Non potevano passare sottotraccia le dichiarazioni di Fabio Dadati (componente della Giunta della Camera di Commercio Como-Lecco con delega al turismo) in merito al possibile passaggio di Colico alla Provincia di Sondrio, i cui effetti benefici sono stati al centro dell'incontro svoltosi venerdì scorso e nel corso del quale sono stati presentati i dati della ricerca effettuata dalla docente Magda Antonioli.
Secondo Dadati nel momento in cui Colico dovesse accasarsi alla Valtellina perderebbe ogni diritto di utilizzo del marchio "Lago di Como" in quanto per poterlo esibire è necessario essere iscritti alla Camera di Commercio comasco-lecchese.
Inoltre, ed è il passaggio sicuramente più interessante, sempre Dadati spiega le differenze esistenti in quanto a deleghe e risorse tra quelle a disposizione della Provincia di Sondrio (trattata alla stregua di un territorio a statuto speciale) e quelle di Como e Lecco che la delega per il turismo l'hanno dovuta cedere alle Camere di Commercio.
In sostanza, quindi, un confronto tra le due realtà non sarebbe coerente in quanto alla radice vi sono, appunto, deleghe e risorse non comparabili.
Nonostante questo, afferma Dadati, "i numeri evidenziano che il Lago di Como è cresciuto tantissimo: +30% sul 2019. E la Valtellina? Pochissimo. Cioè la crescita turistica della Valtellina è del 5%, noi siamo, a seconda delle località, a tassi di crescita del 30-40%" e per questo, dice, "la Valtellina ci cerca".
Per cui i colichesi sarebbero "liberissimi di fare la loro scelta ma sarebbero destinati a perdere il marchio Lago di Como".
A stretto giro di post (e la mancanza della "a" finale" è voluta visto che la risposta è arrivata tramite social) Ugo Parolo, che per quanto ci riguarda aldilà delle sue importanti cariche politiche rivestite ricordiamo come presidente della nostra Comunità Montana, spiega a Dadati innanzitutto che "nessuno potrà mai proibire alle imprese colichesi e ai colichesi di citare il lago di Como nella loro promozione. Sarebbe come dire che attualmente il sito di promozione turistica della Valtellina non può citare il Lago di Como".
Parolo risponde anche sui dati.
"È vero che la provincia di Lecco cresce del 30% - scrive - e la provincia di Sondrio solo del 5% ma la provincia di Lecco (con il doppio degli abitanti della provincia di Sondrio) fa in totale poco più di un milione di presenze , la provincia di Sondrio fa quasi quattro milioni di presenze (paragonato al numero abitanti sarebbe 1 a 8!!!)".
Non solo, perchè "su un milione di presenze lecchesi ben 170.000 sono di Colico (cioè il 17% del totale della provincia) e su un totale di 17.296 posti letto in provincia di Lecco Colico ne ha 3367, pari al 20% dell’intero territorio provinciale, tanto è vero che Colico ha un indice di intensità turistica pari a 20,9, quasi come la provincia di Sondrio che ha il 22,2; la provincia di Lecco ha un indice pari a 3,1". (Per quanto riguarda la Comunità Montana Valsassina, Val Varrone, Val d'Esino e Riviera l'incidenza della popolazioni di Colico sul totale è di oltre il 24%, n.d.r.)
"Guardando questo numero - conclude Parolo - capisco il dispiacere che provi nel caso Colico riuscisse ad passare sotto Sondrio visto che scappa un comune che da solo fa il 17% delle presenze turistiche e il 20% dei posti letto, nonostante il portale di promozione turistica di Lecco “ Land of Colors” si sia dimenticato di citarlo e promuoverlo".
Morale: sotto gli sguardi severi e inquietanti dei cannoni di Montecchio la "battaglia" tra Bitto e Agoni è appena agli inizi e solo il tempo ci dirà se questo matrimonio s'ha o non s'ha da fare.