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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Mercoledì, 23 Marzo 2022 07:06

SALUTE E TECNOLOGIA, INDAGINE TRA GLI ANZIANI LECCHESI

Gli anziani preferiscono ancora recarsi di persona in ambulatorio per parlare con il proprio medico curante. Ma due su tre sono disposti a sperimentare nuovi strumenti tecnologici e dunque ad aprire le porte alla telemedicina.
Questo quanto emerge da un’interessante indagine realizzata dallo Spi Cgil Lecco. Sottoposto a un questionario un campione di 70 persone dai 55 anni in su, residenti in 16 comuni della Valsassina e della sponda orientale del Lario, parte di un ampio studio promosso dal sindacato a livello regionale e nazionale nelle aree interne, di norma più lontane dagli ospedali e meno servite anche dal punto di vista sanitario.

Gli intervistati ritengono prioritario il rapporto diretto con il medico: il 60% comunica con il suo medico di base recandosi direttamente in ambulatorio, il 27% via telefono, solo il restante 13% utilizza internet, dunque e-mail o messaggi WhatsApp. Quasi il 90% di chi si reca personalmente dal medico dichiara di farlo perché preferisce incontrarlo di persona e parlargli direttamente, meno di uno su dieci perché non in grado di usare strumenti come tablet, smartphone o computer, perché non ha fiducia nella tecnologia o perché teme che il controllo non sia sufficientemente efficace. Tuttavia più del 50% degli anziani lecchesi intervistati pensa che la tecnologia possa aiutare a controllare meglio le sue condizioni di salute, e il 67% è disponibile a sperimentare nuovi strumenti per farlo. Tra chi già utilizza la tecnologia in ambito sanitario, ricette elettroniche e prenotazioni delle vaccinazioni sono i due servizi più usati. Ancora pochi invece, solo due tra gli intervistati, fanno monitorare la distanza il proprio stato di salute.

“Dall’indagine emerge come i nostri anziani ritengano ancora prioritario il rapporto di fiducia e personale con il medico, prediligendo la visita in ambulatorio o il contatto telefonico, modalità in uso da sempre - spiega Pinuccia Cogliardi, segretario generale Spi Cgil Lecco - Tuttavia la maggior parte ha un atteggiamento positivo rispetto alla possibilità di utilizzo di nuovi strumenti tecnologici e ritiene che possa migliorare il controllo dei parametri legati al proprio stato di salute”.
Le risposte al questionario, sottolinea il sindacato, indicano come proprio la telemedicina possa essere la giusta strada per garantire il diritto alla salute degli anziani nelle aree interne, superando le difficoltà di spostamento create dalla lontananza dai centri medici, dall’età e dalle patologie, in modo non sostitutivo ma complementare rispetto al rapporto diretto con gli operatori sanitari. Allo stesso tempo può aiutare a ridurre i disagi causati dalla sempre più preoccupante carenza di medici di base.
“E’ importante dunque che le proposte di telemedicina siano approfondite. - conclude Cogliardi - Sono necessari interventi per aumentarne la diffusione tra gli anziani, prevedendo una mirata attività di formazione con corsi ad hoc”.

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Mercoledì, 23 Marzo 2022 06:58

Giornata dell’Acqua all’insegna della siccità

 Laghi ai minimi, in inverno solo 65 mm di pioggia

La percentuale di riempimento del lago di Como è di appena il 5%, mentre in Lombardia
le precipitazioni nel periodo invernale sono crollate dell’82%. Trezzi: “Senza acqua non c’è cibo”


COMO-LECCO - Solo 65 millimetri di pioggia sono caduti in Lombardia durante l’ultimo inverno appena concluso, l’82% in meno rispetto all’anno precedente, mentre il Lago di Como è ai minimi con una percentuale di riempimento di appena il 5%. È il drammatico bilancio che emerge da un’analisi della Coldiretti regionale su dati ARPA Lombardia relativi all’inverno meteorologico (da dicembre a febbraio) diffuso in occasione della giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite che si celebra il 22 marzo, dopo un inverno che ha lasciato l’Italia con un terzo in meno di pioggia ma con precipitazioni praticamente dimezzate al nord.

