“Non hanno più vino” dice Maria a Gesù durante il banchetto di nozze cui sono stati invitati. Solo lei se n’è accorta e secondo lei è una cosa grave. Non può mancare il vino durante la festa di nozze. Non sopporta il fatto che possa venire meno la gioia. È detto così qualcosa di importante riguardo a Maria che noi spesso trascuriamo per mettere in risalto altro. Lei è preoccupata se viene meno la gioia per noi. Ce la immaginiamo invece preoccupata per il nostro essere peccatori. Certo che la gioia viene meno tante volte a causa dei nostri errori o peccati. Può essere una piccola sfumatura ma è secondo me un aspetto che ci fa comprendere che lo sguardo di Maria assomiglia tantissimo a quello di Dio su di noi.
Non vede il peccato ma figli che si precludono la possibilità di vivere una gioia piena e lei la vuole così per tutti e cosa non darebbe per aiutarli ad averla. Se fossimo davvero certi che Dio vuole la nostra gioia, che non vuole che noi lo avvertiamo come una minaccia alla nostra gioia a causa della sua richiesta di vivere secondo la sua volontà, forse faremmo davvero meno peccati, perché sapremmo fidarci più facilmente di Lui e cammineremmo sui suoi sentieri con entusiasmo.
“Non hanno più vino”. Lo sta dicendo di noi? lo sta dicendo di noi presenti al banchetto di nozze che è l’eucarestia? Ci guarda mentre celebriamo e dice “non hanno più vino”.
Ha ragione? È vero?
Forse si. E, lo sappiamo bene, non è questione di canti tristi o stonati, di omelie sonnifero o scialbe o irritanti, di percezione di essere immersi in tanta ipocrisia e incoerenza.
Non c’è gioia perché non ci rendiamo veramente conto di quello che sta accadendo, perché non avvertiamo più la sorprendente e continua novità dell’amore di Dio verso di noi e diamo tutto per scontato. Non c’è gioia perché non siamo davvero consapevoli della stima che Gesù nutre per ciascuno di noi e realmente ci ritine meritevoli del dono della sua vita. Non c’è gioia perché nella quotidianità della nostra vita trascuriamo di fare qualsiasi cosa ci ha detto Gesù, perché non abbiamo mai preso sul serio il “fate questo in memoria di me”. Proviamo qualche volta a legare Maria a Gesù in questo modo. Entrambi vogliono la nostra gioia, entrambi non sopportano di non vederla dipinta sui nostri volti perché non è di casa nei nostri cuori. E custodiamo in ogni momento della nostra vita., per ogni occasione o cosa che scegliamo o dobbiamo fare la parola di Maria “qualsiasi cosa vi dica fatela” e Gesù che è felice di regalarci il segreto della gioia vera “fate questo in memoria di me”.
Proviamo a vivere l’essenziale: a messa per incontrare il Signore della gioia che desidera ardentemente rendercene partecipi, a messa per nutrirci di ciò che ci rende capaci di fare tutto quello che Lui ci dice.