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Domenica, 25 Agosto 2024 08:53

DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA PRECEDENTE IL MARTIRIO DEL PRECURSORE

in Cultura

Se non viviamo in maniera spensierata la nostra vita, se, invece, siamo ben presenti a noi stessi, alla vita, a tutto ciò che ci circonda e che avviene nel mondo, è facile ritrovarsi a fine giornata ad avere a che fare con tante domande, tante paure, spaventati e demotivati. Uno sguardo attento al mondo e alla vita ci fanno constatare che sono troppe le incognite, sono troppi i problemi e le difficoltà, le fatiche, troppe le speranze deluse, i tentativi falliti di cambiare qualcosa. Le nostre fragilità ci pesano e a spesso ci spaventano. Ciò che non siamo noi e ciò che non conosciamo sono incognita che ci intimorisce.

Nella Parola di Dio di oggi troviamo alcune luci.

Nella prima lettura le parole di una madre e di suo figlio prima di essere trucidati dal re Antioco testimoniano una fede incrollabile in un Dio che non abbandona chi si affida a lui e vive con coraggio l’obbedienza alla sua legge.

Paolo nella seconda lettura scrive: “siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”

Sono testimonianze che sembrano la traduzione nella vita della Parola di Gesù: “non abbiate paura!”

Quanto queste parole ci toccano davvero il cuore? Quando lasciamo che avvolgano la nostra vita con tutte le nostre fragilità e paure?

Sono parole, pronunciate da chi ci ritiene più preziosi della sua stessa vita, che non possiamo lasciare che perdano la loro forza a causa dalle tantissime parole che invece fomentano e amplificano le paure. Quelle di Gesù sono parole che fanno bene a noi e che noi, discepoli di Gesù, anche con la vita possiamo offrire agli altri. È importante che noi non fomentiamo le paure e invece aiutiamo altri ad aprirsi alla fiducia in Dio. Non dobbiamo avere paura di niente e di nessuno. Se c’è qualcuno che dobbiamo temere questi è Dio. Non sta parlando di Satana o di un suo servitore quando Gesù dice: “abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo”. Satana ha solo il potere di spingerci a rifiutare Dio e il suo amore. Gesù sta parlando di Dio, ma di cui poi subito dice: “Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!”. Dio ha il potere di far perire nella Geenna ma Dio non dobbiamo aver paura. Ha questo potere ma non lo usa contro di noi che ai suoi occhi valiamo più di molti passeri. Ricordiamoci anche che con la sua pasqua Gesù ha già vinto su satana definitivamente e che satana può solo tentarci di dubitare di Dio, del suo amore e spingerci così a scegliere noi di perderlo per sempre. Con Dio noi dobbiamo vivere il santo timore: la consapevolezza di avere a che fare con un Padre buono, misericordioso, esagerato nell’amore verso ogni uomo perché considerato il suo tesoro preziosissimo, mentre siamo ben consapevoli della nostra fragilità, piccolezza e povertà che potrebbero davvero sciupare, o rendere inefficace, a causa della nostra libertà “giocata” male, tutto il suo amore. Non possiamo dire “io non valgo niente, sono brutto”. Noi valiamo la vita di Gesù, tutti agli occhi di Dio valgono la vita di Gesù. Noi, tutti,  però possiamo, cosa stupida e davvero inspiegabile (e questo potrebbe essere davvero il potere di Satana), chiuderci al suo amore o rifiutarlo, spegnere il fuoco del suo amore, dubitare di essere preziosi e unici per Lui.

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Sabato, 24 Agosto 2024 17:38

INCRODATI IN GRIGNETTA: INTERVENTO IERI SERA DEL SOCCORSO ALPINO

Le squadre della Stazione di Lecco, XIX Delegazione Lariana del Soccorso alpino, sono state attivate ieri sera per un intervento di recupero (due persone incrodate) sulla Segantini, nella Grigna Meridionale.

Sul posto l’elisoccorso di Como di Areu - Agenzia regionale energenza urgenza; i tecnici del Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico sono intervenuti a supporto delle operazioni.

L’intervento è cominciato poco dopo le 21:00 ed è finito in tarda serata.

