SANTA MARIA MADDALENA: I BIGLIETTI VINCENTI DELLA SOTTOSCRIZIONE A PREMI
MUSICA POPOLARE CON I BARABAN
Musica popolare e Alpina con i Baraban, progetto Vocate, Introbio 23/07/2023
GIIR DI MONT: LA SIGNORA DELLA CORSA IN MONTAGNA PRONTA PER LA XXIX EDIZIONE
I 12 alpeggi di Premana si apriranno di nuovo all’accoglienza delle centinaia di runner professionisti e appassionati in arrivo dall’Italia e dal mondo per correre sul percorso del Giir di Mont il 29 e il 30 luglio prossimi.
La storica gara che giunge quest’anno alla sua XXIX edizione è da sempre nel cuore di chi corre in montagna per la caratteristica unica di rendere ogni atleta protagonista, grazie all’ospitalità e partecipazione di tutta la comunità premanese e del folto pubblico che accorre per tifare, incitare e trasformare l’esperienza della corsa in montagna in un evento indimenticabile per tutti i partecipanti.
Qui la bellezza dei panorami e la passione per la corsa in montagna si fondono alle tradizioni del territorio, l’attenzione e la cura per i propri luoghi si arricchiscono del valore aggiunto dell’orgoglio di chi qui abita da sempre e di chi ha scelto di viverci per portare nuova linfa e nuove prospettive. Su poco più di duemila abitanti sono oltre 500 i volontari che animano e rendono possibile questa competizione (ndr: il comitato organizzatore ha una età media di 27 anni!), trasformandola in una festa della disciplina del mountain running internazionale che si ripete ogni anno con fervore collettivo e con l’ospitalità vissuta e sentita ad ogni passo. Ogni sentiero viene curato meticolosamente, ogni baita aperta, i selciati di ingresso agli alpeggi vengono decorati a festa, i ristori vengono abbondantemente allestiti, e solamente al “Giir” accade che grandi e bambini, abitanti locali e migliaia turisti si accalchino lungo tutto il tracciato di 32 km ad attendere e circondare di entusiasmo ogni singolo partecipante chiamandolo per nome.
La competizione è accesa, perché gareggiare a Premana vuol dire entrare nella cultura della disciplina dove i migliori runners si sono cimentati e dove cambia la percezione della competizione fine a se’ stessa, si affrontano le salite ripide delle mulattiere, le discese attraverso i prati dei pascoli e le cime delle vette, entrando in un mondo a sé, oggi non più con la gerla sulle spalle, ma rivivendolo e gareggiando nella storia e nella tradizione, attraverso la condivisione di emozioni di una montagna fiera, viva, da rispettare.
La classica Giir di Mont si svolge su un tracciato di 32 chilometri, 2400 metri di dislivello positivo con tre ardue salite seguite da altrettante discese tecniche e impegnative, con il punto più alto della gara e più spettacolare, nel tratto che porta alla Bocchetta di Larecc a 2063 m di quota, con quasi 950 m di dislivello in poco meno di 6 km. Il Giir di Mont 18 km, versione ridotta con 1100 mt di dislivello positivo, elimina due delle tre faticose salite, con la stessa partenza e lo stesso arrivo della prima gara.
Su entrambi i percorsi quest’anno sarà possibile stabilire nuovi record. L’anno scorso infatti è stato cambiato ufficialmente un tratto del circuito rispetto a quello storico a causa degli impattanti eventi alluvionali del 2019, che hanno obbligato a rivedere il percorso per aggirare un tratto non più percorribile.
E da battere saranno dunque i tempi del 2022 che hanno visto l’eritreo Petro Mamu chiuderlo per la prima volta in 3h 11’ 29” e la cuneese Elisa Desco in 4h 00’ 57”.
Elisa Desco in azione
L'ormai consolidato programma, vedrà lo svolgersi di entrambe le gare principali nella stessa giornata di domenica 30 luglio, con partenza molto ravvicinata: la 32 km vedrà gli atleti di tutte le categorie maschile e femminile sulla linea di partenza alle 7.45 e solo quindici minuti dopo alle 8.00 sarà il momento del via della 18 km.
