Con la presentazione della nuova Giunta regionale avvenuta qualche giorno fa cominciano, almeno lo spero, i cinque anni che dovranno vedere la definitiva risoluzione dei problemi anche viabilistici che in Valsassina ancora restano "fra color che son sospesi" e la cui conclusione é attesa da chi risiede ma anche da chi periodicamente viene in Valle per trascorrere il fine settimana o più lunghi periodi di vacanze estive o invernali e questo lo sappiamo da lungo tempo.
Quel che ancora non deve essere chiaro a molti é invece che il protrarsi di questa situazione crea danni seri anche a tutte le componenti socioeconomiche che sono penalizzate dal protrarsi "sine die" di situazioni che si sono incancrenite nell'indifferenza generale e che, ad oggi, non sono state minimamente smosse dall' approccio tenuto dalle istituzioni locali che, tuttalpiù, sono andate con il cappello in mano da questo o quel politico di seconda o terza fila, portando a casa solo vaghe promesse per quanto riguarda i finanziamenti mancanti e tempistiche decisamente incerte in merito alla realizzazione delle opere.
Questo é successo negli ultimi 15 anni al riguardo della cosiddetta Tangenziale di Primaluna e per la Ballabio-Morterone, solo per fare gli esempi più conosciuti dalla popolazione: per quanto riguarda, invece, il tunnel della Taceno-Portone la cosa ha invero imboccato la strada giusta o almeno così pare visto che il "papier" é stato consegnato in pompa magna al ministro alle infrastrutture in occasione della sua visita al cantiere della frana dicembrina sulla nuova Lecco-Ballabio.
Alla cosa é stata data notevole rilevanza dai media anche se nell'ambiente politico e fra i promotori gira voce che: "Tanto non la faranno mai, costa troppo cara!".
Parlando della rappresentanza politica che Lecco e la Valsassina avranno nella nuova giunta lombarda nulla di nuovo sotto al sole: continuiamo a non avere un assessore nell'esecutivo e questo sta a significare che il nostro territorio, al netto delle bellezze paesaggistiche e naturalistiche che lo contraddistinguono, in realtà, politicamente parlando, gode di un peso specifico assai esiguo che non ci fa giustizia ma stando così le cose dovremo accontentarci di quello che passa il convento e che in questo caso ci é stato affidato dalla "generosità" di chi tira le fila a livello centrale.
A noi e come era prevedibile é toccato solo un sottosegretario.
Nei comuni la figura equivalente esiste già anche se la si chiama con meno enfasi "Consigliere delegato" ci si augura che questa invenzione tutta milanese e dai toni altisonanti sappia portare anche risultati concreti e non soltanto in tema di quell'Autonomia di cui si parla, anche in questo caso, da molti anni ma nulla é stato fatto.
Forte della convinzione che mi deriva dall'antico e saggio adagio popolare: "Pitost che nient l'é mei pitost" me ne faccio una ragione ma dai nuovi eletti mi aspetto chiari segnali di vitalità e non solo riunioni fra addetti ai lavori nelle permeabili e parolaie sacrestie della politichetta di casa nostra, che fin'ora é stata davvero poco concreta.
In più. I nostri rappresentanti tengano presente e soprattutto non facciano finta di non sapere che sono stati eletti da uno striminzito 40% di cittadini mentre la stragrande maggioranza dei contribuenti ha preferito restare a casa perché evidentemente demotivata ma anche delusa da un sistema politico autoreferenziale che al Parlamento e in Regione utilizza regole valide soltanto in questi casi ma non nei comuni dove, anche nel meno popoloso d'Italia, con queste percentuali, sarebbero stati rispediti al mittente con discredito.
Dunque lavorino senza pavoneggiarsi per qualche risultato ottenuto negli anni passati con i soldi pubblici ma operino senza assumere i ben noti atteggiamenti di vanagloria, così fastidiosi per chi lavora tutti i giorni senza godere delle loro laute e anche esagerate prebende.
La Politica con l'iniziale maiuscola e i suoi rappresentati recupereranno la fiducia dei cittadini lombardi e italiani solo se sapranno darsi delle regole, dignitose, che consentano un vero confronto democratico dove vince il migliore ma soltanto se é scelto dalla maggioranza di quegli elettori che oggi, invece, disertano i seggi con convinta continuità.