Anche il fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è sceso a -3,3 metri ed è ai minimi del periodo da almeno trent’anni, secondo l’analisi della Coldiretti, e anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno, appunto, dal 5% di quello di Como al 31% del Maggiore, secondo il monitoraggio della Coldiretti. Una situazione rappresentativa dello stato dell’intero bacino idrografico del Nord con corsi d’acqua in magra dal Piemonte al Veneto, dal Trentino Alto Adige al Friuli Venezia Giulia, dall’Emilia Romagna alla Toscana.

Una conferma dei cambiamenti climatici in atto che hanno cambiato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti.

Il livello basso dei laghi e l’assenza della neve su gran parte della catena alpina si riflette sulle coltivazioni in pianura padana, minacciando oltre il 30% della produzione agricola nazionale, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo: in particolare, le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità. Ma a preoccupare è anche lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso se sarà possibile.

In questo scenario – osserva la Coldiretti regionale – vanno rivisti i termini per l’applicazione del deflusso ecologico che si vuole introdurre in Lombardia. Pensato per raggiungere obiettivi ambientali stabiliti nelle direttive europee così come è stato definito non tiene in dovuta considerazione i cambiamenti climatici, con gli effetti della tendenza alla tropicalizzazione che si stanno verificando sui nostri territori: se venisse applicato senza gli opportuni aggiustamenti rischierebbe di compromettere il regolare lavoro nelle campagne con conseguenze negative sia sulla produzione di cibo sia sugli stessi risultati che si prefigge di ottenere. Nei campi, infatti, l’acqua viene in parte utilizzata per le colture agricole per poi essere restituita alle falde, preservando così la salute dei terreni. Senza considerare che la presenza della risorsa idrica nella rete di fossi e canali di cui la Lombardia è ricca contribuisce al mantenimento di habitat ecologici custodi di biodiversità.

“Senza acqua – conclude il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi – non solo non ci può essere produzione di cibo ma si andrebbe incontro all’abbandono delle campagne con impatti negativi a livello paesaggistico, di presidio del territorio e di prevenzione contro fenomeni di dissesto”.

(nella foto il Pioverna a Cortenova)

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Mercoledì, 23 Marzo 2022 06:53

CONCLUSA RACCOLTA AIUTI UMANITARI PER L’UCRAINA

Si è conclusa la campagna di “Raccolta aiuti umanitari per l’Ucraina” che ha preso avvio sabato 12
marzo presso la sede della Comunità Montana a Barzio.
“Siamo soddisfatti dell’ottima riuscita di questa idea, che ha visto dimostrare con forza la
propensione all’aiuto di tutto il nostro territorio” - commenta il Presidente di Comunità Montana
Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera Fabio Canepari – “i nostri Comuni non lesinano mai la
solidarietà, ed anche in questo caso non si sono smentiti. Il bilancio è molto positivo: da subito
tanta è stata la partecipazione e molto alta l’adesione all’iniziativa da parte di tutti”.

In totale sono transitati dalla sede circa 450 donatori in 10 giornate di apertura; stati raccolti 971
scatoloni con tutto il materiale richiesto, suddiviso per tipologie: cibo a lunga conservazione,
materiali sanitari, materiali per l’igiene della persona e materiale vario quali biancheria intima
nuova, coperte e passeggini. Gli scatoloni vedevano riportata la traduzione in ucraino del
contenuto, grazie alla collaborazione con due donne volontarie madrelingua.
Molto anche il vestiario raccolto, che al momento è in definizione della destinazione per questioni
logistiche.

“Il materiale è stato consegnato agli enti scelti ad inizio raccolta, ossia Sermig Arsenale della pace
“Uniti per l’Ucraina” con Comunità Pastorale Beata Vergine di Lourdes di Lecco e Chiesa ortodossa
San Nicola di Myra e Comune di Lecco; sono stati organizzati diversi viaggi verso le sedi delle
associazioni con 5 furgoni, 2 pickup, 2 furgoni cassonati, un fuoristrada ed un minibus.” - aggiunge
la Presidente dell’Ambito distrettuale di Bellano Gabriella Del Nero - “Sono attualmente in viaggio
verso l’Ucraina, dove speriamo arrivino quanto prima.”