La giornata di sabato 29 luglio sarà dedicata agli atleti in erba con il Giir di Mont Young, che dalle 15.00 vedrà un centinaio di bambini e ragazzi, suddivisi per fascia di età, assaporare l’esperienza della gara. Le competizioni giovanili si chiuderanno con i piccolissimi atleti nati nel 2014 e successivi, che daranno spettacolo nella piazza della chiesa di Premana, per poi cominciare con la Serata di Gala “Aspettando il Giir di Mont”. Si partirà con la presentazione ufficiale dei top runners della XXIX edizione, che poi premieranno sul palco i giovani protagonisti delle competizioni pomeridiane. A seguire ci aspetta un viaggio nell'evoluzione della corsa in montagna, affrontando diversi aspetti della crescita di questo movimento. Attraverso le voci di Mattia Gianola e Cristian Minoggio, conosceremo i segreti del neonato Dinamo Running Team, primo, e per il momento unico, team professionistico italiano di trail running. Dopodiché la scena passerà al commentatore sportivo di Eurosport Silvano Gadin, che racconterà invece la parte più emozionale di questo e degli altri sport di fatica, con uno sguardo dall'interno sullo sviluppo televisivo che i grandi circuiti internazionali di trail running stanno vivendo.
Le iscrizioni al “Giir di Mont” sono ancora aperte fino al 27 luglio mentre cresce l'attesa per la start list dei protagonisti, con le ultime conferme di nomi importanti attese in questi ultimi giorni.
Petro Mamu a Larecc
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La Storia, gli alpeggi
La prima edizione del Giir di Mont risale addirittura al 1961, agli albori della specialità. Dopo alcune edizioni intervallate da anni di stop, l'evento si svolge con cadenza annuale dal 1999 (due edizioni sono mancanti nella cronologia della gara a causa della pandemia mondiale dovuta al COVID). Nata come sfida su un percorso che unisse i 13 alpeggi del territorio premanese, il suo nome significa appunto “il giro degli alpeggi” (i “mont”), piccoli villaggi tra i pascoli di quota adibiti anticamente alla monticazione del bestiame. Oggi sono i posti prediletti per le vacanze dalle famiglie del luogo per le quali il senso di appartenenza alla comunità del proprio alpeggio è ancora molto forte. I “mont” sono altresì meta di escursioni e trekking talvolta molto impegnativi.
Seguendo i 32 Km del tracciato, si incontra per prima l'Alpe Chiarino (1560 mt) che dalle pendici del “Pizzo d’Alben” si affaccia con un panorama stupendo che dalla Valvarrone si spinge fino alle Alpi della vicina Svizzera; Barconcelli (1415 mt) è l'alpeggio più popolato e in cui non si è mai abbandonata la pratica della monticazione degli animali; I Forni di Sopra e i Forni di Sotto (1200 mt) a monte della strada che porta ai pascoli dell'Alpe Varrone, insieme con l'Alpe Casarsa (1180 mt), subito di fronte, sono fra i due alpeggi più conosciuti e frequentati sia nelle stagioni estive che invernali; l'Alpe Vegessa (1190 mt) è l’alpeggio più recente, è caratterizzato dagli ampi spazi verdi attorno alle singole abitazioni e ospita un punto di ristoro per i viandanti; l'Alpe Fraina (1395 mt) circondata dai Monti Colombana (2388 m), la Cima Fraina (2286 mt) e il Pizzo Cassera (2323 mt) che chiudono la valle; l'Alpe Caprecolo (1360 mt), raggiungibile attraverso un sentiero in impennata verso i pascoli, è adagiato su un poggio assolato ai piedi di una parete rocciosa, i “Sas de Granóon”, alla quale fa da sfondo la cima del Monte Rotondo (2496 m); L'Alpe Rasga (1090 mt) riposa sul letto della Val Fraina fiancheggiata da uno scrosciante torrente in cui rinfrescarsi in estate; l'Alpe Premaniga (1400 mt) è posta ai piedi del Pizzo Alto (2512 m) ed è meta di parecchi escursionisti in tutte le stagioni, dato il piacevole sentiero completamente esposto a sud e molto soleggiato; l'Alpe Solino (1600 mt), il “Balcon della valle” gode di una vista stupenda sulle principali cime della zona, su tutte il Pizzo Tre Signori e il massiccio delle Grigne, oltre che regalare uno scorcio del Lago di Lugano; l'Alpe Piancalda (1480 mt), geograficamente sopra Premana, è raggiungibile da ben 3 punti, dal paese, dall’alpe Premaniga e dall’alpe Deleguaggio; L'Alpe Deleguaggio (1690 mt) è il più alto degli alpeggi premanesi, ricco di acqua che scende dai due bellissimi Lago di Sopra e Lago di Sotto, incastonati tra la costa del Pizzo Alto e quella del Monte Legnone, è l’ambiente di alta montagna per eccellenza.
