Tra i vari interventi che hanno animato il Convegno organizzato dagli Amici della Torre di Primaluna, e dall`attuale Presidente Marco Sampietro, in onore di Flavio Selva e Pierfranco Invernizzi, recentemente scomparsi, diversi sono stati sicuramente interessanti.
Come ad esempio quello di Luigi Galperti, noto fotografo ed esperto di fiori e piante valsassinesi (un po` come il nostro bravissimo Elio Spada) che aveva gia` pubblicato un libro sull`argomento edito dalla BCC valsassinese una decina di anni fa.
Commoventi i ricordi dei figli dei due scomparsi, come ad esempio Tomaso Invernizzi, che hanno ricordato tramite anche vecchie fotografie delle figure paterne molto attente soprattutto a trasmettere ai loro figli dei sani valori morali, l`amore per la montagna, l`attenzione alla natura e al rapporto con gli altri.
Monica Minonzio e Carlo Pirovano hanno ricordato il ruolo dei Torriani di Primaluna, a volte poco preso in considerazione dagli storici, agli albori della civilta` comunale di Milano, nel secolo XIII. "Milano - ha detto Pirovano, che su questi argomenti ha pubblicato un libro con la Minonzio - all`epoca era una citta` largamente distrutta" a causa della decisione di Federico Barbarossa di raderla al suolo. " Fu proprio con Pagano della Torre che comincio` la sua prima ripresa". Poi come noto i Della Torre furono sconfitti dai Visconti nella battaglia di Desio, e una parte della famiglia se ne torno` in Valsassina, dove era conosciuta con il nome di "Cattaneo", ma un`altra acquisi` un ruolo strategico in territorio veneziano, ad Aquileia, dove Patriarca fu per 25 anni Raimondo della Torre, e in Istria.
Da rilevare in particolare l`intervento del prof. Marco Tizzoni, un originale professore gia` titolare all`Universita` di Bergamo della cattedra sulla Preistoria (uno dei suoi ultimi corsi fu su "L`Alcolismo nella Preistoria"), che ha ricordato il suo primo incontro con Invernizzi.
"Avevo mandato delle lettere a tutti i Sindaci della Valsassina per chiedere informazioni sulle antiche Miniere esitenti nel territorio, su cui ero in provincto di inziare una importante ricerca". La ricerca efefttivamente venne pubblicata dal Museo di Lecco nel 1997 , e nell`ultimo capitolo Tizzoni gia` ricordava l`accaduto.
"Alcuni Sindaci, persino sdegnati mi hanno risposto: "Miniere qui ? Non ci sono mai state ! Negando evidentemente la realta`".
" Ero abbastanza demoralizzato, quando alla mia porta improvvisamente si presento` un signore alto, gentile, e cortese: era Pierfranco Invernizzi".
Da allora comincio` un sodalizio piu` che ventennale che non si ruppe piu`: insieme andavano a visitare le Miniere in Valvarrone e a Biandino, vicino al Lago di Sasso. "Mi insegnava dove mettere i piedi, come camminare, come vestirmi. La prima volta che ero andato da solo, senza di lui, era stato un disastro !". La ricerca, che non si e` mai fermata (anche ai Piani d`Erna sopra Lecco, dove Tizzoni ha trovato anche resti di forni addirittura Romani) continuo` per molti anni, e il geologo Invernizzi divenne compagno inseparabile del professore.
Altri interventi quelli di Matteo Lambrugo (Le Miniere di Barite) e di Lorenzo Greco (L`orso di Olino), oltre all`intervento introduttivo di Marco Sampietro sulla toponomastica valsassinese.
Insomma, dal Convegno sono emerse due figure personali , Selva e Invernizzi, profondamente umane (Selva faceva parte di un`Associazione micologica di Cinisello, conosceva e amava i funghi) e di cui oggi tutti ne sentiamo sempre di piu` la mancanza.