Quanto raccolto è stato donato da privati cittadini che si sono recati presso la palazzina rosa di
Barzio, ma anche da alcune Amministrazioni comunali dell’Ambito (Barzio, Cassina Valsassina,
Colico, Esino Lario, Mandello del Lario, Pasturo, Premana, Sueglio, Taceno, Valvarrone, Varenna)
che hanno istituito presso il proprio territorio un punto di raccolta e poi hanno destinato il
materiale a Barzio; anche realtà commerciali e di volontariato hanno contribuito donando del
materiale: Valmarket, Farmacia di Introbio, Gruppo Donne Bindo, Farmacia Panzeri di Primaluna e
di Pasturo, Comunità di Crandola, Emporio Magni di Introbio, Paroli Ernesto SRL di Introbio, , Rita
merceria e abbigliamento di Barzio, Gruppo Alpini di Varenna.

Numerosi sono stati anche i volontari che si sono susseguiti nei turni di raccolta o nelle attività di
trasporto, circa una 60na: privati cittadini, amministratori dei Comuni, alunni del CFPP di Lecco
indirizzo Agricolo e grafico, Servizio Ce.Se.A, lavoratori dell’ente Comunità Montana o delle
cooperative della coprogettazione con il terzo settore (Sineresi, L’Arcobaleno, Consolida) che
hanno partecipato a titolo volontario, membri di associazioni del territorio quali Le Contrade di
Barzio, Guardie Ecologiche Volontarie, Gruppo intercomunale di protezione civile della Comunità
Montana Valsassina VVVR, Soccorso Premana, RSA di Vendrogno.

L’Ambito di Bellano e la Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera, in
collaborazione con Consorzio Consolida e la Fondazione Comunitaria del lecchese, hanno
organizzato un momento di ringraziamento per i volontari che si sono dedicati alla raccolta,
previsto per sabato 26 marzo pomeriggio; tale sede sarà anche l’occasione per presentare le
iniziative in corso ed in partenza, sempre dedicate all’emergenza ucraina perché “Finché ci sarà
bisogno di noi, per quanto di nostra competenza, noi ci saremo.” affermano all’unisono il
Presidente Canepari e la Presidente Del Nero.

Dalla Comunità Montana ricordano che per garantire l’accoglienza sul nostro territorio delle
persone in fuga dall’Ucraina i Comuni del Distretto di Lecco e Fondazione Comunitaria hanno
attivato il Fondo “Lecco ospita l’Ucraina”. Le donazioni sono finalizzate a sostenere le spese per
l’ospitalità nei Comuni della Provincia di Lecco, la fornitura di generi di prima necessità (cibo
vestiario medicinali) e tutti gli interventi necessari per i cittadini Ucraini arrivati nei nostri Comuni.

Il Presidente
Fabio Canepari

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Martedì, 22 Marzo 2022 15:41

GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA: NE MANCANO 2 MILIARDI DI METRI CUBI

Quest’anno la giornata mondiale dell’acqua, che ricorre il 22 Marzo, si celebrerà in un quadro di carenza di questa risorsa che ha pochi precedenti storici per la Lombardia e, in generale, per il bacino del Po e dei suoi affluenti. La stagione irrigua non è ancora iniziata, ma le colture sono già in sofferenza e i corpi idrici stanno ancora peggio a causa di una condizione di siccità che continua a perdurare. 


Normalmente, le acque superficiali di Lombardia si trovano in tre grandissimi serbatoi: la neve in montagna, i grandi laghi regolati (Verbano, Lario, Sebino, Eridio e Benaco) e gli invasi degli sbarramenti idroelettrici in alta quota.

Secondo ARPA Lombardia, che da un quindicennio monitora lo “stato di riempimento” di questi serbatoi, in questo periodo dell’anno essi dovrebbero contenere mediamente 3,6 miliardi di metri cubi d’acqua: nessuna regione italiana può disporre di simili volumi di riserve idriche, un volano formidabile per affrontare l’intera stagione irrigua.

Il problema è che quest’anno mancano all’appello oltre 2 miliardi di metri cubi e la situazione è in continuo peggioramento, nonostante gli sforzi dei consorzi regolatori dei laghi per mantenere l’acqua all’interno degli invasi lacustri, ormai semivuoti: nei grandi laghi si stima che il volume di acqua disponibile per l’irrigazione si sia ridotto a 500 milioni di metri cubi, il 30% della media degli anni precedenti.