Con il Giir di Mont si viaggia nella cultura e tradizione premanese, che nasce con gli alpeggi e con la dura vita di agricoltura e allevamento in montagna. Al giorno d'oggi tutto questo viene ricordato attraverso i “past”. Una tradizione centenaria, un convito al quale anticamente partecipavano tutti gli alpigiani di un determinato alpeggio e che coincideva con la conclusione del periodo della monticazione. La loro funzione era quella di ravvivare la cordialità nell’ambito del gruppo e appianare eventuali controversie. La tradizione rimane ancora oggi, anche se con forme e finalità diverse: paesani e ospiti riuniti insieme in un momento di allegria continua fino a tarda sera, animata dai canti tipici della tradizione. Il piatto tipico è la “minèstre dól past”, composta da riso cucinato nel brodo di carne e insaporito con verdure. La convivialità dell'esperienza è dettata dal porzionamento, ogni “part” è un menù per quattro persone che comprende minestra di riso, bollito di manzo, contorno di verdure e in alcuni alpeggi la frittura di trippa.
Un territorio, quello della Valsassina e della Valvarrone, tutto da scoprire, che stupisce ogni volta per la volontà condivisa di trasmettere la bellezza e le emozioni intense che questi luoghi regalano. Che sorprende per l'orgoglio con il quale i premanesi portano avanti la propria cultura e tradizione, organizzando eventi di grande portata come il Giir di Mont e “Premana rivive l'antico”, adottando uno storytelling ricco dei valori della montagna, fatto di sport, tradizione e, soprattutto, passione.
I BARABAN INCANTANO A INTROBIO NEL SUGGESTIVO SCENARIO DELLA VILLA MIGLIAVACCA
La Villa e la Musica. O, se preferite, la Musica e la Villa, tanto il risultato non cambia.
E in mezzo loro, i Baraban, con un viaggio che sulla carta doveva essere solo tra le Alpi ma che poi si è dilatato nel tempo e nello spazio fino a far raggiungere luoghi e tradizioni di posti lontani, legate da un invisibile ma palpabile filo rosso a quelle di casa nostra.
Tra i Baraban e la Villa (Migliavacca), accomodati nella piazzetta che sembra un luogo studiato per eventi come questi, un pubblico formato per la stragrande maggioranza da appassionati della loro Musica, dei loro ricordi, del loro modo di raccontare vicende magari lontane nel tempo ma che sono servite, in una bella sera del luglio valsassinese con la Grigna sullo sfondo a far da contraltare ad un cielo stellato, a far riflettere sullo scorrere del tempo, su chi eravamo e perchè siamo quel che siamo, a chi dobbiamo valori per noi figli di queste terre oggi usuali, come ad esempio la libertà, ma che un tempo furono tutti da conquistare.
Ciò è valso anche per quella parte di platea, anch'essa numerosa, accorsa senza prenotazione probabilmente incuriosita dal nome del gruppo o dal titolo della serata (Alp Music) che lasciava presagire qualcosa di diverso dai soliti programmi estivi, come in effetti si è poi rivelato.
Così è stato grazie all'organizzazione di Res Musica (rappresentata dal presidente Angelo Rusconi) che ha proposto il concerto inserito all’interno del progetto Interreg "VoCaTe. Le voci della terra: ricordare è il futuro", promosso dalla Provincia di Lecco e all'accoglienza dell'amministrazione comunale che ha subito compreso con grande entusiamo la straordinaria opportunità per Introbio di ospitare un evento di così alto spessore culturale e, aggiungiamo noi, sociale.
La collaborazione tra Introbio e Res Musica non finisce però qui: venerdì 15 settembre , all'ombra del castello, è in programma "Genti, intendete questo sermone" spettacolo sui giullari medievali con Matteo Belli, uno dei massimi esperti mondiali della cultura giullaresca. L'evento è inserito nel grande progetto MedFest 2023.
PIAZZA: CITTADINI E FORZE SOCIALI CI CHEDONO DI REALIZZARE L'AUTONOMIA
“Questo è stato un passaggio politicamente e istituzionalmente importante, oltre che dal grande valore simbolico. Il Consiglio regionale della Lombardia è una delle ‘officine’ dell’autonomia differenziata delle Regioni”.
Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia, con delega all’Autonomia e ai rapporti con il Consiglio regionale, Mauro Piazza, che ha chiuso la giornata di audizione del ministro per gli Affari regionali e Autonomie Roberto Calderoli, intervenuto ai lavori delle commissioni congiunte Affari istituzionali ed Enti Locali e Autonomia e riordino delle autonomie locali del Pirellone.
In Lombardia, ha ricordato Piazza, “abbiamo celebrato, nel 2017, un referendum dove 3 milioni di cittadini si sono espressi in maniera inequivocabile per l’autonomia. Qui – ha sottolineato – siamo stati capaci di lavorare sulla riforma con un confronto pragmatico fra le forze politiche e le realtà sociali”.
Un dialogo che negli ultimi mesi, ha osservato l’esponente della Giunta Fontana, “purtroppo è stato ‘sporcato’ da un approccio troppo ideologico da parte di alcuni partiti. “Credo – ha affermato – si debba tornare ad affrontare la questione in materia seria, perché sono i portatori di interesse, i cittadini e le imprese, chi vive fuori dal ‘palazzo’, a chiedercelo. Dal territorio arriva forte la richiesta di andare verso l’autonomia e il regionalismo differenziato per poter leggere e dare risposte ai bisogni da più vicino”.
Piazza ha quindi relazionato circa il grande lavoro in corso all’interno della Giunta per proseguire sulla riforma autonomista. “Stiamo facendo una ricognizione delle funzioni e delle materie oggetto delle richieste del 2018-2019 avanzate al governo. Inoltre stiamo portando avanti un ragionamento con gli stakeholder per capire quali siano gli strumenti migliori per proseguire il percorso avviato”.
Infine il sottosegretario ha rispedito al mittente le accuse relative al rischio che l’autonomia possa portare a una sorta di un ‘neo-centralismo regionale’. “E’ la storia stessa di Regione Lombardia – ha fatto presente Piazza – a dire che ciò non è possibile. Questa è una Regione che da sempre delega il più possibile agli altri Enti del sistema delle autonomie. Ne è prova anche l’accordo siglato con ANCI e UPL qualche anno fa che sancisce ulteriormente la volontà di devolvere a Comuni e Province le nuove competenze che verranno attribuite alla Regione”.
BUONA LA PRIMA PER IL CIRCUITO BIKE & RUN DI PRATO SAN PIETRO
Una bella e calda serata estiva in parte mitigata dall'aria fresca della Valle dei Mulini ha fatto da cornice alla prima edizione del Circuito di Prato San Pietro che ha radunato nella frazione di Cortenova (che si stava preparando alla festa patronale di S. Maria Maddalena) circa un'ottantina di appassionati della corsa e della bici che si sono affrontati su due percorsi particolarmente impegnativi predisposti dai promotori del Centro Sportivo di Cortenova.
La gara rientrava nelle quattro che quest'anno compongono il circuito Bike&Run Valsassina che si avvale del supporto di Banca della Valsassina, Affari&Sport e Slopl'ne.
In precedenza si sono disputate la Cortenova - Zuc e la Indovero - Giumello. L'ultimo appuntamento sarà la cronoscalata Casargo - Paglio in programma sabato 12 agosto.
Nelle BIKE si è assistito ad una fuga portata felicemente a termine di Antonio Vittori che ha rintuzzato nell'ultimo giro il tentativo di recupero di Lorenzo Vittori mentre il terzo posto è stato appannaggio di Angelo Pepe. Unica donna a misurarsi con l'intero percorso l'inossidabile Paola Beri.
Giovanni Artusi si è imposto nella RUN lasciandosi alle spalle Dionigi Gianola e Giovanni Malugani. Debora Benedetti (profeta in patria) si è aggiudicata la gara femminile: sul podio con lei Aurora Invernizzi, seconda, e l'altra atleta di casa Alessia Bergamini, terza.
"Per essere stata la prima edizione - afferma Marco Acquistapace, responsabile del settore bike del CSC Cortenova - ritengo che ci si possa ritenere soddisfatti anche a motivo della qualità dei concorrenti presenti. Ma quello che mi è piaciuto è stato il clima di festa e di amicizia che ha contraddistinto la serata dove c'è stato il giusto grado di agonismo in gara cui ha fatto seguito un terzo tempo di grande sportività".
