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Pubblicato in Cultura

DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA DEL BATTESIMO DI GESÙ

Domenica, 12 Gennaio 2025 10:30 Scritto da  Don Stefano Colombo
Don Stefano Colombo Don Stefano Colombo

Se leggiamo con attenzione il vangelo del battesimo di Gesù possiamo renderci conto della presenza di alcuni particolari che permettono di ricordare il momento culmine della manifestazione al mondo di Gesù e della sua salvezza, la sua Pasqua, la sua morte sulla croce. E’ come se ci venisse suggerito di mettere in stretta relazione i due momenti.

Gesù al fiume Giordano è in fila tra i peccatori accorsi per iniziare a vivere secondo la giustizia di Dio, immergendosi nell’ acqua del fiume, animati dal grande desiderio di riuscire finalmente a lasciarsi alle spalle un vita di peccato.

Gesù verrà crocifisso tra due malfattori, come fosse uno di loro. Lui che non aveva commesso peccato è trattato come un maledetto da Dio così come accadeva per grandi peccatori.

Al Giordano si squarciano i cieli. È la risposta di Dio alla invocazione di coloro che desiderano, nella consapevolezza del proprio peccato, che ci possa essere ancora una possibilità di avere a che fare con Dio. Scriveva Isaia al capitolo 63 facendosi voce del popolo: “siamo diventati da tempo gente su cui non comandi più, su cui il tuo nome non è stato mai invocato. Se tu squarciassi i cieli e scendessi!”.

Alla morte di Gesù si squarcia il velo del tempio dall’alto in basso, il velo della tenda dell’alleanza, del “Santo dei Santi” custodito nel tempio di Gerusalemme, e, finalmente tutti possono vedere Dio! È un Dio vicino proprio li dove noi ci riteniamo irrimediabilmente lontani da lui.

Al battesimo Gesù prega, sulla croce tutto di lui è preghiera.

Al Battesimo lo Spirito Santo in forma corporea di colomba è su Gesù. (Giovanni nel suo vangelo annoterà che scese lo Spirito per rimanervi). Dalla croce Gesù effonde il suo Spirito, ci dona il suo Spirito.

Nel battesimo Gesù è proclamato Figlio dal Padre, sulla croce è proclamato Dio per la prima volta dagli uomini.

Scrive Marco al cap 15, 38  “Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”.

Questi elementi ci inducono a pensare ad una inclusione voluta dagli evangelisti per dirci che nel battesimo e nella Pasqua di Gesù si manifesta il vero volto di Dio. Inizia pubblicamente il suo cammino tra noi e si conclude nella medesima volontà di farsi conoscere come Dio che non è venuto a condannare ma a salvare l’uomo peccatore. Gesù è il figlio amato, il compiacimento, la gioia del Padre. Se lo guardo, lo contemplo, vedo Dio. Tutta la sua vita, dal battesimo alla morte di croce ci rivela la meraviglia che è Dio.

Dio non  è lontano dall’uomo  nonostante il suo peccato. Nulla lo separa da noi. E un Dio che amando si avvicina per amarci sino alla fine e così strapparci dalla morte e dal peccato. Non vuole la condanna ma la salvezza. Il cielo non si chiuderà mai più sopra di noi perché Lui si è fatto prossimo, vicino a noi.

Il suo amore per noi è trasformante: il dono dello Spirito, se accolto e lasciato agire, ci rende figli, suo compiacimento, come Gesù.

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