A conservare una buona parte delle sue riserve c’è solo il lago di Garda, mentre il Lago di Como e d’Iseo stanno raschiando il fondo, entrambi sono solo al 5% della loro capacità, e il Lago Maggiore, da cui dipende l’irrigazione di gran parte delle risaie tra Lombardia e Piemonte, dispone solo del 30% della sua capacità. La condizione non risparmia nemmeno i fiumi: il Ticino, per esempio, dopo oltre 100 giorni di assenza di precipitazioni significative ha una portata ridotta del 75%.


La situazione non sarebbe così grave se ci fosse neve in montagna: ma è proprio dai dati di scarso innevamento che emerge il quadro più drammatico: negli ultimi quindici anni non ce n’è mai stata così poca. Il volume idrico equivalente alla neve presente sulle nostre Alpi è pari a 800 milioni di metri cubi, meno di un terzo dei 2,5 miliardi di metri cubi che di solito si misurano in questa stagione


Anche per le scorte stoccate nei bacini idroelettrici le cose vanno malissimo: con meno di 200 milioni di metri cubi di acqua residua, gli invasi della montagna lombarda sono sotto del 40% rispetto al dato tipico di questo periodo. E in questo caso, alla preoccupazione per la scarsità idrica si aggiunge quella per la mancata produzione elettrica, proprio quest’anno che abbiamo una impellente necessità di ridurre le nostre importazioni di gas.

«Una situazione gravissima che rischia di precipitare quando, a breve, partirà la stagione irrigua – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – già oggi i fiumi sono in sofferenza, con la portata rilasciata dai laghi ai minimi storici, non vogliamo vedere gli alvei completamente a secco quando occorrerà ricominciare a immettere acqua nei canali: sarebbe un danno ecologico inaccettabile per i nostri corsi d’acqua. Già in passato la crisi idrica aveva portato a sacrificare i fiumi pur di alimentare i canali di irrigazione, una situazione che aveva creato danni enormi agli ecosistemi fluviali, e che non deve ripetersi. È fondamentale per questo rispettare gli obblighi di deflusso di acqua che deve essere rilasciata a valle delle captazioni irrigue e idroelettriche: la vita di fiumi e torrenti non è negoziabile».
 
Le colture della Pianura Padana, specialmente riso e mais, sono molto esigenti in fatto di irrigazione. I conflitti per l’accesso alla risorsa idrica rischiano di diventare sempre più difficili da gestire, se non cambieranno gli orientamenti colturali. 
 
«Se qualcuno continua ad illudersi che potremo convivere con un clima diverso senza cambiare nulla, è bene che faccia due conti. Il cambiamento climatico impone di rivedere tutto, a partire dagli orientamenti colturali della Pianura Padana, ed in particolare il mais, che richiede enormi quantità d’acqua nella stagione più calda, deve fare spazio ad altre colture, meno esigenti di risorsa idrica, mentre occorre intensificare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas climalteranti, perché è l’unico modo che abbiamo per abbassare la febbre del pianeta» chiosa Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia.
 
Secondo Legambiente è necessario salvaguardare il delicato equilibrio delle risorse idriche delle valli anche con regolamenti più rigidi nella fase di transizione dal Deflusso Minimo Vitale al Deflusso Ecologico (D.E.) che deve essere stabilito determinando un rilascio che, per disposizione dell’Unione Europea, non dovrà più fondarsi sul concetto di “minimo” ma risultare “idoneo” al perseguimento degli obiettivi di qualità fluviale. 

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Martedì, 22 Marzo 2022 12:25

STASERA A INTROBIO MESSA IN RICORDO DI FRATEL FELICE

Oggi, mercoledì 23 marzo ricorre il 31° anniversario della morte del venerabile fratel Felice Tantardini originario di Introbio (1898-1991), missionario laico del PIME per quasi 70 in missione in Myanmar.

L’anno scorso è stato impossibile celebrare il 30° a causa del Covid19.  E’ la prima volta che lo ricordiamo da Venerabile. Quest’anno celebriamo anche i 100 anni dalla sua partenza per il Myanmar. Sarà il prossimo 2 settembre.

Alle 20:30 sarà celebrata una messa nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate, con la partecipazione dei Padri del PIME e del Decano don Lucio Galbiati; a seguire un momento di preghiera comunitaria per la pace nel Myanmar e nel mondo intero a cura dei seminaristi del PIME.