"Il circuito Bike&Run - aggiunge Acquistapace - fondamentalmente dovrebbe essere interpretato proprio così: un'occasione per ritrovarsi, fare lo sport preferito e poi festeggiare solo per la soddisfazione di averci provato. Sembra un messaggio scontato ma, purtroppo, in tante occasioni così non è".
"Ringrazio tutti i partecipanti - conclude Emanuela Mornico, responsabile assieme a Gianni Selva del settore atletica gialloblù - per aver accettato di venire a San Pietro a condividere questa bella serata che per noi del paese apriva anche i festeggiamenti per la Patrona. E un grazie anche al numeroso pubblico che ha applaudito e incoraggiato gli atleti".
Presente alla manifestazione il sindaco Sergio Galperti con il suo vice Marco Selva.
Qui sotto potete scaricare tutte le classifiche.
SUCCESSO A BARZIO PER LA SERATA DEL DECANATO PER RACCOGLIERE FONDI PER LE GMG DI LISBONA
SOCCORSO AL LAVORO ALL'ANGELONE
Intervento di oggi verso le ore 12:00 per i tecnici della Stazione di Valsassina - Valvarrone del Soccorso alpino, XIX Delegazione Lariana.
Un alpinista di 65 anni è precipitato per una trentina di metri sulla Placca del Pistolino, allo Zucco Angelone, nel comune di Barzio.
La centrale ha attivato il Soccorso alpino, dodici i soccorritori della Stazione di Valsassina impegnati, tra cui un medico e un infermiere del Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico.
Le squadre hanno raggiunto l’infortunato; dopo la valutazione sanitaria, è stato richiesto l’intervento dell’elisoccorso di Areu - Agenzia regionale emergenza urgenza, decollato da Bergamo.
È intervenuta anche l’ambulanza del Centro soccorso Valsassina. L’uomo è stato recuperato e portato in ospedale. L’intervento si è concluso alle ore 14:30.
DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELL’8ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Oggi Gesù ci parla di pescatori. Simone e i suoi compagni pescavano come lavoro e mangiavano o vendevano il pesce pescato; oggi c’è anche chi lo fa semplicemente come divertimento; ma l’essere “pescatori di uomini” a cui chiama Gesù i primi discepoli è un “pescare per salvare”. Davanti a questo Vangelo ci sarà una riflessione per coloro che Gesù chiama e invia, ma cosa c’entriamo noi che non siamo chiamati? Siamo però coloro ai quali Gesù manda. Ma che bisogno ne abbiamo? Salvati da che cosa?
Per stare alle parole di Gesù usate in questo Vangelo, assistiamo spesso a folle presenti a eventi sportivi o musicali, o pronte a seguire le mode di vario genere che via via ci vengono proposte, in cui tutto è subdolo – come l’esca su un amo – o gridato – come la pastura per i pesci -, e non parla alla tua ragione e alla tua coscienza: è fatto per catturarti, come fa il pescatore con il pesce; in altre parole: non ti serve, ma si serve di te.
Certo è bello l’evento sportivo o musicale, e sono necessari certi prodotti reclamizzati, ma perché di tutto questo abbiamo a servircene nel modo giusto e non a esserne asserviti, abbiamo bisogno di essere riportati semplicemente a essere persone.
“Siate pescatori di uomini”: è un caso che Gesù dica così e non, ad esempio, siate pescatori religiosi?
Sembra quasi farci intendere che non si può essere religiosi se prima non si è uomini.
È questa nostra dignità che sta a cuore a Dio, al punto da lasciarci mettere la sua sotto i nostri piedi perchè abbiamo a convertirci dal nostro orgoglio e a salvare la dignità nostra e quella degli altri uomini.
La prostituta l’avevano criticata e segnata a dito; l’adultera l’avevano buttata a terra come uno straccio davanti a lui; i farisei si facevano vanto della loro giustizia e guai a immischiarsi con pubblicani e peccatori; Gesù travalica queste linee di confine e di divisione per ridare dignità a chi l’aveva perduta.
“Siate pescatori di uomini”: non con una strategia di conquista, ma con un atteggiamento libero, povero e lieto.
E al vertice di questa nostra dignità ecco le parole con le quali Gesù si identifica con i più piccoli fra noi, e a chi lo accoglie fa il dono incredibile di essere figlio del Padre.