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Venerdì, 23 Agosto 2024 17:43

QUASI 1.000 VISITATORI PER IL MUSEO DELLA FORNACE NEL PERIODO DELLA SAGRA

Come ogni anno dalla sua inaugurazione, il Museo La Fornace è rimasto aperto al pubblico per tutto il periodo della Sagra delle Sagre per sfruttare il solito consistente afflusso che la manifestazione fieristica convoglia in Valle.

Ben 966 le persone che hanno colto l'occasione per visitare la struttura partecipando alle visite guidate, per una media significativa di oltre 100 al giorno, numeri elevati raggiunti grazie (anche e soprattutto) all'indotto generato dalla Sagra.

Molto frequentato anche lo stand della Comunità Montana situato proprio all'ingresso della fiera dove era presente anche un banco dedicato al Servizio Civile di cui abbiamo già scritto sul nostro giornale. Presso lo stand venivano fornite informazioni di vario genere e distribuito materiale divulgativo del territorio.

Anche in questo caso - come sempre - grazie alla Sagra la bellezza e la cultura della nostra Comunità Montana è stata ampiamente promossa per merito di un piccolo esercito di tante persone (soprattutto giovani) coordinate da Tecla Bertarini tra Museo, stand e servizio civile.

Allo stand si sono alternati Astrid Bertoldini, Piera Pezzati, Sabrina Vitali, Serena Invernizzi, Elena Caviezel, Erika Colombi e Diego Panzeri.

Il Servizio Civile era promosso da Andrea Bonfanti, Niccolò Carenini, Saul Combi, Silvia Poletti, Chiara Rocchi e Matteo Spreafico.

Consistente la "squadra" di accoglienza e visita al museo formata da Laura Brancaleone, Alessia Artana, Piera Pezzati, Sabrina Vitali, Antonio Buttironi, Roberto Castelnuovo, Massimo Dell'Era, Giorgio Colombo, Elena Caviezel, Stefano Belloni, Luca Aielli, Fabio Mauri, Sabrina Iannaccone, Andrea Vigo, Elisa Ricci, Fabio Ghezzi e Gabriele Guarnaroli.

 

 

 

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Venerdì, 23 Agosto 2024 17:32

COPPA LOMBARDIA: ESORDIO IL 1° SETTEMBRE PER IL CORTENOVA

in Sport

Era atteso da giorni e finalmente è stato ufficializzato il calendario della Coppa Lombardia che riguarda il CSC Cortenova.

I gialloblù sono stati inseriti in un girone che li vedrà giocare contro l'Aurora San Francesco, la Polisportiva 2001 e il Mandello.

Proprio contro il Mandello, in trasferta, i ragazzi di Mister Tantardini disputeranno domenica 1° settembre il primo incontro ufficiale della stagione in attesa dell'esordio in campionato previsto per la domenica successiva.

Sempre per la Coppa Lombardia, il Cortenova affronterà poi in casa l'Aurora (11 settembre) e la Polisportiva 2001 (25 settembre). 

I ritorni sono stati programmati per il 9 ottobre (quando al Todeschini salirà il Mandello), il 23 ottobre (trasferta per affrontare l'Aurora) e il 6 novembre (a Lecco contro la Polisportiva 2001.

 

 
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Venerdì, 23 Agosto 2024 09:04

BIANDINO, VALLE (E STRADA) APERTA

Revocata dagli amministratori del comune da cui parte l'ordinanza che tendeva in qualche modo a "regolamentare" la viabilità sulla strada per la Val Biandino.

Lo scorso 9 agosto è stato emesso un provvedimento nel quale si specifica che "il Comune non ha potere giuridico per l’adozione di provvedimenti limitanti la transitabilità e gli accessi veicolari", precisando che "la strada descritta, che oltre tutto comprende anche parte del territorio di Primaluna, non è annoverata (ed al momento annoverabile) tra le strade di proprietà pubblica, come ampiamente confermato nella sentenza del TAR sezione IV RG 3086/2001 del 11 aprile 2012 in accoglimento al ricorso della società ricorrente".

Si tratta dell'atto ufficiale che da seguito a quanto già comunicato in consiglio; un atto, intendiamoci, assolutamente legittimo che riporta la situazione mai risolta (e probabilmente irrisolvibile) della controversa strada indietro negli anni quando all'inizio di Via alle Ville campeggiava un cartello con la scritta "Strada Privata" declinando tutte le responsabilità su chi avesse voluto comunque passare ed una stanga (peraltro poche volte abbassata) fungeva da ulteriore confine all'inizio della carrareccia.

