«Assurdo che il sacrificio, l'impegno e i risultati di giocatori, società e tifosi vengano vanificati da un problema meramente burocratico. Non si può spezzare per delle scartoffie il sogno di un’intera città e di un territorio che ha creduto fino alla fine alla promozione in serie B ed ottenuto una straordinaria vittoria sul campo. In questo momento la squadra dovrebbe poter affrontare con serenità la preparazione all’inizio del nuovo campionato ed invece si ritrova a fare i conti con quanto di più becero sì sia mai verificato nella storia del calcio.
Fino ad ora siamo rimasti in rispettoso silenzio, confidando nelle Istituzioni e nella giustizia sportiva, ma adesso è arrivato il momento di tirare fuori la voce e dare una sveglia alle autorità sportive preposte, le quali hanno una grande responsabilità in questa vicenda. Tutti i più autorevoli protagonisti del mondo dello sport la pensano praticamente allo stesso modo, e cioè che il Lecco abbia meritato e conquistato sul campo questa promozione, ma in pochi hanno avuto il coraggio di dirlo apertamente e di battersi affinché questo principio meritocratico venga rispettato.
Il tempo è scaduto, è urgente far sentire la propria voce e fare chiarezza prima che sia troppo tardi. Ormai non è più questione legata all'omologazione di uno stadio, al reperimento di fondi o al rispetto delle regole, qui si sta mettendo in discussione l'essenza stessa dello sport ed il rispetto per il cuore di centinaia di migliaia di giovani appassionati del pallone. Il calcio non può e non deve essere questo schifo, perché il messaggio che rischierebbe di passare è devastante, per il quale a contare sarebbero più la prepotenza e gli intrallazzi del potere, rispetto al sacrificio ed al gioco di squadra. Le partite si vincono sul campo da giuoco, non nelle aule di un tribunale.»
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