Si concluderà con un breve intervento della Commissione Fratel Felice che farà il punto sulle attività svolte e in programma con particolare riguardo al centenario della partenza di fratel Felice per la missione.

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Martedì, 22 Marzo 2022 07:13

Staffette dalle Scuole per ricordare vittime della Mafia

TAPPA IN PREFETTURA A LECCO DELLA STAFFETTA PER RICORDARE TUTTE LE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE

Lunedi mattina, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ha fatto tappa in Prefettura una staffetta per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie, organizzata da Libera Lecco e scuole del Centro di Promozione della Legalità (CPL) di Lecco (I.C. Lecco 1 “Falcone e Borsellino”, I.C. Lecco 2 “Don G. Ticozzi”, I.C. Lecco 3 “A. Stoppani”, IIS “A. Badoni”, IIS “G. Bertacchi”, IIS “G. Parini”, IIS “P.A. Fiocchi”, Liceo Classico e Linguistico “A. Manzoni”, l’ Istituto Maria Ausiliatrice e l’Istituto “A. Volta”).

Gli studenti, accolti dal Viceprefetto Marcella Nicoletti e dal Questore Alfredo D’Agostino, hanno scandito il nome di donne e uomini che hanno contrastato le mafie a viso aperto non cedendo alle minacce e ai ricatti, di bambini e giovani che si sono ritrovati nella traiettoria di una pallottola o vittime di attentati diretti ad altri.
La staffetta partita dal ristorante-pizzeria “Fiore – cucina in libertà” terminerà allo spazio “Il Giglio” di Pescarenico, due beni confiscati alle mafie e restituiti alla collettività, divenuti luoghi simbolo della città di Lecco.

“Nome, memoria e impegno”: la “staffetta” di “Libera Lecco” in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
In occasione della XXVII “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime innocenti delle mafie” l’Associazione “Libera Lecco” ha coinvolto gli studenti lecchesi in una “staffetta” che nella mattinata odierna lunedì 21 marzo 2022 ha toccato i luoghi più significativi della città.
La seconda tappa della “staffetta della legalità” è stata nel piazzale della Questura/Prefettura di Lecco, Istituzioni da sempre impegnate nel contrasto alle organizzazioni mafiose.
Gli studenti sono stati accolti dal Questore Alfredo D’Agostino e dal Viceprefetto Marcella Nicoletti, i quali insieme al Presidente dell’Associazione Libera Lecco Alberto Bonacina, hanno preso la parola con un saluto agli studenti, ricordando l’importanza della legalità e delle Istituzioni nel contrasto alla criminalità organizzata, scandendo altresì insieme ai ragazzi il nome di donne e uomini vittime innocenti delle mafie.

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Martedì, 22 Marzo 2022 06:46

NON È CICUTA MA LE SOMIGLIA

L’infiorescenza riprodotta nella foto, dal basso, punto di vista certamente insolito, è un vegetale molto comune nei nostri prati estivi dove i suoi “ombrelli” di fiorellini fitti e bianchissimi punteggiano il verde dell’erba alta. E la sua radice è molto utilizzata nelle cucine di tutta Europa. Compare inoltre quasi sempre negli orti nostrani dove i suoi fittoni vengono seminati in primavera e raccolti a mezza estate. La denominazione scientifica, impartita dall’immancabile Linneo nel XVIII secolo, è daucus carota, di incerta etimologia. Capito di che stiamo parlando? Si tratta proprio della comune carota la cui radice a tronco di cono arancione allungato orna spesso i nostri piati di verdure cotte o crude che siano.

Ma l’esemplare ritratto nell’immagine non proviene da un orto. Si tratta infatti del fiore di una carota selvatica dalla radice giallastra, anch’essa commestibile e dotata, come la sorella coltivata, di ottime proprietà alimentari. Anche la carota selvatica infatti è ricca di vitamina A (betacarotene), B1, B2, B3, C, ed E. Inoltre contiene sali minerali in quantità (sodio, potassio, ferro, calcio, fosforo, magnesio, zinco, rame e selenio), zuccheri semplici e aminoacidi. Ma, come quasi tutte le verdure, è povera di proteine: un etto ne contiene poco più di un grammo.

