
Le gallerie - ed alcuni tratti scoperti - proseguivano poi a mezza costa sino a Casargo e, dopo aver attraversato la Val Varrone, sarebbero proseguite sotto il Legnone per sbucare infine in Valtellina. Diciamo che in alcuni tratti ricalcava il percorso dell'oleodotto Genova - Monaco realizzato nei primi anni sessanta e che ebbe il "merito" di far cambiare volto (e fatturati) a molte aziende artigiane che passarono dalla produzione degli attrezzi agricoli a quella delle flange.
Cosa avrebbe risolto questo tracciato? Butto lì, a caso, tre punti.
1) migliorato definitivamente la viabilità della Brianza con un collegamento diretto all'autostrada e niente Super36 come la conosciamo oggi
2) evitato di realizzare il tunnel del Barro, l'attraversamento di Lecco e la "nuova" Lecco-Ballabio, nonchè ovviamente, tutte le gallerie a lago
3) risolto il problema della Lecco-Bergamo, visto che sarebbe bastato entrare in autostrada (o superstrada, vedete voi) a Lecco, arrivare ad Agrate e poi con la A4 raggiungere comodamente la città orobica
Un'idea troppo ardita per l'epoca?
Certamente sì, ma Nino Cugnasca oggi lo avremmo considerato un "visionario", uno Steve Jobs e un Elon Musk, per intenderci per cui la decisione della "politica" fu di costruire la strada a lago (e sappiamo quanto tempo e quanti soldi ci sono voluti) lasciandola zoppa per un bel pezzo, fino a quando (sempre con tempi lunghissimi e spendendo una barca di pubblici denari) si aprì il Barro e l'attraversamento cittadino.
Ed oggi resta ancora da risolvere clamorosamente il nodo della Lecco - Bergamo, un calvario dove migliaia di persone quotidianamente devono portare la loro croce eper il quale ad oggi non mi risulta esiste uomo o donna in grado di fare previsioni.
Non so se l'Ing. Cugnasca abbia fatto tutti questi ragionamenti o se abbia solo usato il buon senso quando ha pensato all'Autostrada delle Nevi.
So per certo - e non l'ho detto io ma un responsabile dell'ANAS - che se non si corre ai ripari più che alla svelta saranno guai. Grossi, grossissimi guai.
Buon S. Natale!