Niente da eccepire sui fondamenti giuridici della decisione: la strada è "privata" ed un ente pubblico non ha poteri su di essa, così come - a quanto sembra - anche le forze dell'ordine e si attendono le soluzioni riguardanti chi ha terreni e proprietà in quota e per i gestori dei rifugi che organizzano navette per i loro clienti.

Per cui dal 9 agosto, data del provvedimento, per il transito verso la Val Biandino non è necessario alcun permesso: tutti, evidentemente a loro rischio e pericolo, la possono utilizzare violando in definitiva quella che è una proprietà privata.

A meno che i proprietari (sui quali ricade la responsabilità per l'utilizzo) decidano, per cautelarsi (e di croci su quella strada ce ne sono), di rimettere in funzione la famosa stanga.

 

 

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Venerdì, 23 Agosto 2024 07:56

"JUS SCHOLAE" : IL MINIMO DEL MINIMO !

Si sta dibattendo in questi giorni, a livello politico, su un eventuale diritto da dare ai giovani immigrati, che frequentino le scuole italiane da qualche anno, di poter ottenere la cittadinanza italiana.
Una proposta lanciata dal PD qualche anno fa (visto che lo “jus soli”, cioè la cittadinanza data automaticamente a chi nasca in Italia, anche se figlio di extracomunitari, non sarebbe passato in Parlamento) e colpevolmente non attuata dai Governi a larga maggioranza precedenti , da quello di Gentiloni a quello di Mario Monti.

Mi si lasci allora fare appello alla mia esperienza quasi quarantennale di professore, prima di andare in pensione. La scuola italiana ha tanti difetti, in realtà moltissimi, però è sicuramente un luogo di integrazione, di scambio di cultura, anche di affettuosità e generalmente di interrelazione paritaria tra gli studenti.
Mai, e poi ridico mai, in quarant’anni, ho avuto il dispiacere di assistere a episodi di razzismo tra gli studenti della stessa classe. Il razzismo viene dopo, fuori, negli stadi di calcio, nelle manifestazioni pubbliche, ma non nella scuola (anche perché generalmente gli insegnanti sono giustamente vigili su questo argomento).

Mi si lasci citare alcune mie esperienze: una delle alunne più brave che abbia mai avuto era una ragazza albanese, che studiava presso l’Istituto Bertacchi di Lecco (anno intorno al 2001). Aveva tutti 10 in TUTTE le materie , da Italiano a Matematica (cosa molto rara) Scienze Musica Inglese ecc. Impossibile non darle 10, per la sua incredibile determinazione, capacità di studi e di apprendimento, intelligenza e adattamento.
Ma tante ragazze cosiddette “straniere” ho visto negli anni con la stessa disponibilità, attenzione, determinazione: molte di loro avevano capito che la scuola è un luogo di promozione sociale, che la cultura era qualcosa di utile, che anche se poi andavi a fare qualche lavoro umile (dalla lavapiatti alle pulizie, alla “badante”) la cultura è qualcosa che rimane in te stesso/a e che ti valorizza, e in futuro può anche darti qualche prospettiva di lavoro in più.

Un concetto che purtroppo molti giovani e giovanissimi italiani, che a volte vivono la scuola solo come un obbligo o un dovere stancante imposto dai genitori, spesso hanno smarrito.

Mi si lasci ricordare un altro alunno molto particolare, un simpatico signore di più di 40 anni, che proveniva mi sembra dal Congo (un paese in perenne guerra) e che frequentava il Parini serale , negli anni intorno al 2010. Nel suo paese si era laureato in Matematica (materia in cui naturalmente era bravissimo), avrebbe anche potuto fare anche il professore o supplente, ma in Italia la sua laurea non era riconosciuta (anche questo un problema che andrebbe affrontato). Il suo obiettivo era di lavorare in Italia e guadagnare qualcosa per potersi comprare un trattore e con quello andare a lavorare i campi nella sua Africa ! Che lavoro aveva trovato da noi ? Faceva il raccattapalle allo Stadio di San Siro, così si guardava gratis tutte le partite (e naturalmente era un grande tifoso dell’Inter ) !