Possiede proprietà antiinfiammatorie, gastro protettrici, epato toniche, diuretiche (95% di acqua) ed altre ancora. Dalla carota si ricavano olii molto usati nella cosmesi in particolare per favorire l’abbronzatura. In cucina, oltre agli impieghi tradizionali come verdura cotta o cruda, può essere usata per preparare ottime confetture e succhi di frutta o frullati in abbinamento a frutti diversi. Ma prestate molta attenzione: i fiori della carota selvatica sono molto simili a quelli della velenosissima cicuta. Quindi, se volete utilizzarla per farvi un’insalata mista, rivolgetevi all’ortolano.

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Martedì, 22 Marzo 2022 06:40

COVID, QUINTA ONDATA IN VISTA ?

Covid 19, quinta ondata in arrivo? È presto per dirlo ma le premesse in questa direzione si consolidano di giorno in giorno. Proprio a causa, così sembra, dell’avvento della sottovariante Omicron 2, ultima nata del coronavirus responsabile della pandemia che da oltre due anni sta flagellando il pianeta. Il contagio da Omicron è in rapida crescita ovunque proprio mentre si stanno abolendo le restrizioni sociali e sanitarie. E l’Italia non fa eccezione. Idem per la Lombardia dove il tasso di contagio è salito di quasi tre punti percentuali in undici giorni passando dall’8,4 di giovedì 10 marzo al 11,1% di ieri.

Anche i reparti Covid degli ospedali lombardi segnano un’inversione di tendenza: giovedì 10 si erano registrate 18 dimissioni ma ieri, 21 marzo, i letti occupati erano aumentati di 30 unità. Va meglio nel Lecchese dove, nel periodo considerato, l’incremento dei ricoveri è passato da +214 a +60. Ma all’interno del panorama pandemico va facendosi strada con sempre maggior velocità la sottovariante Omicron 2 che però, secondo i dati più recenti, unirebbe ad una maggiore infettività una minore pericolosità dell’infezione sintomatica. Che il Sars-cov-19, come molti coronavirus, sai caratterizzato da estrema mutabilità è cosa nota da molti anni. Nel caso di Omicron 2 potrebbe trattarsi addirittura di una “ricombinazione” all’interno di una serie di sottovarianti del medesimo virus in grado di produrre innumerevoli e rapidissime modificazioni genomiche. Ma questa volta a preoccupare è l’estrema contagiosità della più recente versione di Omicron chiamata dagli scienziati BA.2 anche se, va detto, l’Organizzazione mondiale della sanità non la distingue ancora formalmente dal ceppo di derivazione. Ciononostante i dati disponibili risalenti ad una decina di giorni fa, parlavano di una presenza di BA.2 pari a circa un terzo di tutti i sequenziamenti degli ultimi 30 giorni.

Insomma l’impennata dei contagi rilevata su scala mondiale potrebbe forse essere imputata all’ultima nata ma in questo scenario un ruolo fondamentale potrebbero averlo giocato anche la diminuzione nel tempo dell’immunità vaccinale, l’allentamento generalizzato delle restrizioni in tutti i Paesi, non solo europei e al sostanziale “libera tutti” dilagato, almeno per quanto riguarda alcune regioni d’Europa, durante i festeggiamenti del Carnevale, come molti osservatori hanno sottolineato. Il grafico che segue descrive bene l’andamento settimanale dei contagi per milione di abitanti dal primo marzo 2020 al 20 marzo scorso con la rappresentazione grafica dei dati forniti dalla statunitense Johns Hopkins University.

Come si vede Germania e Austria detengono il poco felice primato delle infezioni da coronavirus. Secondo il Nobel Anthony Fauci, la sottovariante BA.2 potrebbe oggi essere responsabile del 64% dei contagi globali. Anche se il tasso di prevalenza della nuova versione di Sars cov 2 è molto variabile da regione a regione. Nel Regno Unito la prevalenza di BA.2 potrebbe salire addirittura al 70%. Nel frattempo il consiglio più utile è di non abbandonare del tutto le misure preventive. Quindi mascherine nei luoghi chiusi, niente assembramenti ma soprattutto, se non lo avete ancora fatto, fatevi vaccinare. Il coronavirus potrebbe anche in futuro accettare una sorta di convivenza pacifica con noi trasformandosi in una banale influenza. Ma per ora non è così e il rischio di conseguenze gravi è ancora alto.

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