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Pubblicato in Cultura

Vendesi corpi fatti a pezzi

Venerdì, 19 Febbraio 2021 18:08 Scritto da  Giancarlo Mauri

Del mercato dei pezzi umani di ricambio ne ho scritto e parlato a iosa, quasi sempre inutilmente perché non creduto.
Come ho già scritto, il mio handicap è sempre stato quello di rivelare quel che imparavo girando il mondo a modo mio almeno 10 anni prima che qualche giornalista o chi per lui scrivesse le stesse cose su di un quotidiano o, meglio ancora, su di un pregiato settimanale.
Solo allora tutto poteva essere creduto: se lo dice il giornale adesso è vero, prima no...
A tutto questo ho fatto il callo, continuando per la mia strada.

Passando allo scanner le diapositive da me scattate a Calcutta nel 1982 mi sono tornati alla mente ricordi in parte assopiti: una sera, un uomo-cavallo (i disgraziati che trainano i risciò, gente destinata a morire presto sputando sangue dai polmoni) mi prese da parte e con tono serio mi offerse una sua figlia: "Ha 14 anni" mi disse "ed è ancora vergine". Stupito ma non troppo, gli chiesi le ragioni di quel "dono". La sua risposta era un chiaro esempio di pragmatismo: "Con questo lavoro guadagno poco e fatico a dare da mangiare alla mia famiglia. Tu hai soldi e potresti dare una vita migliore ad una delle mie figlie. La porterai a dormire in una stanza, le darai da mangiare, le comprerai vestiti, tutto quello che io non potrò mai fare...". Il suo non era un discorso inventato per impietosire i turisti saturi di sensi di colpa: non chiese né accettò una sola rupia per lui: voleva lavorare non mendicare. Tutto finì dopo la mia dichiarazione che tante volte mi aveva tolto da situazioni imbarazzanti: "Vedi amico mio, io sono sposato e la mia religione non mi permette di avere altre donne". LA MIA RELIGIONE era la parola magica, da tutti accettata e rispettata.

Altro argomento da me più volte trattato è il commercio degli organi, ricambi espiantati da corpi giovani e sani ad uso degli occidentali.
Lo raccontavo già verso la fine degli anni Settanta in alcune mie conferenze e come sempre nessuno mi credeva. Poi se ne occupò il Corriere della Sera e Radio Popolare di Milano diede gli indirizzi di alcune agenzie di viaggio specializzate in questo genere di turismo tutto incluso. Lo stesso fece il CorSera raccontando di viaggi speciali, dove bravi e stimati professionisti e uomini di mondo usavano servirsi di elicotteri e da lì sparare sugli abitanti dei villaggi all'interno delle foreste amazzoniche - questo perché un medico, pentitosi, scrisse una lettera rivelando il tutto. Dopo un paio di giorni la notizia venne dimenticata. Io, invece, lo raccontavo perché ne ero venuto a conoscenza durante un mio viaggio in Colombia, dove era in corso una sommossa della popolazione fatta oggetto di attenzione dei cacciatori elicotteristi, protesta "domata" con l'aiuto dei proiettili dell'esercito...

Del mercimonio delle placente ne ho raccontato poco in pubblico ma in privato non ho mai nascosto che il commercio era più che mai fruttuoso e praticato non solo a Calcutta: vere "fabbriche" erano presenti un po' ovunque laddove si ha la volontà di tenere la popolazione in strettissima povertà.
Giovani uomini hanno il compito di ingravidare giovani donne e queste, mesi dopo, si sdraiano sul lercio tavolato dove un medico o più verosimilmente una mammana pratica l'aborto. Il feto e la placenta sono poi messi in recipienti adatti per essere inviati in tutto il mondo e utilizzati per la produzione delle migliori - e più costose - creme di ringiovanimento della pelle delle donne - e pensare che sull'etichetta vi è pure scritto "Crema alla placenta", ma nessuno che mai si chiede da dove arriva quella placenta. L'importante è restare belle, giovani e piacenti.

In allegato trovate alcuni stralci da libri altrui: uno è estratto da un libro del giornalista Alessandro Gilioli, rielaborazione di un reportage fatto per conto de L'Espresso datato 2007. Gli altri sono stralci raccattati qua e là tra le pagine de La Città della Gioia, libro pietoso (nel senso che è stato volutamente scritto per impietosire) dove Lapierre racconta a suo modo la Calcutta di 40 anni fa.

Finisco: in cambio di poco di 11 euro chi vuole può portarsi in casa un libro scritto da Christopher Hitchens, dal titolo volutamente birichino: La posizione della missionaria (lo trovate su Amazon). Recita il bugiardino:
Una volta Madre Teresa (che personalmente, va rilevato, si è fatta ricoverare in cliniche e ospedali tra i più eleganti e costosi dell'Occidente per i suoi problemi di cuore e di vecchiaia) ha scoperto il proprio gioco in un'intervista filmata. Dopo aver descritto una persona malata di cancro all'ultimo stadio che aveva dolori insopportabili, con un sorriso Madre Teresa rivelò all'obiettivo di aver detto a quel paziente terminale: "Stai soffrendo come Gesù sulla Croce. Perciò sicuramente Gesù ti sta baciando". Poi, senza rendersi conto dell'ironia che si poteva attribuire alle sue parole, riferì la risposta del sofferente: "Allora per favore digli di smettere di baciarmi".

PS: nel brano sugli hijira, Lapierre è molto confuso: castrazione ed evirazione non sono sinonimi. In genere l'evirazione è preceduta da un periodo dove il complesso pene e testicoli è sottoposto ad una "lavorazione" utile a rinsecchire il tutto: si prende un laccio e a periodi programmati lo si stringe sempre più, fino a non fare più arrivare il sangue nella parte da asportare. Per l'urina, si pratica un foro alla base del pene, tenuto aperto da una cannuccia vegetale. L'evirazione è così meno traumatica, ma non per questo immune da dolori e pericoli.
Il perché di tutto questo è sempre da ricercarsi nell'indigenza mista all'ignoranza: molti genitori credono che così facendo daranno una possibilità di miglior vita al loro figlio, che una volta evirato potrà girare per le case in cerca di denaro ...e lo guadagnerà perché attorno alla figura degli hijira ruota un terrore superstizioso. Meglio pagare che farsi maledire...

 

Ultima modifica il Venerdì, 19 Febbraio 2021 18:10
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