Torno quindi più indietro nel tempo, e vado alla Scuola Media di Introbio, intorno all’anno 1991. Era appena arrivato uno dei primi ragazzi “extracomunitari” (mi sembra dal Cameroun) che non sapeva una parola di italiano, e quindi non capiva un accidente di quello che si diceva nelle lezioni in classe. All’epoca non c’erano ancora i “facilitatori” culturali, gli intermediari, professori specifici che si occupavano di loro.
Come risolvere il problema ? Ho una idea che ancora oggi ritengo “geniale” (modestamente !). Incarico due ragazzine (brave) di stargli vicino, di fare un gruppetto, in fondo alla classe: mentre noi andavamo avanti con le lezioni normali, per il resto della classe, loro gli sarebbero state accanto con il libro di grammatica per insegnargli i fondamenti dell’Italiano.
Fu una esperienza interessante, anche per loro (che forse ancora oggi se lo ricordano): il ragazzo fece grandi progressi, e dopo qualche mese era riuscito finalmente a capire la nostra lingua.

Insomma, in conclusione, lo “jus scholae” è un diritto inalienabile che in un paese civile andrebbe riconosciuto ma senza alcuna esitazione. L’integrazione che la scuola garantisce è qualcosa di unico e di imperdibile.
Ricordo in conclusione che senza i bambini e i ragazzi “extracomunitari” molte scuole in Valsassina sarebbero state chiuse, per mancanza di numero minimo di alunni (almeno 15 alunni per classe, altrimenti il Provveditorato non accetta la formazione di una nuova classe, elementare media o superiore).
Altro che costruire nuove scuole, senza di loro avremmo chiuso già da un pezzo molte di quelle esistenti !
Oltre al fatto che questi “stranieri” spesso diventano bravissimi lavoratori, di cui le aziende hanno bisogno come il pane.

Lo “Jus scholae” allora è il minimo che possiamo dare loro: i loro figli sono italiani a tutti gli effetti, e anche le ultime Olimpiadi di Parigi lo hanno dimostrato !

Enrico Baroncelli

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Giovedì, 22 Agosto 2024 18:54

VALERIO ANNOVAZZI " IN GITA" SUL PEAK LENIN

Valerio Annovazzi: uno che se non lo conosci non lo puoi capire. Ma anche se lo conosci, alla fine, ti stupisce sempre.

Aveva (almeno nelle intenzioni e per usare un termine calcistico) appeso le scarpe al chiodo ma, ed è qui che ricomincia lo stupore, il suo istinto lo ha convinto a riportarsi là dove probabilmente si trova meglio che su alla Pezza, e cioè in alto, molto in alto.

Ed oggi compare, come per incanto, un post di Chiara, la figlia che sotto una foto del papà in cima al Peak Lenin mentre respira aria fina a 7.134 metri di altezza (una specie di gita rispetto al passato) scrive queste parole.

"Quando mio papà ha detto che avrebbe smesso di fare spedizioni e che aveva lasciato tutta l’attrezzatura in Pakistan - scrive - pensavamo che fosse giunto il momento per lui di godersi la pensione. Ma evidentemente, per lui, 'smettere' significa solo abbassare di qualche metro! E così, eccolo di nuovo, su una montagna da 7000 invece che 8000.
Complimenti papà. Da sempre l’esempio che non seguo mai, ma che ammiro tanto!"

Il Valerio, per chi non lo sapesse, non è stato sempre alpinista visto che il suo passato lavorativo lo ha visto autista e muratore prima di decidere, dopo un infarto, di cambiare vita, perdere una ventina di chili e dedicarsi a "camminare" come gli era stato suggerito dai medici.

Evidentemente Valerio è andato oltre i consigli visto che si è "fatto" cinque ottomila (non prima di un secondo infarto) e rischiato seriamente di non tornare più a casa come sul Gasherbrum II quando è rimasto per tre giorni bloccato in quota senza cibo e salvato appena in tempo da morte certa.

Ed oggi, al vedere questa foto, la mia ammirazione per un coscritto "con le palle" (consentitemi) va ancora oltre quella che era peraltro già di altissimo livello.

Complimenti Valerio per averci ancora una volta insegnato che talvolta l'impossibile può diventare possibile. In fondo, forse, basta solo crederci un po' di più.

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