Nel Vangelo di oggi riecheggia il discorso escatologico di Gesù che riguarda la fine del mondo e il giudizio di Dio. Infatti il riferimento di Gesù ai tempi di Noè con il diluvio e di Lot con la distruzione della città di Sodoma, sono per spiegare come sarà il giorno della manifestazione della sua venuta. Poco prima di questo brano Gesù aveva messo in guardia da chi pretendesse di indicare con precisione il giorno della sua manifestazione, cioè della fine del mondo e del compimento del suo Regno. Il non sapere né come, né quando questo accadrà, non toglie nulla alla certezza che accadrà.
Solo che, vedendo che tarda a compiersi, cresce sempre più la tentazione di fare come quel servo della parabola che, vedendo che il suo padrone tardava a venire, si era dato a mangiare, a bere e a ubriacarsi.
E così, spiegava Gesù, il padrone arriverà quando meno te lo aspetti.
C’è una grande attualità in questo ammonimento di Gesù ad attendere vigili alla sua venuta: tantissimo, nel mondo d’oggi, ci vorrebbe distogliere dai pensieri seri della vita per invogliarci al disimpegno, all’utile immediato e piace-vole, al non curarsi del domani: né di quello prossimo nostro o degli altri (vedi ad es. la non cura del creato), né di quello finale con il giudizio di Dio.
Una donna semplice ma di fede vera, riferendosi a Dio e alla bellezza del suo Regno, diceva “ci sorprenderà”.
Sarà la bellezza del compiersi dell’amore vero.
E’ l’amore che risplende anzitutto in Gesù e nella sua vita donata per noi.
E’ la bellezza che si intuisce immaginando il compiersi della promessa delle beatitudini.
Da qui la parola finale del Vangelo di oggi: “Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva”: salvare e perdere, nelle parole di Gesù, equivale a vivere per se stessi o donandosi.
E’ drammatica la possibilità di perdere definitivamente la propria vita, e vorremmo che in nessuno l’egoismo e la cattiveria abbiano spento ogni piccola luce di bontà.
E’ giusto che ci sia un giudizio e un premio per chi ha vissuto la vita donandola per amore; ma vivere così dà pienezza e senso già alla nostra vita terrena e, anche se insieme a sacrifici, dà perfino soddisfazione e gioia.
In attesa del compiersi di quel “ci sorprenderà”.