Lassù in Val Biandino, tra i pascoli, le fresche acque e la neve, c'è una cappelletta.
E sul muro della cappelletta una delle più famose e profonde frasi del Papa che arrivava dalla Polonia.
Dice "Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo".
Non so a voi, ma a me ogni volta che la leggo o la sento pronunciare viene la pelle d'oca.
Una frase di una potenza inaudita, mai sperimentata prima, esclamata con un vigore inusitato per un Pontefice.
Una frase che in un secondo ha fatto il giro del mondo. E, per chi crede, è arrivata direttamente dal Paradiso.
E sempre lassù, in Val Biandino, vicino alla cappelletta delle porte aperte c'è una capanna intitolata, guarda caso, ad un altro Papa, Pio X.
E c'è una porta. Chiusa.
Che non introduce a nessun Paradiso.
E un cartello che intima, "causa Covid", non solo di non aprirla (sarà chiusa, immagino), ma addirittura nemmeno di sostarvi davanti.
Ma che razza di rischio si è immaginato l'autore del cartello? Forse che il virus potesse passare dalla porta o attraverso i muri, entrare nella capanna e starsene lì ad aspettare i primi ospiti per infettarli?
Oppure il rischio è inverso, e cioè che lì dentro c'è la fonte del Covid ed è meglio non avvicinarsi?
A voi la scelta.
Riccardo Benedetti