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Pubblicato in Editoriali

PER GRAZIA RICEVUTA

Domenica, 18 Giugno 2023 08:57 Scritto da  Riccardo Benedetti

Tra i ricordi più nitidi di quand'ero giovanissimo resiste alla corrosione della memoria dovuta al tempo trascorso quello della gita a Lescen (Lezzeno per i più disattenti alle tradizioni locali).

Partenza a piedi da Cortenova, passaggio a Parlasco, poi giù a Piazzo e Portone, tappa a San Rocco e ultima salita verso il Santuario.

Il tutto, badate bene, mentre facevamo le elementari con alla guida il Signor Parroco che quasi da solo bastava (e avanzava) per condurre quel gregge impetuoso e disordinato di ragazzini nel rituale pellegrinaggio.

Aggiungo - per la cronaca e per opportuna riflessione - il resto del percorso: da Lezzeno si saliva al Collegio Giglio a Vendrogno dove veniva disputata una partita di calcio sul campo in porfido (altro che "sintetico") che mieteva numerose vittime di contusioni. Da lì - con  qualche cerotto in più sulle ginocchia- attraverso Comasira si tornava a Taceno dove a Tartavallino diventava ancora una volta protagonista il pallone.

Infine, dopo circa 30 chilometri (a piedi) ed esausti ma contenti (Signor Parroco compreso), il ritorno a Cortenova attesi dalle famiglie che in tutta la giornata, vista l'epoca preistorica e l'assenza di qualsiasi tipo di mezzo di comunicazione che non fossero i segnali di fumo, non avevano ricevuto notizie dei loro pargoli senza, udite udite!, farsene un dramma, chiamare il Soccorso Alpino, i Carabinieri, la Forestale e via discorrendo.

Ma non è di questo che voglio scrivere.

Piuttosto di quello che vedevo dentro il Santuario, e cioè tutti quei cuori e quelle targhe  degli "ex voto", termine che nessuno alle elementari ci aveva spiegato ma che lì, in quel preciso posto, in quei precisi momenti, in quella precisa atmosfera, diventava ben comprensibile a tutti.

Sul quei muri vivevano tante storie di Fede e ci voleva poco a capirlo. Storie vicine e lontane, storie di un popolo che non aveva mai smesso di credere, storia di un legame universale con la Madonna delle Lacrime.

Io allora guardavo con curiosità; poi la curiosità si è trasformata in rispetto, in emozione e oggi, dopo tanti anni, in commozione.

Sì, perchè vivere in questo circo che ci siamo creati dove ogni giorno sembra essere senza Dio, sapere che ancora oggi da qualche parte resistono stoicamente, senza sventolare bandiere o scendere in piazza, persone che non hanno perso la Fede è quantomeno confortante e ci induce a guardare ogni nuova alba e ogni successivo tramonto nella rinnovata speranza che qualcosa possa cambiare in meglio per l'Umanità.

Ed è ancor più umano cercare di comprendere e riflettere nelle profondità dei nostri cuori sulla "necessità" di un ringraziamento per il pericolo scampato come quello che oggi alla Madonna della Neve, altro Santuario che presidia la nostra piccola grande Storia, due uomini eleveranno per essere stati risparmiati da una montagna che nel loro caso, a differenza di molte altre tragiche volte, si è dimostrata Madre e non matrigna.

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Ultima modifica il Domenica, 18 Giugno 2023 09:35
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